FOTO SENZA OBIETTIVO
Rino Giardiello e Agostino Maiello, ottobre 2004

Nadir Magazine ©

L'occorrente per la nostra esperienza...

Nadir Magazine ©

...ed ecco l'obiettivo pronto per l'uso!

Nadir Magazine ©

Nadir Magazine ©

Nadir Magazine ©

Uno degli aspetti forse più intriganti della fotografia è la possibilità di praticarla in mille modi diversi. Non è necessario avere a disposizione splendide modelle o panorami mozzafiato per realizzare belle immagini: talvolta sono sufficienti un po' di fantasia, creatività e la giusta dose di tecnica.

Qual è l'attrezzatura minima per realizzare una foto? Rispondiamo d'istinto: una fotocamera, un obiettivo ed una pellicola. Bene… risposta sbagliata, perché dell'obiettivo si può fare a meno. Proprio così: lo lasciamo sullo scaffale ed al suo posto adoperiamo oggetti normalmente reperibili nelle nostre case quali un posacenere, una bomboniera di cristallo, una grattugia, il coperchio di un barattolo di vetro, e così via.
Come si vede dalla foto, infatti, semplicemente avvicinando tali oggetti il più possibile alla fotocamera, come se fossero degli obiettivi, ed inquadrando una qualunque situazione in cui ci sia una certa quantità di luce, sarà possibile ottenere immagini molto particolari e suggestive: giochi di luce, sfrangiamenti di colore, riflessi, e via discorrendo.

Non bisogna lasciarsi scoraggiare dal fatto che talvolta nel mirino non vedremo nulla: basterà spostare di pochi millimetri "l'obiettivo" per veder apparire, come per magia, effetti particolari e strisce luminose nel nostro mirino, pronte per essere fotografate. Con un po' di attenzione e di pazienza, si potrà scoprire un mondo di immagini davvero particolari ed inaspettate.

E' ovvio che l'oggetto che si sta utilizzando come obiettivo va tenuto con una mano, mentre con l'altra si impugna la fotocamera e si preme il pulsante di scatto. Di conseguenza è consigliabile che la reflex sia maneggevole e leggera, nonché dotata di esposizione automatica, così che il fotografo si possa concentrare solo sulla composizione dell'immagine. E' altrettanto ovvio che il problema della messa a fuoco non esiste.

La fotocamera con cui realizzare questi scatti deve essere una reflex, così da poter previsualizzare esattamente nel mirino l'effetto dei movimenti dell'oggetto/obiettivo cui abbiamo accennato. Inoltre, poiché non andremo ad occludere l'innesto portaottiche, sul piano pellicola arriverà sempre molta luce, quindi l'esposizione avverrà con un'apertura di diaframma (fittizia, beninteso) molto spinta, per esempio f/1, f/1.2 e così via. Di conseguenza si scatta quasi sempre con tempi di otturazione molto rapidi. E' consigliabile quindi che la reflex abbia un otturatore capace di scattare almeno a 1/4000, e che la pellicola non sia molto sensibile: al massimo 100 ASA. Sono di gran lunga consigliate le pellicole negative, che incassano meglio i vari stop di sovraesposizione che con tutta probabilità finiranno col ricevere nonostante tutte le nostre precauzioni. I nostri esperimenti con pellicole diapositive, anche supportati da un esposimetro esterno, non hanno fornito risultati apprezzabili. Invece le pellicole negative ci hanno restituito degli scatti particolari e suggestivi, come si vede in questa pagina.

Rino Giardiello e Agostino Maiello © 10/2004
Pubblicato su FOTOGRAFIA REFLEX di gennaio 2003
Riproduzione Riservata

Tutte le foto che accompagnano l'articolo sono state scattate da Agostino Maiello con una normale reflex 35 dotata di automatismo a priorità di diaframmi.