LEICA VARIO ELMARIT 28-90MM ASPH
Su Leica R8 in Val Venegia
Pierpaolo Ghisetti, marzo 2022

La mattina di gennaio è fredda e ancora in penombra nella zona trentina delle Pale di S.Martino: quando parcheggiamo il termometro della macchina segna un bel -10 gradi netto.

Leica R8 con Leica 28-90

Controllo l'attrezzatura da montagna e quella fotografica, una Leica R8 con zoom Vario Elmarit 28-90. L'aria è immobile, gelida e scintillante, mentre ci immergiamo nel bosco corazzato di ghiaccio, silenzioso e magico nella sua perfezione estetica. Non un suono turba la mattina: solo le suole dei nostri scarponi che cigolano sulla neve e il respiro leggermente affannoso, dovuto più all'aria polare che alla fatica. Aldilà del margine degli alberi si intravedono le cime delle Pale, il maestoso e svettante Cimone, la Vezzana e la forma arrotondata del Mulaz: cime che conosco bene, avendole salite tutte negli anni passati, e che mi sono diventate familiari nel corso di numerose escursioni in questo magico gruppo dolomitico.

Leica R8 con Leica 28-90

La Val Venegia scorre lentamente mentre la percorriamo, senza eccessivo dislivello, e proprio per questo mi sono permesso di portare in questa gita una attrezzatura dal peso di ben 1.7kg, di cui 770g di solo zoom.

La Leica R8 è una macchina molto ben equilibrata, grazie anche all'impugnatura sagomata nel corpo, con un design rivoluzionario per gli anni Novanta, quando fu commercializzata, e un mirino che, con la sorella R9, è probabilmente il migliore mai realizzato su una reflex. Luminoso, con i dati perfettamente leggibili, e con un contrasto perfetto, che permette una messa a fuoco precisa in tutte le occasioni.

Leica R8 con Leica 28-90

Lentamente la valle si allarga, sino ad arrivare al pianoro dove sorge la Malga Venegia a circa 1700 metri di quota: le cime appaiono in tutta lo loro potenza scenografica, grazie anche alla giornata di cristallo, senza nuvole o foschia.

Qui l'utilità dello zoom rivela pienamente il suo significato operativo: posso passare dalla focale da 28mm, che ho principalmente utilizzato nel bosco, per sfruttare nella penombra la luminosità di F/2.8, alla focale tele, per cogliere particolari delle cime.

Leica R8 con Leica 28-90

Leica aveva già in catalogo uno zoom 28-70mm F/3.5-4.5, di costruzione Sigma, molto buono nelle prestazioni generali, leggero e moderatamente economico: questo Vario Elmarit propone non solo una lunghezza focale maggiorata, ma una costruzione ottico-meccanica di altissimo livello.

Come in tutte le realizzazioni Leica degli anni 2000 (il Vario Elmarit è del 2003), questo obiettivo presenta una serie di picchi tecnologici non indifferenti: due lenti asferiche, incorporate nello schema ottico di 11 elementi, lenti a bassa dispersione, due gruppi mobili interni, con una meccanica a doppia ghiera di precisione assoluta. La luminosità passa da F/2.8 in posizione grandangolare a F/4.5 alla focale di 90mm, scotto da pagare in luminosità per contenere il peso dell'ottica, del resto già abbastanza pesante di suo. Il paraluce a tulipano è incorporato ed estraibile.

Leica R8 con Leica 28-90

La resa, nelle diapositive Velvia originali, è di grande effetto: equilibrata, mai eccessiva nel contrasto (segno dell'oculato utilizzo delle lenti asferiche), incisione notevole, mai urlata. In realtà a livello di curve MTF la focale da 28mm presenta una distorsione del 3% (inavvertibile nella foto paesaggistica) e una resa ai bordi a TA più bassa rispetto alla zona centrale, anch'essa non significativa in queste circostanze. Potrebbe invece risultare più critica nella fotografia di monumenti. La focale da 50mm presenta una luminosità di F/3.5 e una resa quasi perfetta, mentre notevole risulta l'estrema focale da 90mm, grazie anche alla chiusura di F/4.5, che ne facilita la resa ottica. Da notare che tra F/5.6 e F/8 la resa di tutte e cinque le focali principali si avvicina a quella delle rispettive focali fisse.

