TEST CONTAX 137 MD e MA
Rino Giardiello, aprile 2000

La 137 MD Quartz è stata senz'altro una reflex controcorrente in un'epoca in cui non si era ancora troppo abituati alle novità e queste non erano necessarie per guadagnare preziose percentuali di mercato. Anzi, spesso le novità erano guardate con sospetto ed accolte con estrema riluttanza.

Quando fu presentata la prima 137 MD ci furono reazioni opposte, in ogni caso molto forti. La reflex incorporava il motore di avanzamento (soluzione oggi normalissima e scontata), era totalmente dipendente dalle pile (anche questo oggi è normale) ed era zeppa di buona elettronica ma la cosa "peggiore" e più infamante era la mancanza dell' esposizione manuale. Non c'era nessun dispositivo o rotellina per impostare i tempi manualmente!

Inutile dire come questa scelta, troppo avanti per i tempi, fu il motivo del quasi fallimento della 137 MD, tanto e vero che dopo un annetto uscì il modello MA, praticamente identico ma con la ghiera dei tempi in bella mostra.

In realtà la prima 137 non era solo automatica e non privava affatto il fotografo dei suoi interventi creativi. L'automatismo era il comodo "a priorità dei diaframmi" che consente al fotografo il controllo della profondità di campo e, indirettamente, quello dei tempi. In più c'era il blocco della memoria, cioè qualsiasi tempo di esposizione poteva venire memorizzato e bloccato. Il tempo così fissato restava immutato persino variando il diaframma (cosa non possibile neanche sulle Contax attuali che memorizzano il valore EV, quindi variando diaframma il tempo di scatto si adegua automaticamente). Il tutto era quindi studiato per garantire al fotografo un controllo totale dei vari parametri e di realizzarli con una velocità operativa senza precedenti.

La abitudini però sono dure da cambiare ed i fotografi dell'epoca erano più tradizionalisti di quelli di oggi. Così ecco arrivare la 137 MA con la possibilità di impostare i tempi in maniera più tradizionale: una marcia indietro per esigenze di mercato anche se, in apparenza, c'era qualcosa in più.

Contax 1371 - Con la comoda leva coassiale al pulsante di scatto era possibile accendere la fotocamera, fare il test batterie e bloccare il tempo di esposizione in memoria. Una soluzione molto pratica che è ancora oggi utilizzata su molte Contax.

2 - La piccola rotella più in basso permette di selezionare lo scatto singolo, continuo o l'autoscatto. Un prodigio di razionalizzazione!

3 - Quella specie di coperchietto copre un piccolo pulsante che serve per sbloccare il meccanismo di riavvolgimento del film. Non dimentichiamo che l'avanzamento era motorizzato ma il riavvolgimento avveniva a mano.

IN MANO

Come la Contax ci ha abituati da sempre, anche le 137 sono fotocamere solide e ben costruite che "si sentono in mano". Il design è il solito, nero e pulito, del Centro Stile Porsche.

Le 137 si impugnano bene, anche se oggi possiamo sentire la mancanza dell'impugnatura per la mano destra. Tutti i comandi sono istintivi e facili da trovare e da usare. Non serve un corposo manuale di spiegazioni: dopo pochi minuti è come se l'avessimo usata da sempre.

IL MIRINO

Il mirino è luminoso anche secondo i parametri attuali e fornisce tutte le informazioni necessarie riguardo tempi, diaframmi, esposizione con il flash e numero di pose ancora disponibili. Inoltre è sostituibile con facilità con altri tipi per fare fronte alle più svariate situazioni di ripresa.

Personalmente ho sempre trovato comodo il mirino reticolato: mi aiuta a comporre meglio l'immagine e ad evitare le linee cadenti nella fotografia di architettura. In più, con obiettivi poco luminosi, non ha il difetto di oscurare una metà dello stigmometro. L'ho adottato in tutte le mie fotocamere (anche non Contax).

SU STRADA

Poco da dire su una fotocamera che ancora oggi si può definire moderna e che manca solo dell'autofocus per esserlo del tutto. La 137 si usa con facilità, espone bene (anche se la lettura è solo media a prevalenza centrale), è robusta e silenziosissima grazie alla tendina in tela (che però limita il sincroflash ad 1/60), ed è perfettamente compatibile con tutti gli obiettivi Zeiss per Contax e la maggior parte degli accessori.

Aveva già la cellula supplementare per i flash dedicati TTL, una gran comodità che apre la porta a numerose applicazioni ed a qualsiasi flash attuale. Le prestazioni, se si esclude il sincroflash limitato ad 1/60, sono più che sufficienti per la maggior parte delle situazioni. Ha il comodo pulsante di previsualizzazione della profondità di campo e la possibilità di sostituire il dorso originale con il Dorso Data.

CERCHIAMOLE UN PO' DI DIFETTI (MICA FACILE)

CONCLUSIONI

Dolci da usare quasi come la RTS II, è un piacere tenerle in mano e sentire "la sostanza" di un prodotto ben realizzato. Non mi risulta abbiano mai dato problemi agli utilizzatori e sembra che raramente abbiano bisogno dell'assistenza. Tutte le funzioni della fotocamera sono alimentate da 4 normalissime pile a stilo che, in caso di necessità, si trovano ovunque. Il consumo è particolarmente ridotto anche grazie al riavvolgimento a mano (c'è la consueta manovella, cosa che permette di estrarre la pellicola in caso di black-out o di lasciarne fuori la coda).

Le 137 non si trovano facilmente usate. Se ne trovate una in buone condizioni ad un prezzo equo (non da collezione), non perdetela: sono un buon biglietto d'ingresso per il sistema Contax. Quotazione: dalle 350.000 alle 500.000 lire (solo corpo) a seconda delle condizioni e dello stato d'uso.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Rino Giardiello © 04/2000
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