LEICA APO SUMMICRON 75/2
Tu chiamala se vuoi… perfezione!
Pierpaolo Ghisetti, agosto 2019

Nel lontano 1931 la Leitz mette in vendita un’ottica del tutto particolare, frutto della ricerca ottica di Max Berek, cui il progettista assegna il nome del suo cane, ovvero Hektor, nome tra l’altro già dato a un 5cm molto luminoso.

LEICA APO SUMMICRON 75/2L’Hektor 7,3cm f/1,9, dotato di 6 lenti in 3 gruppi, lo schema preferito di Berek, è un obiettivo del tutto particolare nel catalogo Leitz, molto luminoso e con una lunghezza focale innovativa, a metà tra il classico 5cm e il medio tele da 9cm. Quest’obiettivo è rimasto in catalogo sino al 1942, creando un piccolo mito, grazie alle sue varianti, i filtri particolari e i rari mirini dedicati.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Questa focale intermedia scompare per quasi quarant’anni dai cataloghi della Casa di Wezlar, sino a quando W. Mandler della Leitz Canada non realizza nel 1980 uno dei suoi capolavori col Summilux 75/1,4, dotato di 7 lenti in 5 gruppi, inizialmente fornito di un paraluce separato, poi incorporato nel 1982. Quest’obiettivo, in alcune serie problematico per l’esatto accoppiamento della camma telemetrica col corpo Leica M, rimane uno dei migliori medio tele da ritratto e da ripresa in interni mai realizzati, per l’eccezionale capacità di stacco dei piani di messa a fuoco. Nel 2005 Peter Karbe, nuovo progettista della Leica, realizza lo Apo Summicron 75/2 Asph, sempre con 7 lenti in 5 gruppi, con grande profusione di lenti speciali.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Nel 2007 poi appariranno due ottiche molto simili ma più economiche delle precedenti, ovvero i Summarit 75/2,5 (6 lenti in 4 gruppi) e il quasi omologo Summarit 75/2,4, dotato anche di una affascinante livrea silver nel barilotto. Complessivamente le ottiche da 75mm per Leica (assimilando alla famiglia anche il vetusto 7,3cm) risultano essere cinque, una per innesto a vite 39x1 e quattro per Leica M.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

In un mio viaggio nel nord della Grecia presso Kalambaka, dove sorgono i famosi monasteri delle Meteore (in greco “tra le nuvole”), ho deciso di equipaggiarmi proprio con l’Apo Summicron 75/2, per tutta una serie di considerazioni. Il peso innanzitutto, di poco più di 400g, rappresenta una garanzia di portabilità e leggerezza che si accoppia benissimo con la Leica M7 scelta come compagna di viaggio; poi la lunghezza fisica del barilotto di soli 6,5cm e il pratico paraluce incorporato, che ribadiscono il concetto di perfetta fusione col corpo M.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