Leica R8 con Leica 28-90

I tempi di otturazione da me utilizzati non sono mai scesi sotto il 1/125 di sec. per le due focali grandangolari, mentre spesso ho utilizzato il tempo di 1/250 di sec. per le focali tele, per ottenere immagini esenti da micromosso. Il complesso macchina-obiettivo risulta inaspettatamente maneggevole ma sicuramente pesante ed anche abbastanza ingombrante: non è certo una combinazione da montagna, specie nel caso di escursioni impegnative su ghiacciaio o roccia. La mia scelta deriva sia dalla voglia di utilizzare questa combinazione fotografica nel magnifico scenario dolomitico, sia dalla facilità di questa escursione, che permette di portare un tale peso con assoluta indifferenza. Infatti, tranne in casi molto particolari, di solito la mia scelta fotografica in montagna cade regolarmente su un corredo Leica M con focali da 35 e 90mm, oppure 28 e 75mm.

Tuttavia vi sono situazioni in cui uno zoom su apparecchio reflex può essere utile: utilizzo di focali particolari, ad esempio tele spinti o macro, oppure la necessità (fisica o psicologica) di non cambiare continuamente ottica man mano che si procede nella escursione, trovando nella variazione focale dello zoom sempre quella desiderata per l'inquadratura necessaria. A ciò potrei aggiungere che avere nelle tasche del pile due ottiche alternative, col il freddo della giornata, non invita a togliersi e rimettersi ripetutamente i guanti per il cambio ottica, provocando quella crisi di rigetto che impedisce poi di fotografare con soddisfazione.

Leica R8 con Leica 28-90

Mentre alla Malga mi gusto la classica, e meritata, polenta con salsiccia e formaggio fuso, ripenso criticamente all'esperienza fotografica appena trascorsa, anche se poi scatterò ulteriori immagini durante il ritorno a valle. Sicuramente ho voluto forzare l'utilizzo di questa combinazione: in una escursione di diverse ora non l'avrei mai portata. Invece per una passeggiata come questa è risultata perfetta nella sua completezza operativa. Rimane poi la soddisfazione, da appassionato, di utilizzare due componenti fotografici di qualità, nella migliore tradizione Leica, soddisfazione alla quale ciascuno può assegnare un valore diverso, ma che rimane uno degli elementi caratteristici e fondanti della fotografia a pellicola, almeno attualmente.

Leica R8 con Leica 28-90

Il Vario Elmarit 28-90 ASPH è risultato uno zoom molto valido, con alcune limitazioni, tipiche delle ottiche zoom, tra cui sicuramente il peso e la limitata luminosità alle focali tele (ininfluente nella bellissima e brillante giornata invernale, ma limitante in altre situazioni). Considerando altre esperienze nel mondo degli zoom Leica il 35-70/3.5 e il 28-70mm, risultano più indicate come ottiche da viaggio, per dimensioni, peso e costi. Tuttavia, oltre alla focale maggiorata, nessuna delle due ottiche citate in precedenza arriva ai picchi qualitativi del Vario Elmarit. Se poi aggiungiamo il notevole costo, anche sul mercato dell'usato, si vede con chiarezza che si tratta di un'ottica abbastanza elitaria, (2100 esemplari certificati sul LFB), in piena logica Leica, ma che trova ancora, in una tecnologia ottico-meccanica di elevatissima qualità, un suo perché.
Almeno finché esisteranno appassionati in grado di apprezzarla.

Pierpaolo Ghisetti © 03/2022
Riproduzione Riservata

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