CONTAX ARIA
Prova sul campo
Rino Giardiello, novembre 2000

Una delle reflex più piccole e leggere attualmente in produzione, ma anche una delle più complete e versatili per chi non ha bisogno dell'autofocus. Incredibili le funzioni che si possono trovare nel piccolo guscio in policarbonato di ottima qualità.

Erano anni che la Contax manteneva la 167 come reflex entry level: una bella reflex che, a fronte delle iniziali perplessità, ha dimostrato di essere robusta, affidabile ed estremamente longeva.

Raccogliere l'eredità della 167 era difficile, e lo era ancor più non potendo introdurre clamorose novità come poteva essere l'autofocus: la 167 aveva già praticamente tutto meno la lettura multizona e la possibilità delle esposizioni multiple. La Aria le ha, ma queste funzioni - da sole - non bastavano per giustificare l'introduzione di un nuovo modello in casa Contax che, al contrario di altri marchi, non punta sulle continue versioni "New" per mantenere le sue posizioni nel mercato.

Le moderne reflex, anche entry level, hanno visto man mano aumentare le proprie dimensioni e peso: eppure qualsiasi fotografo non giovanissimo ricorderà che negli anni '70 ed '80, con un peso di circa mezzo chilo, si realizzavano ottime reflex professionali in robusto metallo. Certo, non si usavano ancora i winder incorporati, ma come le compatte ci hanno ormai dimostrato, le dimensioni dei micromotori preposti all'avanzamento della pellicola sono ormai irrisorie.

La Aria ha inaugurato la tendenza delle reflex al ritorno a dimensioni e peso accettabili: per lavoro o per hobby, a fine giornata si è davvero stanchi ed il peso piuma della Aria potrà solo essere gradito.

Certo che all'inizio, nel prenderla in mano, quasi si resta delusi: una Contax di plastica? Be', sotto il nome generico di "plastica" ci sono un'infinità di materiali più o meno nobili e resistenti: basta confrontare la plastica degli interni di una Fiat 600 con quelli di una Mercedes per accorgersene, ed impugnando la Aria si capisce subito che si ha a che fare con l'elevata qualità alla quale la Contax ci ha abituati. È bene ricordare, comunque, che la plastica è riservata ai soli rivestimenti esterni, e che le tolleranze meccaniche sono ridotte al minimo: basta vedere il meccanismo di chiusura del dorso, molto preciso, e la dolcezza e precisione di funzionamento delle varie parti, prive di qualsiasi gioco, meglio di tante reflex metalliche ma economiche.

Tutta la parte centrale della fotocamera è rivestita in robusta gomma antiscivolo, molto gradevole al tatto, mentre la calotta ed il fondello sono verniciati di colore nero. Il design è semplice ed elegante, la fotocamera cade bene in mano ed i comandi sono disposti in maniera molto razionale (e tradizionale per chi già usa le Contax).

La 167 aveva dei moderni comandi a pulsanti che non piacevano a tutti, l'Aria torna alle tradizionali ghiere rotanti e selettori. Sono così facili da capire che l'Aria toglie quasi il gusto della scoperta: dopo qualche istante sembra di averla adoperata da sempre, e passando dalla Aria a qualsiasi altro corpo Contax, anche a telemetro, si avrà sempre la sensazione di essere "in famiglia", ritrovando con facilità i principali comandi.

I COMANDI
Quasi tutti i comandi sono raggruppati sulla parte superiore della fotocamera. La consueta levetta coassiale al pulsante di scatto permette di accenderla e, proseguendo, di bloccare l'esposizione. È bene ricordare che il blocco di memoria blocca gli EV e non il tempo di esposizione in relazione ad un determinato diaframma come in alcune Contax (per esempio la 139, la 137 o le Contax G): questo significa che, una volta memorizzato un determinato valore di esposizione, si potrà cambiare la coppia tempo/diaframma senza che questo venga variato: il valore EV resterà lo stesso, proprio come accade dalla Contax 159 in poi.

Sempre sul lato destro si trovano il correttore fisso dell'esposizione a passi di 1/3 di stop, il comando del bracketing a passi di mezzo stop, un piccolo display a cristalli liquidi molto completo e ben visibile, e due pulsantini per selezionare la sensibilità della pellicola in manuale (ISO) ed il modo di avanzamento del motore (DRIVE).

Sulla sinistra, come di consueto per le Contax, c'è la ghiera dei tempi, ed una levetta che permette di selezionare i vari modi di esposizione: priorità dei diaframmi, priorità dei tempi, Program, Manuale, X e Posa B. Facilissimo cambiare modalità di esposizione ed altrettanto facile tenere d'occhio le proprie impostazioni.

Al centro c'è la consueta slitta per il flash: oltre ad essere dotata della ormai scontata lettura TTL, la Aria può effettuare il fill-in in automatico e sincronizzare il flash con la prima o la seconda tendina. Non manca il contatto laterale per altri flash (per esempio da studio, o tipo i Metz), opportunità spesso trascurata anche su fotocamere più costose della Aria. Il tempo di sincronizzazione della luce lampo è di 1/125: non è un valore da record, ma è senz'altro più che sufficiente per la maggior parte delle situazioni.

Come dicevo, non tutti i comandi sono sulla calotta superiore: fanno eccezione una rotellina per cambiare la modalità dell'esposimetro da media a multizona e spot. La rotellina è a destra dell'oculare, a portata di pollice della mano destra.

