CONTAX RTS III
Prova su strada
Rino Giardiello, ottobre 2000

La RTS III apparve sul mercato nel 1991 dopo una lunga attesa, anzi, dopo un lungo periodo di stasi da parte della Contax che aveva fatto preoccupare non poco gli appassionati. Basta pensare che la RTS II risaliva al lontano 1982 e nonostante il lento rinnovamento delle reflex professionali e della nota parsimonia di novità da parte della Contax, si temeva ormai per il peggio e ad una chiusura dell'azienda. Nel catalogo Contax restava ormai solo la 167 MT, troppo poco per mantenere vivo un marchio anche se mitico.

Ed ecco invece la RTS III, una reflex piena di soluzioni particolari ed una qualità senza compromessi. Niente autofocus e/o automatismi mirabolanti ma tutto ciò che serve davvero al professionista (ed anche qualcosa di troppo) con una robustezza senza pari ed una elettronica raffinatissima. Non basta leggere le schede tecniche per capire cos'è una Contax: bisogna tenerla in mano ed adoperarla, scattarci delle foto (possibilmente diapositive) con gli splendidi obiettivi Zeiss che le corredano e solo allora si capirà perché questo marchio riesca ad avere degli appassionati disposti a qualsiasi sacrificio pur di possederle e corredarle.

Il corpo esterno è tutto in metallo e la fotocamera si "sente" in mano: la sensazione è oltremodo gradevole grazie anche ai rivestimenti morbidi ed antiscivolo. Il fondello è in titanio ed i circuiti elettronici interni sono tutti doppi (CPU e banchi di memoria): in condizioni normali lavorano in coppia dimezzando i tempi di reazione ma in caso di problemi è difficile che si resti "a piedi". La RTS III ha tutto di serie, questo giustifica il prezzo elevato, compresi un sofisticato dorso data che scrive nello spazio tra due fotogrammi, il flashmeter incorporato (un esposimetro in più in grado di misurare la luce di flash esterni) ed un pressapellicola ceramico aspirante che garantisce la massima planeità della pellicola e nessuno spostamento della messa a fuoco lavorando con gli obiettivi più luminosi a tutta apertura. I comandi sono semplici ed immediati: non c'è bisogno di leggere il libretto di istruzioni per usare la RTS III, sembra di averla sempre avuta. In questo la Contax va apprezzata dato che non si diverte ad inventare comandi diversi e fantasiosi per ogni nuovo modello ed è possibile passare da un corpo all'altro senza traumi e senza dover andare col libretto di istruzioni in tasca.

FLASHMETER: si tratta di una caratteristica esclusiva di questa fotocamera e, a quanto mi risulta, nessun'altra fotocamera di nessun altro marchio l'ha imitata se non la Leica con il suo modello R8 un bel po' di annetti dopo (6). Il flashmeter incorporato incide notevolmente sul prezzo finale: una milionata se ne va tranquillamente tra flashmeter e dorso data!
La luce di qualunque flash elettronico, collegato alla presa PC tramite il normale cavetto, può venire misurata con molta semplicità: c'è una levetta affianco al contafotogrammi e collegando il flash e ruotando la levetta partirà un lampo che verrà misurato dal circuiti dell'apparecchio. Una serie di barrette ci indicherà se chiudere o aprire il diaframma. La lettura è in luce riflessa di tipo spot per cui conviene effettuare più misurazioni per calcolare un valore medio di esposizione o ricorrere al solito cartoncino grigio.

IL MIRINO: in una reflex del genere il mirino deve essere per forza eccezionale e privo di qualsiasi difetto e lo schermo di messa a fuoco della RTS III ha una luminosità e nitidezza da record. L'area inquadrata, inoltre, è del 100% come nelle migliori ammiraglie concorrenti. Lo schermo è sostituibile con altri modelli. L'oculare con dimensioni più ampie del normale è dotato sia di correzione diottrica che di una comoda tendina per evitare che entri la luce quando il mirino non è coperto dall'occhio del fotografo. Il display nel mirino è ben visibile in luce scarsa ma mostra qualche problema quando la luminosità della scena fotografata è molto forte.

LE ALTRE CARATTERISTICHE: ricordiamo il pressapellicola ceramico aspirante che entra in azione al momento dello scatto assicurando la perfetta planeità della pellicola. Questo significa una resa sempre perfetta anche con pellicola leggermente curva ed alle maggiori aperture di diaframma. L'Auto Bracketing è classico e ben gestibile.

La RTS III non ha esposizioni programmate: è una precisa scelta professionale e si limita all'esposizione manuale, all'automatismo a priorità dei diaframmi ed a quello a priorità dei tempi: tutto quello che serve per un uso intelligente della fotocamera e far fronte a qualsiasi situazione di ripresa continuando ad essere noi a mantenere un certo controllo.

Rino Giardiello © 08/2000
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