I LOVE FERRARI
Testo di Pino Allievi, foto di Ercole Colombo
Rino Giardiello, maggio 2009

Rosso.
Rosso Ferrari.
Col cavallino rampante al centro.
Vorrei poter scrivere che questo libro è bello a prescindere solo perché tratta della Ferrari ed è pieno di belle foto, ma sarebbe un parere poco professionale.
Provo allora a dire le cose in maniera diversa: questo libro è bello perché è ben realizzato, è stampato in maniera ineccepibile, è pieno di belle foto e, dulcis in fundo, ha come soggetto la Ferrari.
Non ho cambiato di molto le cose, lo ammetto: questo libro può essere interessante o meno solo a patto di essere appassionati di automobili e del cavallino rampante di Maranello in particolare - senza mezzi termini - e per me che appartengo a questa categoria è stato emozionante persino averlo tra le mani prima ancora di iniziare a sfogliarlo.
Difficile assumere un fare distaccato e il libro - quasi 30x30 cm con una splendida custodia rigida (ovviamente rossa) - può solo far venire un brivido lungo la schiena mentre si socchiudono gli occhi per immaginare i bolidi rossi sfrecciare lungo le piste di tutto il mondo e la Storia.

Ma la Ferrari non è solo una casa automobilistica per quanto importante e famosa: è un mito che continua ad affascinare e ad attrarre a sé folle di entusiasti seguaci. Gli innumerevoli Club Ferrari sparsi in tutto il mondo non sono soltanto degli uffici, ma luoghi di ritrovo frequentatissimi dai fans. I sostenitori della "rossa" sono estremamente esigenti e dunque, scrivere su di lei e fotografarla richiede una incredibile dose di esperienza e conoscenza dei bisogni del pubblico della casa di Maranello. Il libro "I Love Ferrari" mette insieme l'affascinante, unica storia della Ferrari e la passione dei suoi fans. Le fotografie di Ercole Colombo sono immagini di altissima qualità che catturano la frazione di secondo e trasformano un semplice documento visivo in uno sguardo profondo che penetra nel cuore stesso dell'evento.

La sequenza delle immagini è articolata in diverse sezioni:

Ferrari © Nadir Magazine 2009• Mito e leggenda; Schecter e Villeneuve;
• Gli anni della crisi; Lauda, Ragazzoni e gli altri;
• Cercare un ritratto di Irvine;
• Michael Schumacher;
• I meccanici, il cuore della Ferrari;
• Il dopo Schumacher;
• Maranello, l'altra capitale;
• Il popolo Ferrari.

