EFFETTO SABATTIER CON PELLICOLE A COLORI
Rino Giardiello, gennaio 2003

Anche detto "pseudosolarizzazione", questo effetto viene spesso confuso con la solarizzazione vera e propria dato che, come questa, produce immagini in parte negative e in parte positive, ma oltre a vedere come effettuarlo in bianconero come di consueto, proviamo a giocare anche con delle pellicole a colori...

L'effetto Sabattier è un effetto davvero simpatico e facile da realizzare in bianconero da parte di qualsiasi appassionato dotato di camera oscura, e si ottiene riesponendo alla luce la pellicola o la carta mentre si trovano nel rivelatore. Di solito viene applicato solo alle stampe in bianconero, ma si può applicare anche alle pellicole e, per giunta, anche a pellicole e stampe a colori. In questo caso, l'effetto può essere ancora più irreale grazie anche ai colori saturi e falsati che si ottengono.

La fonte di luce adoperata per la seconda esposizione può essere di qualsiasi tipo purché atta ad impressionare la pellicola o la carta e la cosa più semplice è usare una normale lampadina domestica posta direttamente sopra la bacinella; ma va bene anche accendere la luce della stanza purché la lampadina sia di adeguata potenza o l'esposizione lunga a sufficienza. Ecco, il difficile dell'effetto Sabattier è proprio questo: stabilire la potenza della fonte luminosa, la distanza alla quale collocarla e la durata dell'esposizione, ma contano anche il momento dello sviluppo nel quale viene accesa la luce e l'intensità dello sviluppo successivo all'esposizione.

Troppo complicato? No, in pratica le cose sono più semplici che a scriverle, ma conviene senz'altro cercare di standardizzare queste fasi prendendo nota di tutti i parametri in modo da poterli ripetere o per poterli variare sino ad arrivare all'effetto voluto.
La consuetudine vuole che l'effetto Sabattier si applichi soprattutto alle stampe, ma non è da sottovalutare l'idea di applicarlo alle pellicole in modo da poter poi stampare il negativo più volte mentre, nell'altro caso, ogni stampa resta un'immagine unica e difficilmente se ne potrà ottenere un'altra identica. Operare sui negativi, però, è rischioso e si potrebbero perdere per sempre le proprie immagini, ma una scappatoia c'è e la spieghiamo più avanti.

Confronto fra solarizzazione ed effetto Sabattier
L'effetto Sabattier prende il nome, come di solito avviene in questi casi, dallo scienziato francese Armand Sabattier che per primo lo descrisse nel 1862. Perché è diverso dalla solarizzazione anche se si possono reputare parenti stretti? Semplice: la vera solarizzazione è prodotta da una fortissima sovraesposizione in fase di ripresa, quindi avviene sul negativo che presenta contemporaneamente un'immagine positiva e negativa. Con le vecchie pellicole la solarizzazione si verificava spontaneamente nelle lunghe esposizioni effettuate di notte: le luci della scena erano talmente sovraesposte che si invertivano e producevano sul negativo un'immagine positiva (non avete mai visto delle vecchie foto notturne coi lampioni neri anziché bianchi? Ecco, ora sapete il perché). L'effetto Sabattier, invece, viene ottenuto esponendo di nuovo il materiale sensibile (carta o pellicola) durante lo sviluppo. La vera solarizzazione avviene, quindi, in fase di ripresa, mentre l'effetto Sabattier in fase di sviluppo (è la stessa immagine parzialmente sviluppata che fa da negativo ed attraverso questo "negativo" viene esposta la parte restante dell'argento presente nell'emulsione).
E' facile capire se un'immagine è stata prodotta mediante la vera solarizzazione o l'effetto Sabattier: quest'ultimo è caratterizzato sempre da un bordino fra le zone contigue di basse ed alte luci. Questo bordino, detto "linea di Mackie", si forma a causa della maggiore concentrazione di ioni di bromuro lungo la linea che separa una zona sviluppata da una che si sta sviluppando: il bromuro ritarda lo sviluppo lungo questa separazione formando, appunto, una linea più o meno chiara che manca del tutto nella vera solarizzazione.

L'effetto Sabattier in bianconero sulla carta
Quando l'effetto Sabattier è effettuato direttamente su carta si hanno i risultati artisticamente meno interessanti e spesso le immagini sembrano velate. Per renderle più interessanti e vivaci, oltre a scegliere soggetti adeguati, si possono fare dei passaggi supplementari utilizzando la vecchia, cara pellicola lith ormai caduta nel dimenticatoio, o adoperare una carta di contrasto ben superiore al normale. Le alte luci ormai perse per colpa della velatura si possono recuperare anche utilizzando l'indebolitore di Farmer sulla stampa.

Nadir Magazine ©

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La dia originale di partenza

Nadir Magazine ©

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Dopo aver ottenuto un negativo a toni continui di questa diapositiva scelta apposta per la presenza di alcuni elementi bianchi che ben contrastavano col cielo, l'ho stampato su normale carta bianconero ed accesa la luce dopo parte dello sviluppo. L'effetto Sabattier, in questo caso, produce un'immagine molto piatta e grigia, decisamente non gradevole. Più interessante il secondo risultato ottenuto stampando un negativo realizzato con la vecchia, cara Agfa Ortho, una pellicola ortocromatica ad alto contrasto purtroppo non più in produzione.

