TUTTE LE LEICAFLEX
Luca Piccinelli, settembre 2000

LEICAFLEX 1965-68

Più di 37.000 esemplari prodotti.
Comunemente cromate, rarissime nere.

Ha un significato storico perché rappresenta l'entrata della Leitz nel mondo delle reflex. Anche se già all'uscita presentava alcune caratteristiche un po' più conservatrici rispetto alle altre marche, è dotata di tutto l'indispensabile per poter essere usata ancor oggi con soddisfazione. Come anche tutte le Leicaflex successive presenta l'utile coassialità tra leva di carica, selettore dei tempi e pulsante di scatto, tempi fino 1/2000 e sincro flash a 1/100. Il circuito esposimetrico non è TTL, appare simile a quello dei Leicameter ed ha una cellula posta sopra l'obiettivo che legge con un angolo corrispondente alla focale di 90mm.

La Leitz non denominò in alcun modo questo modello, solo i collezionisti cominciarono a chiamare le due versioni esistenti come mark 1 e mark 2 (mk1 e mk2). La prima, più rara, distinguibile per la finestrella contafotogrammi a settore di cerchio, non presenta l'interruttore per l'esposimetro, che invece nella seconda è attivabile con lo scostamento della leva di carica. Si tenga presente che il circuito ha un consumo molto basso e permette ugualmente una durata delle batterie molto elevata, aiutato dal fatto che riponendo il corpo al buio nella borsa il consumo si riduce quasi a zero. Anche sui modelli MOT successivi fu adottata questa soluzione.

Il selettore dei tempi è interamente cromato, ma manca di una zigrinatura accentuata che possa permetterne la rotazione col solo dito indice, inoltre la lunga corsa della leva di carica necessita di un po' di assuefazione.

L'otturatore è molto più silenzioso e dolce di tutte le altre Leicaflex successive e in più presenta l'utile possibilità di sollevare lo specchio che consente di raggiungere quasi la silenziosità e l'assenza di vibrazioni della serie M.

Il mirino permette la messa a fuoco solo tramite un cerchio centrale di microprismi; è consigliabile non utilizzare obiettivi poco luminosi ed evitare i grandangolari estremi che provocherebbero una leggera vignettatura nel mirino. Nella parte inferiore dello schermo è ben leggibile la scala dei tempi mentre l'esposizione viene determinata facendo combaciare il classico ago con l'anello.

Per chi ama i grandangolari non va dimenticato che è l'unico modello di Leicaflex che permette di usare il leggendario Super Angulon 21/3.4, che ha lo stesso schema ottico di quello della serie M, ma oggi grazie alla sua scarsa popolarità nella versione R è reperibile a prezzi inferiori. Per inquadrare è necessario utilizzare l'apposito mirino ma la cellula esterna permette di non perdere la misurazione esposimetrica.

Le mk1 e mk2 sono nate per l'utilizzo degli obiettivi a una camma, oggi reperibili a prezzi notevolmente inferiori rispetto ai successivi, ma possono montare anche quelli a 2 e 3 camme.

Vengono di solito vendute corredate di Summicron 50/2.

LEICAFLEX SL 1968-74

Più di 70.000 esemplari prodotti tra cui un migliaio MOT
Comunemente cromate, rare le nere.

Ha esattamente gli stessi comandi (con pregi e difetti) della Leicaflex originaria ma i selettori sono neri. Il mirino è stato reso più luminoso, lo schermo di messa a fuoco è interamente smerigliato con una zona centrale a microprismi più accentuati che delimita anche l'angolo di lettura spot del nuovo esposimetro TTL. Non è più possibile sollevare lo specchio ma è stato aggiunto un tasto per chiudere il diaframma e stimare la profondità di campo.

Accetta obiettivi a 2 e 3 camme; con quelli a una camma può misurare l'esposizione solo in stop down apportando una correzione all'esposizione. Il movimento dello specchio della SL non rende possibile l'utilizzo di alcuni particolari obiettivi prodotti successivamente.

Oggi dato l'elevato numero di esemplari è reperibile a prezzi relativamente contenuti. Anche le ottiche a 2 camme presentano sul mercato prezzi inferiori ai successivi ed è sempre possibile in seguito dotarle della terza camma per renderle compatibili con i modelli Leica R.

LEICAFLEX SL2 1974-76

Più di 25.000 esemplari di cui un migliaio MOT.
Comunemente nere, rare le cromate.

Rappresenta la massima evoluzione della serie. Cambiando leggermente la sagoma del corpo è stata raggiunta la massima ergonomicità ed il comando dei tempi è ora veramente azionabile col solo dito indice senza staccare l'occhio dal mirino. L'utilizzo della leva di carica è più agevole grazie alla sua nuova forma, è stato aggiunto il contatto caldo flash sulla slitta ed il comando di apertura del dorso è ora standardizzato tramite il sollevamento della manovella di riavvolgimento.

La sensibilità dell'esposimetro è aumentata ed è stata aggiunta una lampada nel mirino che permette di vedere l'ago dell'esposimetro con poca luce. L'unico neo è il pulsante di sbocco degli obiettivi che è stato portato a filo del corpo diminuendone la praticità.

Il mirino, pur mantenendo una fascia di microprismi, è stato dotato dello stigmometro centrale che aiuta chi ha piccoli difetti di vista ed aumenta la precisione di messa a fuoco con l'uso dei grandangolari e con l'aggiunta della scala dei diaframmi ora si ha una vera completezza di informazioni.

Il diverso movimento dello specchio permette di utilizzare anche le ottiche che non erano compatibili con la SL.

Il prezzo di mercato della è circa il doppio si quello di una SL, a molti può sembrare ingiustificato ma non si deve dimenticare che oltre a possedere caratteristiche più raffinate è stata prodotta per soli 3 anni in un numero relativamente limitato di esemplari.

La Leitz reintrodusse un modello reflex completamente meccanico, la Leica R6, solo 12 anni dopo, nel 1988.

CONSIDERAZIONI FINALI

Per chi fosse più interessato all'utilizzo rispetto al collezionismo al momento dell'acquisto di corpi e obiettivi consiglierei di non soffermarsi troppo sulle condizioni estetiche in modo da spuntare prezzi migliori, dato che la robusta costruzione ne permette sempre il funzionamento o l'eventuale riparazione.

Comunque se la macchina è rimasta inutilizzata per molti anni è sempre preferibile farla revisionare per ripristinare le tarature.

Le versioni MOT hanno un fascino tutto particolare: quelle perfette corredate di motore sono ricercate dai collezionisti mentre ritengo che quelle in condizioni estetiche peggiori, anche senza motore, non siano da disdegnare da parte degli utilizzatori dato che sul mercato hanno prezzi vicini alle versioni normali nonostante la loro rarità. Le SL2 MOT inoltre a differenza del modello normale sono dotate di uno schermo interamente smerigliato che può essere utile per generi particolari di fotografia come quella con lunghi tele o la macro.

Luca Piccinelli © 09/2000
Riproduzione Riservata

LETTURE CONSIGLIATE
G. Sartorius "Carta d'identità della Leica" e "Carta d'identità degli obiettivi Leica" Edizioni Reflex
G. Osterloh "Leica R" ed. Vallardi
D. Laney "Leica Pocket Book" ed. Hove