La tecnologia di questo Summicron è quanto di meglio possa offrire la Leica nel settore obiettivi: Peter Karbe (che ho avuto il piacere di conoscere personalmente e che mi ha illustrato la filosofia Leica degli anni Duemila), ha totalmente ridefinito la focale da 75mm, proponendo non solo una lente Asferica e la correzione Apo, ma anche due lenti a dispersione anomala e due ad alta rifrazione. In più l’apertura relativa a f/2 gli ha consentito un accoppiamento perfetto e non critico con il corpo Leica M, anche alle brevi distanze, grazie ad una ridefinizione delle tolleranze meccaniche mai vista in precedenza sulle ottiche Leica.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Una quadratura del cerchio formidabile che fonde in questo Summicron le migliori prerogative della focale Summicron da 50mm e presenta la focale intermedia tra 50 e 90mm, senza gli eccessi di contrasto del noto Apo Asph 90/2, che si distaccava dalla classica filosofia ottica degli obiettivi Leitz/Leica. In pratica due obiettivi in uno, mantenendo quelle prerogative di brillantezza, incisione, pastosità dell’immagine che sono da sempre il fingerprint del nome Summicron, ma tenendo ben presente le critiche (giuste ma eccessive) che il 90/2 Apo Asph ha causato negli appassionati del marchio più tradizionalisti. Tralascio la lettura delle curve MTF, importanti in ogni caso per donare un minimo di obiettività ai giudizi tecnici, perché nel caso del nostro Summicron 75mm risultano addirittura ridicole nella loro perfezione, già a TA, causando nel fotografo la sensazione di inadeguatezza tecnica, percezione del resto molto diffusa con l’attrezzatura Leica.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Quasi quattro giorni ai Monasteri delle Meteore, luogo così famoso da comparire anche in un film di James Bond con Roger Moore, mi hanno permesso di apprezzare pienamente tutte le qualità di questo obiettivo: meccanica finissima e senza difetti, sia nella ghiera di messa a fuoco, perfettamente frizionata, sia nella portabilità generale, sapientemente bilanciata sul corpo M7, poco intrusiva e ingombrante, nella borsa e nella tasca del gilet di piumino. Il nord della Grecia e quindi le Meteore sono talvolta soggette a brevi perturbazioni balcaniche, con piogge e nebbie che rendono ancora più affascinanti gli aerei monasteri costruiti sulla sommità di picchi calcarei molto suggestivi. Appare evidente la somiglianza con gli Dzong buddisti del Bhutan, che ho visitato anni orsono, e anche se lo stile architettonico è completamente diverso, li accomuna la pari funzione di luogo di preghiera solitario e separato dal resto del mondo.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

E allora perché la focale da 75mm? Perché, oltre a permettere il risparmio di un’ottica nel corredo, con conseguente alleggerimento operativo e di peso, permette di tagliare le inquadrature in modo naturale e non spinto come un 90mm. I monasteri, abbarbicati sulle cime di queste sorprendenti rocce, devono apparire come sospesi tra le nuvole, in un ambiente fiabesco e fantastico. La compressione del tele deve essere leggera, quasi naturale, senza forzature. L’apertura di f/2 è perfettamente utilizzabile in tutte le situazioni e l’optimum di prestazioni si ottiene tra f/4 e f/5,6, permettendo sempre un tempo di otturazione adeguato tra lo 1/125 e lo 1/250 di sec, per immagini senza micro mosso che liberino tutta la tecnologia del Summicron 75/2 Apo.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Data la grande notorietà dei luoghi e il turismo molto invadente, ho scelto di dormire in una piccola pensione a picco sotto le rocce, immerso in un paesaggio quasi dolomitico, col vantaggio pertanto di potermi muovere liberamente la mattina presto o dopo le 15, quando i monasteri chiudono e le folle si diradano. Come sempre la luce è un elemento fondamentale e la migliore è quella del tardo pomeriggio, che mi ha regalato momenti di grande suggestione. I monaci, anche se ormai inseriti in un circuito turistico, cercano di difendere la loro privacy con orari di visita precisi, che permettano di ritornare alle regole di preghiera e silenzio originarie, ma di fronte a qualche mia richiesta particolare, hanno sempre mostrato pazienza e gentilezza.

Leica Summicron 75/2 Pierpaolo Ghisetti ©

Esiste veramente un obiettivo perfetto o è solo un mito tecnico-commerciale? Esiste un obiettivo i cui limiti sono dati solo dall’abilità del fotografo, il quale non può trovare scuse di alcun tipo per la creazione delle immagini? Nel Summicron 75/2 Apo non c’è distorsione, vignettatura, resa a TA, resa ai diaframmi centrali, maneggevolezza e peso che possa limitare l’atto fotografico. Cosa dire di più: la perfezione esiste? In questo caso la mia risposta è affermativa e Peter Karbe può essere realmente fiero di stare accanto a miti come Berek e Mandler, perché ha ridefinito questa focale spingendola al limite del possibile, meccanico e ottico.

Pierpaolo Ghisetti © 08/2019
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