Sul davanti, invece, a lato del bocchettone portaottiche, c'è lo sblocco per gli obiettivi ed il tasto per il controllo della profondità di campo. Da segnalare una interessante caratteristica di questo comando: di solito nelle reflex la profondità di campo è visualizzabile solo lavorando in manuale o in automatismo a priorità di diaframmi, mentre in Program o in automatismo a priorità di tempi non si può usare dato che il diaframma dell'obiettivo deve venire posizionato sul valore più chiuso. Ebbene, con la Contax Aria, il tasto di controllo della PDC funziona sempre, o meglio, si chiude sempre al valore corretto d'esposizione (quello che verrà usato al momento dello scatto) e non al diaframma più chiuso come richiesto nelle opzioni Program e TV.

Non mi sento di poter scommettere sulla corretta visualizzazione di queste foto su qualsiasi monitor, comunque le dia originali sono perfettamente esposte ed i colori saturi e brillanti.

Tre foto senza la velleità di sbalordirvi come spesso si fa per accompagnare gli articoli di questo tipo: ho preferito delle foto semplicissime scattate in casa, ma in situazioni in grado di mettere in difficoltà qualsiasi esposimetro.
Il multizona della Aria, qui abbinato all'esposizione programmata, se l'è cavata egregiamente bilanciando bene (gli originali sono diapositive) le varie fonti luminose e la situazione interno/esterno. Devo rendere onore anche al software di scansione Vuescan (vedi il test a parte)
che mi ha fornito delle ottime scansioni in totale automatismo.

IL MIRINO

Sono abituato da sempre ai mirini Contax, sempre molto luminosi, ma quello dell'Aria ha qualcosa in più che facilita la messa a fuoco anche alle persone non dotate di una vista eccellente come me: si tratta di un eccellente contrasto che, al di là della luminosità, permette di percepire bene la differenza tra ciò che è *a fuoco* e ciò che è *fuori fuoco*. Gli schermi sono intercambiabili (cosa di cui io approfitto subito, sostituendo lo schermo di messa a fuoco standard con quello reticolato) con molti modelli, per far fronte alle più svariate esigenze di ripresa. La visione è sempre ottima anche per chi porta gli occhiali. Il campo inquadrato è superiore a quello delle altre reflex che non siano le ammiraglie col mitico 100%: la Aria si ferma ad un ottimo 95%, e non ci si può proprio lamentare.

Il display, sulla destra dello schermo, non distrae dalla visione dell'immagine ed i numeri sono ben leggibili e di un riposante colore verde. Partendo dall'alto troviamo il segnale di prontoflash (che, dopo lo scatto, conferma anche l'avvenuta corretta esposizione), il tempo di scatto e l'apertura di diaframma. Più in basso c'è un simbolo che ci ricorda il modo di lettura esposimetrica usato (media, spot o a matrice), quindi una scala a trattini per l'esposizione manuale e che, in automatico con la lettura multizona, mostra di quanto si discosti l'esposizione standard da quella multizona.

Non mancano, per concludere, il contafotogrammi, ed una lettera che ricorda il tipo di esposizione adottato (per esempio, M per Manuale). Un mirino davvero a prova d'errore, con tutte le informazioni chiare e leggibili che sembrano più complicate di quello che sono a descriverle, ma davvero pratiche nell'adoperarle e, grosso pregio, non distraggono il fotografo dalla composizione dell'immagine.

IN PRATICA

Come dicevo, aprire l'imballo della Aria e ritrovarsi ad adoperarla come se fosse la fedele compagna di sempre, è cosa di un attimo: immediatamente se ne apprezzano la dolcezza di funzionamento, l'assenza di vibrazioni, la silenziosità davvero notevole per una reflex, i comandi al posto giusto, e la completezza delle funzioni (anche quelle che la 167 non aveva, come le esposizioni multiple e la lettura multizona). Il winder da tre fotogrammi al secondo è davvero silenzioso e consuma pochissimo (le due batterie CR2 sembrano non scaricarsi mai ed anche "in riserva" ci mettono un bel po' prima di esaurirsi del tutto).

Ho provato a lungo la Aria in tutte le condizioni possibili ed immaginabili, in piena luce ed in scarsa luce, in manuale, in program, etc..., con lettura multizona, media e spot, senza mai perdere uno scatto o sbagliare un'esposizione.

L'ho usata anche molto con il piccolo zoom che l'equipaggia e, anche in Program con lettura multizona, le dia sono sempre state esposte correttamente: certo, non illudiamoci che il multizona sia la soluzione a tutti i nostri problemi (il miglior giudice della luce delle nostre foto deve continuare ad essere il nostro cervello), ma devo dire che - nonostante le mie perplessità e pregiudizi - si è comportato davvero bene.

Cosa dire ancora di una reflex piccola e leggera che non può vantare nessuna soluzione davvero particolare? Nulla, altrimenti si rischia di fare della retorica: la Aria è ottima perché ci si dimentica di averla, la si usa con grande disinvoltura e, di ritorno a casa, si vorrebbe continuare ad usarla. Fa quello che deve fare e mantiene le promesse: forse il prezzo elevato (ma basso per una Contax) e la mancanza dell'autofocus non ne faranno una reflex per tutti, ma sicuramente ne faranno la reflex di chi ama fotografare senza stare dietro alle mode o è in cerca di fotocamere status symbol che accrescano il prestigio del proprio possessore.

Rino Giardiello © 11/2000
Riproduzione Riservata

LE 5 FUNZIONI PERSONALIZZATE

1. Impostazione AE Lock. Il blocco memoria può avvenire:

Se l'interruttore generale viene regolato su AEL, il blocco AE continuo ha la precedenza.

2. Bracketing, ordine delle esposizioni:

3. Riavvolgimento film, posizione coda:

4. Riavvolgimento a fine caricatore:

5. Modalità di trasporto al fotogramma n°1:

CARATTERISTICHE TECNICHE

CORPO

MIRINO

OTTURATORE

ESPOSIMETRO

FLASH

ALTRE CARATTERISTICHE