ZEISS DISTAGON CONTAX
35mm F/1.4 e 35mm F/2.8 a confronto

Rino Giardiello, aprile 2003

E' giusto considerare il piccolo ed economico Zeiss Distagon 35/2.8 solo un ripiego rispetto all'eccellente Distagon 35/1.4, obiettivo non certo alla portata di tutti?

Gli utilizzatori del sistema Contax hanno a disposizione due obiettivi da 35mm di lunghezza focale. Sono obiettivi che, a fronte dei due stop di luminosità, hanno costi, pesi ed ingombri nettamente diversi.

Qualora il fattore prezzo non costituisse un problema, verrebbe spontaneo dire "compra quello più luminoso", ma le differenze tra i due Distagon non si limitano alla sola luminosità ed ogni obiettivo può vantare doti che lo possono rendere preferibile all'altro.
Al di là dei luoghi comuni vediamo quindi, punto per punto, quando preferire l'uno o l'altro.

A sinistra: il 35/1.4 permette di scattare all'imbrunire a mano libera con tempi di tutto rispetto e di scattare immagini come questa con pellicole da soli 100 ISO di sensibilità.

Zeiss Distagon 35/1.4 ad F/1.4, pellicola diapositiva FUJI 100. Il tempo esatto non lo ricordo, ma era relativamente rapido come si può ben intuire dalla scia del motoscafo.

DIMENSIONI E PESI
La prima cosa che balza all'occhio sono le dimensioni ed i pesi: il Distagon 35/1.4 sembra il Planar 85/1.4, grande e pesante, ma già a tenerlo in mano si capisce che si tratta di un obiettivo di gran pregio. Guardandoci attraverso, poi, si resta immediatamente sbalorditi per la luminosità e la brillantezza dell'immagine. Il 35/2.8 è piccolo e leggero, lo si scambia per un 50mm, e con questo e la maggior parte degli obiettivi più economici del sistema Contax condivide il passo filtri, un comodo ed economico 55mm.
Il 35/1.4 condivide i filtri dell'85/1.4 e di altri obiettivi luminosi, i ben più costosi filtri da 67mm. Entrambi gli obiettivi sono solidi e ben realizzati (lo standard è sempre quello Zeiss), ma 600 grammi nella borsa contro 240 non sono da sottovalutare!

PRESTAZIONI

Secondo le curve MTF fornite dalla stessa Zeiss, curve che si sono sempre mostrate molto attendibili e coincidenti con le misurazioni ed i test effettuati da diverse riviste, la resa dei due obiettivi ad F/5.6 è molto simile e si può notare solo un leggero calo qualitativo ai bordi più estremi per il 35/2.8. Inutile stare a fare analisi approfondite delle curve: all'atto pratico (e la fotografia è pratica) non ci sono differenze evidenti ed è per questo che non alleghiamo nessuna immagine di confronto, sembrerebbe sempre la stessa foto. Già non si riescono a notare differenze proiettando le dia, figuriamoci con delle JPG ridimensionate per la pubblicazione su Internet!
E' interessante notare come la resa sia elevatissima già ad F/5.6, che è un diaframma di tutto comodo. Molto elevata la resa del 35/2.8 a tutta apertura e, purtroppo, non abbiamo il relativo grafico del 35/1.4 allo stesso diaframma quindi non possiamo fare confronti a F/2.8. Abbiamo, però, le curve relative ad F/1.4 e queste, pur essendo ovviamente inferiori, sono in ogni caso davvero elevate, tra le più elevate in assoluto per un obiettivo di questa luminosità e lunghezza focale: insomma, si tratta di un'apertura realmente utilizzabile e non di uno specchietto per le allodole come spesso avviene (a che serve un obiettivo extraluminoso se poi è inusabile a tutta apertura?).

La correzione della distorsione è molto buona per entrambi, ma la distorsione del 35/2.8 si può davvero giudicare come inesistente, del tutto inavvertibile a livello visivo tanto che l'ho potuto adoperare spesso per riprodurre delle grandi tavole di progetti quando non avevo spazio a sufficienza per usare il 60 macro.

Leggerissima la vignettatura di entrambi ad F/5.6, ma quasi inesistente quella del 35/1.4, cosa tanto più pregevole se si pensa alla elevata luminosità massima; anche a tutta apertura la vignettatura è a livelli minimi, difficilmente percepibili nella realtà pratica, vale a dire non con una parete bianca uniformemente illuminata.
Molto efficace, come è tradizione per gli Zeiss, il trattamento antiriflessi di entrambi gli obiettivi.

CONCLUSIONI
Posseggo i due obiettivi in questione da moltissimi anni e, quando finalmente ebbi il 35/1.4, pensavo di togliermi il 35mm meno luminoso, ma numerosi test comparativi da me effettuati mi hanno convinto a tenerli entrambi: il 35/1.4 è stupendo quando serve la sua luminosità massima e la sua resa è incredibile in condizioni di luce scarsa - quella luce che, per qualità oltre che per quantità, consiglierebbe di rinunciare a scattare. Caratterizzato da uno sfocato molto bello e graduale, permette di realizzare fotografie impensabili per questa lunghezza focale e le immagini hanno sempre uno straordinario senso di ariosità. La presenza di una lente flottante rende costanti le prestazioni dall'infinito alla minima distanza di messa a fuoco e questo è un altro punto a favore.
Il piccolo 35/2.8 fa sempre benissimo il suo lavoro e, fotografando sempre a diaframmi intermedi in buona luce, non vi farà mai rimpiangere il fratello più blasonato; anzi, con le diapositive alcuni potrebbero preferire la sua resa leggermente più brillante. Durante una gita occuperà pochissimo spazio nella borsa e risolverà un sacco di situazioni per le quali il 28mm è troppo ed il 50mm è poco. Ma se fotografate spesso in interni o in condizioni di scarsa luminosità, se vi piace cogliere le atmosfere e le luci più difficili, se non vi piace adoperare pellicole troppo sensibili, se vi piace gestire lo sfocato anziché il "tutto a fuoco", il 35/1.4 è l'obiettivo che fa per voi e non rimpiangerete mai i soldi spesi o il suo peso.

Rino Giardiello © 04/2003
Riproduzione Riservata

Un'immagine banale, ma che può dare l'idea dell'efficacia del trattamento antiriflessi persino del difficile 35/1.4. Pur con una lampada puntata contro, l'immagine non perde nulla di contrasto né si creano aloni o immagini fantasma.

Sempre in controluce, si possono notare la resa davvero elevata del 35/1.4 anche alla distanza minima di messa a fuoco grazie alla lente flottante, la bontà del trattamento antiriflessi e la scarsissima profondità di campo a tutta apertura, cosa che permette, volendo, di isolare il soggetto dallo sfondo.

Due immagini banali, quasi delle cartoline, ma in proiezione fanno la loro bella figura grazie ad un eccezionale senso di tridimensionalità. Anche queste due immagini sono state scattate a mano libera a tutta apertura con una pellicola invertibile da soli 100 ISO.

Ho evitato di appesantire la pagina con le tante diapositive scattate in piena luce con le due ottiche in diverse situazioni: sarebbero state tutte belle e d'effetto, non c'è che dire, ma fondamentalmente non avrebbero mostrato nulla in grado di arricchire il test.