IMMAGINI CONGELATE
Ovvero fiori imprigionati nel ghiaccio, una pirofila ed un pizzico di fantasia
Rino Giardiello, ottobre 2000

No, non sto parlando di tempi rapidissimi di otturazione o di fotografia sotto zero: le mie "immagini congelate" lo sono nel senso più genuino del termine, sono immagini fotografiche e nascono grazie all'aiuto del frigorifero di casa.

Partiamo subito dal risultato: questa è una delle tante "immagini congelate" che ho scattato per la realizzazione di questo articolo.

Ho coinvolto mia figlia Francesca nel disporre i fiori nella pirofila: si è divertita moltissimo (figuriamoci, le ho chiesto di stare con le mani nell'acqua!). Il problema è che spesso, nel mettere il tutto nel congelatore, la composizione si sfascia durante il trasporto nonostante le precauzioni. Comunque onore e ringraziamenti al valido assistente!

La composizione va messa senza scuotimenti nel congelatore e...

...dopo qualche ora la nostra composizione è congelata a dovere! Basta metterla su di un piano luminoso autocostruito per fotografarla. Le foto di queste pagine sono state realizzate tutte poggiando le composizioni direttamente sul piano del bank. Attenti alle dominanti cromatiche dovute alle diverse fonti di illuminazione. Io ho usato dei neon per i quali è stato indispensabile il filtro magenta. Nel caso di luce artificiale (normali lampadine domestiche) serve il filtro 80A; se si tratta di lampade alogene serve l'80B.

Anni fa avevo visto delle splendide immagini di fiori e di piante imprigionati nell'acqua ghiacciata di uno stagno. Queste immagini mi hanno affascinato a lungo senza che avessi mai l'opportunità di poterne fare di simili. Quando trovavo uno stagno ghiacciato puntualmente non c'era nulla all'interno del ghiaccio, e se c'era qualcosa il ghiaccio era sporco e pieno di altri detriti, infotografabile: come imitatore sono stato un vero fallimento (oltre che molto sfortunato).

Vista l'impossibilità di realizzare queste immagini "dal vero", ho messo in moto la materia grigia: perché mai le foto dovevano essere autentiche? O meglio, visto che di fiori e di acqua ghiacciata si trattava, perché aspettare il provvidenziale intervento della natura?

Un veloce saccheggio al fioraio sotto casa mi ha fornito la materia prima con, in più, l'opportunità di scegliere i fiori per forma, colori e dimensioni; poi è arrivata la parte più difficile: trafugare una pirofila dalla cucina senza scatenare le ire della consorte e, oltretutto, trovarne una delle dimensioni adatte. Una mossa astuta è stata quella di coinvolgere mia figlia in questa specie di gioco (quando le cose sono per la pargola nessuno protesta e sono tutti ben disposti e disponibili).

Trovata finalmente la pirofila giusta, l'ho riempita d'acqua ed ho fatto divertire mia figlia a disporre i fiori a suo piacimento: non le pareva vero di potersi bagnare le mani senza che nessuno protestasse!

La cosa, comunque, è meno facile di quanto s'immagini: dopo un po' i fiori tendono ad ammassarsi al centro ed è oltremodo difficile mantenere la composizione desiderata. Finalmente realizzata "l'opera d'arte", la fase successiva è quella di metterla nel congelatore cercando di non rovesciare l'acqua a terra e, soprattutto, di non distruggerla per colpa di nostri maldestri movimenti.

Arrivano nuove difficoltà:

1) Vi siete mai resi conto di quanto sia zeppo di roba il microscopico reparto congelati di un frigorifero normale?

2) Il processo di congelamento è lungo e per vari, ovvi, motivi non è possibile tenerlo d'occhio (i congelatori con l'oblò non sono stati ancora inventati): quanto tempo occorre?

La cosa è più importante di quanto possa sembrare: non basta lasciare la pirofila nel congelatore tutta la notte come ho fatto la prima volta. Facendo in questo modo si rischia di ottenere un blocco di ghiaccio senza la benchè minima trasparenza: vi garantisco che è davvero brutto e difficile da fotografare (ma questo dipende in ogni caso dalla composizione e dalla quantità d'acqua che avete messo nella pirofila).

I migliori risultati si hanno quando l'acqua non è completamente ghiacciata e lo strato di ghiaccio è solo superficiale, comunque ognuno può fare tutte le prove e le varianti del caso per ottenere i risultati che lo soddisfino maggiormente.

Abbiamo finalmente la nostra pirofila piena di fiori ghiacciati (con la speranza che la composizione sia venuta nel modo desiderato), quando si presenta un altro problema. Come fotografarla? In natura non si avrebbero dubbi: la luce verrebbe dall'alto e non potremmo bucare il ghiaccio per mettere un faretto sott'acqua, ma in studio abbiamo qualche possibilità in più e non ci interessa la credibilità. Non stiamo facendo dei falsi, non stiamo creando immagini da spacciare come scattate "dal vivo" sdraiati su di un lago ghiacciato circondati da lupi: ormai siamo lanciati nella creazione delle nostre "immagini congelate" e non dobbiamo prendere nessun modello come riferimento.

Dopo varie prove, la soluzione che mi è piaciuta di più è stata quella di poggiare la pirofila su un piccolo bank costruito in casa: la composizione viene quindi illuminata dal retro e le trasparenze acquistano risalto, i colori sono più belli, soprattutto usando pellicole invertibili. L'esposizione diventa un po' più complicata (in pratica stiamo fotografando in controluce), ma basta effettuare sempre qualche scatto in più rispetto alle indicazioni dell'esposimetro (solo in sovraesposizione, la sottoesposizione è già garantita dal controluce) per andare sul sicuro.
Questo se state adoperando le diapositive, altrimenti coi negativi a colori sovraesponete di un paio di stop e non pensateci più.

Possedendo un obiettivo macro ci si può divertire a perlustrare il ghiaccio a diversi rapporti d'ingrandimento ed a diverse profondità contando sulla messa a fuoco molto selettiva dovuta agli elevati rapporti d'ingrandimento: magari l'aspetto generale della composizione non è quello che ci si aspettava ma si potrebbero scoprire dei particolari ancora più interessanti anche se imprevisti.

Ho provato a mettere diversi oggetti (perché mai solo i fiori?) nel ghiaccio ed i risultati possono essere molto diversi. Il gioco, però, non è ancora finito: cambiando la fonte luminosa (la luce può anche essere colorata e/o angolata diversamente rispetto al piano) o aggiungendone più di una, si aprono ulteriori possibilità limitate solo dalla vostra fantasia.

Rino Giardiello © 10/2000
Riproduzione Riservata
Pubblicato su REFLEX di giugno 2000

Altre due composizioni "congelate".

I fiori che vedete nelle foto sono sia veri che di stoffa.