L'effetto Sabattier in bianconero sulla pellicola
Ben più interessanti sono i riusultati ottenibili applicando l'effetto Sabattier alle pellicole. Queste devono essere già state esposte come di consueto ed il colpo di luce va dato nella fase di sviluppo prima che sia ultimata, per poi arrivare a fondo come di consueto. Però il rischio di rovinare e perdere per sempre le immagini originali è altissimo, pertanto noi preferiamo sempre lavorare su duplicati dei negativi, meglio se su lastre di grande formato da sviluppare in bacinella, possibilmente utilizzando pellicole ortocromatiche in modo da poter controllare l'effetto in luce rossa. In questo modo, in caso di risultati non soddisfacenti, c'è sempre il negativo originale dal quale ripartire! Utilizzando il trucco dei duplicati è possibile partire da qualsiasi immagine del proprio archivio, anche da diapositive. Anzi, partire da diapositive è senz'altro conveniente dato che l'immagine che si otterrà stampando la dia su una pellicola bianconero di grande formato (a toni continui o lith indifferentemente) sarà negativa e si risparmierà un ulteriore passaggio.
Di solito si adoperano pellicole a toni continui, vale a dire in grado di riprodurre tutti i toni di grigio, ma è possibile e conveniente adoperare anche pellicole ortocromatiche per arti grafiche, caratterizzate da un elevato contrasto e che offrono l'indiscusso vantaggio di poter essere usate in luce rossa anziché al buio completo. I risultati possono essere spettacolari anche grazie alla linea di Mackie che diventa molto evidente, ma dipende sempre dalla scelta appropriata del soggetto. Intervenendo sul tempo di riesposizione si può ottenere un'immagine ad alto contrasto che comprende alcuni toni grigi nelle aree che hanno subìto la riesposizione. Ricordate che evitando o riducendo l'agitazione la linea di Mackie appare più evidente.

Effetto Sabattier con i negativi o le stampe a colori
Con le pellicole a colori ci si può finalmente divertire anche se le cose si fanno più complicate. Oltre a formare la consueta immagine negativa e positiva con le diverse zone separate dalla linea di Mackie, l'effetto Sabattier produce un effetto simile a quello di posterizzazione, i colori sono diversi da quelli originali e sono sempre molto saturi. Ma la cosa non finisce qui: utilizzando luce colorata per la nuova esposizione alla luce della pellicola sviluppata solo parzialmente, le combinazioni e gli effetti ottenibili diventano infiniti. I risultati finali sono abbastanza imprevedibili, è vero, ma anche questo fa parte del fascino di questa procedura. Attenzione: l'esposizione alla luce dovrà avvenire durante la fase di sviluppo cromogeno! Visto il tipo di esperienza, ben lontana dal tentativo di ottenere delle ottime foto dai colori il più possibile fedeli, conviene effettuare il trattamento in bacinella non curandosi eccessivamente della temperatura dei bagni così, durante l'esposizione alla luce, la carta potrà essere lasciata nella bacinella col rivelatore evitando manovre più o meno complicate.

Effetto Sabattier con diapositive a colori
Anche in questo caso i colori vengono falsati ed aumentano la loro densità. La cosa divertente è che si può partire anche da negativi in bianconero stampati su pellicola ad alto contrasto ed ottenere diapositive a colori da negativi in bianconero. Anche qui occorrono però alcune accortezze: i negativi a tono continuo in bianconero e a colori raramente danno buoni risultati con l'effetto Sabattier ed è meglio stamparli su pellicola ad alto contrasto utilizzando come originali il positivo così ottenuto (abbiamo fatto il negativo di un negativo). Cosa fare adesso con la dia in bianconero ad alto contrasto che abbiamo ottenuto e, soprattutto, come riappropriarci dei colori? Occorre un altro passaggio e non va bene qualsiasi pellicola a colori, ma deve essere una pellicola priva di maschera, cioè col supporto trasparente. Quelle più classiche e facilmente trovabili nei negozi sono la Kodak Duplicating (per realizzare duplicati di diapositive) e la Kodak Vericolor Slide (per ottenere dia dai negativi), e qualunque pellicola similare. La Duplicating è una pellicola positiva mentre la Vericolor Slide è negativa, ma - visto che non stiamo puntando ad ottenere duplicati perfetti - si possono adoperare indifferentemente anche con gli sviluppi che non gli toccherebbero (per esempio in E6 anziché in C41 e viceversa) o divertirsi a vedere cosa accade provando qualsiasi soluzione alternativa: la parola d'ordine è sperimentare!

Rino Giardiello © 01/2003
Riproduzione Riservata

N.B. Tutte le immagini che accompagnano l'articolo sono, all'origine, delle diapositive a colori che poi ho duplicato in bianconero o a colori secondo le procedure spiegate nell'articolo in modo da mantenere sempre integro l'originale e poter fare tutte le prove possibili senza giocarmelo al primo tentativo.

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