Enzo Ferrari e la nascita della Ferrari.
Ferrari non ha potuto studiare molto. La Grande Guerra lo costrinse ad arrendersi alla conclusione delle scuole elementari. Poi fece un corso da tornitore presso l'Officina Pompieri di Modena. Che tentò di sfruttare nel 1918 quando si presentò ai cancelli della Fiat chiedendo di essere assunto come operaio. "No, ci spiace, non abbiamo lavoro", fu la laconica risposta. Enzo Ferrari pianse disperato su una panchina del Parco Valentino. Ma dopo pochi giorni riuscì a farsi assumere da una fabbrica torinese che trasformava gli chassis dei mezzi militari in telai per autovetture. Conobbe anche un'avvenente e abbiente ragazza torinese, Laura Garello, che divenne presto sua moglie. Uomo di mondo, frequentava un ristorante del centro che era il ritrovo di tanti piloti da corsa. E qui Ferrari strinse un'amicizia fraterna con Ugo Sivocci, asso dell'epoca, il quale lo convinse dopo qualche mese a seguirlo a Milano alla CMN, Costruzioni Meccaniche Nazionali, marchio che realizzava vetture e partecipava alle competizioni. Ferrari divenne dapprima collaudatore, poi gli fu concesso di mettersi al volante come pilota, coronando il suo sogno. L'esordio avvenne in una gara in Emilia, la Parma-Poggio di Berceto: quarto. In totale, tra il 1919 ed il 1931, prese parte a 38 corse, vincendone 12, tutte in Italia. Un buon curriculum. Ferrari era bravo, non eccelso. Tuttavia riuscì ad entrare nello squadrone ufficiale dell'Alfa Romeo, dove si scoprì la vena di "grande agitatore". Aveva infatti idee, era ambizioso, sapeva trattare con la gente. Divenne concessionario per l'Emilia Romagna dell'Alfa Romeo, aprì un grande salone a Modena. Ma era uno spazio stretto per lui che gravitava quasi quotidianamente su Milano. Tanto che ad un certo punto — crescendo al Portello la voglia di corse come strumento di pubblicità per le auto di serie — gli fu accordato un mandato per trattare l'assunzione di un gruppo di progettisti che avrebbe dovuto far crescere, agonisticamente, l'Alfa. Ferrari, che aveva le idee chiare ma anche qualche conto in sospeso, non fece altro che recarsi a Torino e ingaggiare tutti i tecnici che avevano reso grande la Fiat nelle competizioni. Privata di un genio come Vittorio Jano, di un uomo d'ordine come Luigi Bazzi e altri ancora, la Fiat fu costretta ad uscire dalle piste. Quel "No, ci spiace, non abbiamo lavoro" di 10 anni prima era stato vendicato. Grazie alle scelte di Ferrari, l'Alfa Romeo divenne imbattibile. E lui, che in realtà non aveva alcun incarico nell'organigramma della marca milanese, si guadagnò credibilità e consensi nelle sfere più alte. Nessuno si stupì quando, il 16 novembre del 1929, dopo una cena in un ristorante di Modena (a Ferrari piaceva molto mangiare e stare in compagnia), venne costituita la Scuderia Ferrari. Un esempio di illuminante genialità, prodromo di un'organizzazione che è identica a quella dei team della F.1 moderna. Il miracolo di Ferrari fu quello di riuscire a rendersi indipendente, utilizzando i soldi degli altri. Il capitale sociale di 200 mila lire venne infatti versato dai fratelli Alfredo e Augusto Caniato (industriali ferraresi della biancheria) per la quota di 130 mila lire, da Enzo Ferrari per la quota di 50 mila lire, da Ferruccio Testi, un amico, per altre 5 mila lire. Ed il restante da Alfa Romeo e Pirelli, che s'impegnavano anche a fornire materiale per correre, ossia vetture e gomme. Sponsor della Scuderia, con tanto di scritte sui camion che trasportavano le macchine nel mondo, erano la Shell e la Ma-Bo (Magneti Marelli-Bosch). Presidente fu eletto Alfredo Caniato, Ferrari era consigliere delegato e direttore, ossia il gestore di ogni cosa.

Inizia così la storia di uno dei maggiori miti automobilistici di tutti i tempi.

Rino Giardiello © 01/2009
Riproduzione Riservata

Nota: parte del paragrafo "Enzo Ferrari e la nascita della Ferrari" è stata tratta dalla prefazione di Pino Allievi.

Ferrari © Nadir Magazine 2009

Il fotografo.
Ercole Colombo, monzese, è entrato nel mondo della fotografia nel 1970. Da allora segue per le più importati testate italiane e straniere le manifestazioni motoristiche, fino a diventare uno dei più assidui e attenti testimoni sulle piste di tutto il mondo per raccontare con l'obiettivo le storie della F1.

Lo scrittore.
Pino Allievi, responsabile della rubrica Motori de "La Gazzetta dello Sport", è uno dei più profondi conoscitori dei segreti della F1.

Il libro.
Foto di Ercole Colombo
Testi di Pino Allievi
Formato: 28x28 cm Pagine 192
Illustrazioni: 143 fotografie a colori
Lingue: Italiano/Inglese
Prezzo: 70,00 Euro
ISBN 978-88-7200-289-6
Cartonato con sovraccoperta a colori e custodia

L'Editore.
VianelloLibri
Via Postioma 85
31050 Ponzano Veneto (TV)
+39 0422 440666
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Ferrari © Nadir Magazine 2009