TEST CONTAX 139 QUARTZ
Rino Giardiello, maggio 2000

La sua unicità era proprio in quella sigletta dopo il numero: quartz, vale a dire controllo dei tempi dell'otturatore grazie ad un quarzo, come gli orologi. All'epoca esistevano altre reflex con l'otturatore elettronico, ma la 139 prometteva in più la precisione del quarzo.

La fotocamera, pur essendo la più piccola ed economica del sistema Contax, appare subito ben costruita, tutta in solido metallo ma leggera e maneggevole. Chi aveva dei dubbi sulla sua robustezza (era pur sempre un'entry-level seppur di casa Contax) ormai se li sarà tolti: le 139 non hanno mai dato grossi problemi e, al contrario delle successive 159, continuano a lavorare senza interruzione.

Difficile immaginare cosa le manchi: la 139 ha tutto quello che deve avere ancora oggi una fotocamera "seria" (salvo le novità successive, quali autofocus, motore incorporato, programmi, esposimetro multizona). Una considerazione da fare è che le fotocamere entry-level dell'epoca (di qualsiasi marca), erano sempre complete, ed i fabbricanti non avevano la sgradevole abitudine di riservare alcune caratteristiche solo per l'ammiraglia o i modelli più costosi.

La 139 è manuale ed automatica a priorità dei diaframmi, i tempi di otturazione vanno da 1/1000 ad 1 secondo + B in manuale e si estendono fino a 11 secondi in automatismo, il che, abbinato al dignitosissimo tempo di sincronizzazione flash di 1/125, permette di far fronte a qualsiasi situazione di ripresa. Niente male per una vecchietta!

Il look e le principali caratteristiche

La 139 continua il "family look" introdotto con la RTS (design Porsche), cioè nera, dalle linee morbide ed arrotondate, dalla disposizione molto razionale dei comandi. Unico neo è il rivestimento in similpelle: morbido, bello e gradevole al tatto, ma dalla vita troppo breve. È vero che le "pelli" nuove costano poco (*), ma fino a quando non ci si decide a cambiarle la fotocamera ha un aspetto davvero pietoso.

(*) In data 14.10.1998 il prezzo delle pelli di ricambio praticato dalla Fowa al fotoamatore è di lire 24'900 (Iva compresa) + spese di spedizione (circa 9000 lire). Inviate voi la vostra reflex alla Fowa e non fatelo fare al negoziante: risparmierete senz'altro qualche biglietto da diecimila. Una soluzione alternativa è quella di risolvere la questione una volta per tutte acquistando un rivestimento non originale, forse meno bello ma praticamente eterno: anche qui il costo è sulle 30'000 lire "chiavi in mano" ma si risparmiano le spese di spedizione visto che può cambiarle anche il fotoriparatore sotto casa.

Molto più piccola, leggera ed economica della RTS, la 139 riscuote subito un notevole successo, grazie anche ad una serie di innovazioni che non troveremo se non dopo qualche tempo sulla RTS II e modelli successivi.

Ricordiamone qualcuno: controllo al quarzo dei tempi di otturazione, led per la visualizzazione dei tempi di posa all'interno del mirino, flah TTL con lettura sul piano focale, motorizzabile, possibilità di fare le esposizioni multiple grazie ad un apposito comando, tasto di controllo della profondità di campo, pulsante di scatto elettromagnetico, mirino completo di tutte le informazioni e molto luminoso, purtroppo senza la possibilità di cambiare gli schermi di messa a fuoco (unica mancanza rispetto a modelli di fascia più elevata).

In ogni caso c'è tutto quello che serve, compresa la presa per lo scatto flessibile elettromagnetico in grado di accettare anche un normale ed economico scatto flessibile meccanico.

Il mirino è luminoso anche secondo i parametri attuali e fornisce tutte le informazioni necessarie riguardo tempi e diaframmi, e conferma la corretta esposizione con i flash dedicati. I tanto incriminati LED permettono di vedere il tempo di otturazione anche in condizioni di scarsa luminosità. Purtroppo gli schermi di messa a fuoco non erano sostituibili.

L'esposizione è media con prevalenza centrale, la solita delle Contax, molto precisa anche se ci si doveva fare l'abitudine. Gli esposimetri Contax hanno sempre avuto una tendenza a lasciarsi abbagliare dalle alte luci più di quelli della concorrenza: basta un lampione acceso in una scena notturna che la Contax preferirà i valori del lampione a quelli del buio circostante (che, invece, porta la maggior parte delle altre fotocamere ad errori di tipo opposto).

Anche la Contax 139, come molte altre fotocamere che anticipavano i tempi, ebbe molte lodi ma anche molte critiche.

Ne ricordo qualcuna:

(Nota: il consumo di pile della 139 è decine di volte più limitato di qualsiasi fotocamera moderna, anche compatta, ma allora le fotocamere erano tutte meccaniche o con pochissima elettronica e la dipendenza dalle pile della 139 e delle altre Contax sembrava un enorme difetto).

Caratteristiche tecniche

Effettua le esposizioni multiple facilitate, winder, motore e numerosi accessori per tutte le esigenze. È compatibile con gli obiettivi e la maggior parte degli accessori attuali. Comoda la possibilità di poter inserire un normale scatto flessibile nella presa di quello elettromagnetico.

Sul campo

Le 139 sono ancora in grado di svolgere egregiamente il loro compito. Sono infaticabili e quasi indistruttibili. L'assistenza italiana dice che per la 139 esistono ancora i pezzi di ricambio, per cui, trovandone una d'occasione, si può stare tranquilli ancora per qualche anno.

Nell'uso la 139 è comoda e pratica anche se c'è da dire che, rispetto alle altre Contax, è meno dolce da usare e lo scatto è una secca schioppettata.

Il consumo di pile, tanto criticato all'epoca, oggi è da considerarsi bassissimo.

Un ottimo affare per entrare in casa Contax in apparenza dalla porta di servizio ma con una vera fotocamera, completa di tutto, lo strumento ideale per capire qualcosa di tecnica fotografica senza impigrire il cervello come spesso accade con le reflex "autotutto".

Quotazione: dalle 350'000 lire al mezzo milione (solo corpo) a seconda delle condizioni e dello stato d'uso (ma non se ne trovano più molte). Qualcuno le vende, come nuove e con imballi, a prezzo "da collezione", sotto il milione, ma ritengo che siano richieste eccessive a meno che il vostro scopo non sia proprio quello di metterla da parte. Beh, forse per 700'000 lire ci si potrebbe anche fare un pensierino...

Rino Giardiello © 05/2000
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