BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA di Jean-A. Keim
Un concentrato di storia della fotografia utile in caso di amnesie improvvise o come veloce introduzione alla materia
Serena Effe, dicembre 2006

"Fox Talbot: chi era costui?"
"Gelatina al bromuro: per caso è roba che si mangia?"


Se vi fosse capitato di uscirvene in queste o altre sconvenienti (quanto più che umane) esclamazioni, o più semplicemente le vostre conoscenze in materia necessitano di una rispolverata, questo agile libretto può fare al caso vostro.
Sappiamo bene quanto pesanti possano risultare - fisicamente e metaforicamente - la gran parte dei manuali di storia della fotografia. Non sempre si può avere la voglia o il tempo (o la forza fisica!) di sostenere tali letture, ma resta pur sempre il fatto che può nascere la curiosità di saperne di più; la domanda in certi casi sorge timida, ma spontanea: "non è che per caso esiste un 'bignamino' che tratti dell'argomento?".
Questo libro, in un certo senso, lo è (senza niente togliere alla sua autorevolezza di classico: Keim è professore all'Institut d'Art et d'Archéologie dell'Università di Parigi, nonché all'École Nationale de Photographie).

Piccolo, leggero, niente vieta di portarselo dietro per trasformare l'attesa del tram o la coda alla Posta in momenti un po' meno noiosi (bè, certo, dipende dai punti di vista! Qualcuno potrà obiettare: se mi porto dietro il libro, allora sì che diventeranno noiosi!).
Divagazioni sulla varietà del mondo a parte, siamo di fronte ad un saggio di 'pronto intervento' che, per l'esiguo numero di pagine (124: poco più di un Topolino!) e per la vastità della materia trattata, può a buon diritto dirsi una lettura 'ad alta densità'. Se siete tra coloro dediti all'abile arte della sottolineatura, vi renderete subito conto che il testo sarebbe da evidenziare da cima a fondo: la sintesi è così estrema che ogni parola, ogni nome risulta fondamentale. Frasi e nozioni si avvicendano con ritmo incalzante.
L'aspetto positivo è che, volendo, si può iniziare e finire nell'arco di una domenica piovosa passata in casa; ma d'altra parte è proprio questa concentrazione che fa arrivare in fondo ad ogni capitolo con il fiatone: è una piccola ma intensissima maratona intellettuale.

Sul contenuto non serve dilungarsi: il sommario parla già abbastanza chiaro. La trattazione si arresta al 1970 (data della prima pubblicazione) ed è arricchita da una nota finale - a cura di Wladimiro Settimelli e datata 1976 - che integra quanto detto in ambito internazionale con una riflessione sulla situazione italiana. Nessun approccio metodologico o interpretazione critica particolari turbano lo svolgersi di questa serrata rassegna dell'essenziale (punteggiata qua e là da interessanti ragguagli: per esempio, lo sapevate che il collodio deriva dal fulmicotone - il potentissimo esplosivo - sciolto nell'etere alcolico? Fotografare non era certo, a quei tempi, un'occupazione rilassante!). Particolarmente utili risultano i 'box' di testo in cui si descrivono sinteticamente, passo per passo, le varie tecniche e procedimenti chimici necessari alla creazione dell'immagine, per rendersi meglio conto di cosa significasse, praticamente, dar vita ad una fotografia in passato (e quanto ci si dovesse, fuor di metafora, 'sporcare le mani'): riscoprire quanta abilità e fatica fossero in certi casi necessarie non guasterà, considerati i tempi che corrono.

Avrete forse già intuito come non ci si trovi di fronte ad una lettura delle più appassionanti, ma in questo caso non si deve considerarlo un difetto: semplicemente, non rientra nei suoi compiti. E' un libro che non nasce per ammaliare o stimolare particolari interrogativi, bensì per informare in maniera mirata, immediata ed efficace; e il fatto che ci riesca ne fa un libro riuscito e senz'altro valido per un ripasso veloce o per un primo passo verso la conoscenza della storia della fotografia.
Ben venga anche il suo lasciare insoddisfatta qualche inevitabile curiosità: sarà la scusa buona per tornare in libreria e provare a misurarsi - forti di questa prima base acquisita - con letture via via più approfondite.

Serena Effe © 12/2006
Riproduzione Riservata

Titolo: Breve storia della fotografia
Autore: Jean-A. Keim
Pagine: 124 (nessuna illustrazione)
Editore: Einaudi, 2001
Prezzo: 14,50 euro

Sommario:
I. L'invenzione della fotografia
- La preistoria
- Gli inventori
II. I primi anni
- I dagherrotipi
- La fotografia su negativo di carta
III. La rivoluzione del collodio umido
- La moda del ritratto
- Le tendenze artistiche
- Il testimone fedele
- Le nuove conquiste
IV. La fotografia moderna: la gelatina al bromuro
- La fotografia del movimento
- Il documento
- La fotografia "artistica"
V. La fotografia su nuove strade
- La fotografia "pura"
- La scoperta di realtà nuove
- La fotografia per la pagina stampata
VI. La fotografia dopo la seconda guerra mondiale
- Il reportage
- Le ricerche
VII. La fotografia a colori
VIII. La fotografia in rilievo
Appendice: La fotografia italiana (di Wladimiro Settimelli)