LOMO: LA PICCOLA 35mm RUSSA
Sigla originale: LOMO LC-A. Compatta 35mm

Rino Giardiello, gennaio 1998

Sui NewsGroups riguardanti la fotografia oggi e nei circoli fotografici circa 5-6 anni fa, sono arrivate all'interesse dei più le fotocamere russe. Ricordo quando, più o meno nel 1993, arrivarono i primi pullman carichi di polacchi (i russi, credevamo allora) a loro volta carichi di fotocamere, cannocchiali, binocoli, visori agli infrarossi, coltelli, temperini, orologi e bambole.

Nella foto, il modello in mio possesso, quello che si trova sulle bancarelle a poche decine di migliaia di lire, importate - si fa per dire - dai polacchi. La sigla originale è LC-A.

I fotoamatori (ma anche i padri e le madri di famiglia) si lanciarono all'acquisto delle reflex Zenit, gli appassionati cercarono le Fed e le Zorki, le copie russe delle Leica a telemetro, o le Kiev 6x6, terribilmente somiglianti alle mitiche Hasselblad. Il tempo (non più di un anno, in verità) ha portato alla luce pregi e difetti delle varie fotocamere e la bontà degli "affari" conclusi. Molte Zenit sono "morte" dopo poco l'acquisto e le riparazioni costavano più della fotocamera nuova, le copie Hasselblad erano degli ottimi fermacarte ma nulla di più (peccato perché le ottiche erano decenti), le Lubitel (copie della Rollei biottica 6x6) continuano a funzionare bene ma sono scomodissime da usare (altro fermacarte), le Fed e le Zorki davano problemi ma tutto sommato erano e sono le più concrete per scattare foto. Per quanto mi riguarda, comprai di tutto (anche le bussole) salvo le Zenit (e sono contento di non averlo fatto), ma gli obiettivi a vite sì. Ho usato tutte le fotocamere acquistate, anche la mezzo formato e le compatte, e molte continuo ad usarle. Le altre fanno bella figura in una vetrinetta del soggiorno.

La delusione maggiore l'ho avuta forse proprio dalla Lomo, piccola, simpatica e "da taschino", ma con un obiettivo scadente. Nulla a che vedere con le altre compatte, una Fed ed una Kiev (quest'ultima è la copia perfetta della Minox 35 GL), tutte dotate di obiettivi tra il buono e l'ottimo.

La Lomo è una compatta davvero tascabile. Le sue dimensioni sono solo: larghezza 10,5 - altezza 6 cm - profondità 2,8 cm (4 cm con l'obiettivo, che non è rientrante). Il peso è davvero piuma, più o meno come quello della Minox.

LE CARATTERISTICHE

In apparenza la Lomo è una compattina pronta per fare bene il suo dovere. L'obiettivo è un Minitar da 32mm F/2,8 protetto da una piccola saracinesca che protegge anche il mirino. Sulla destra dell'obiettivo c'è una levetta che serve per impostare le distanze di messa a fuoco, da 80 cm all' infinito, sulla sinistra c'è un'altra levetta che serve per impostare manualmente i diaframmi da 2,8 a 16 (ed in tal caso la fotocamera funziona in automatismo a priorità di diaframmi) ed un'ultima posizione con la scritta "A", (automatismo totale, una specie di programma che non si capisce bene cosa faccia e come, ma funziona bene). In alto sul frontale c'è una minuscola rotellina che permette di impostare la sensibilità della pellicola da 25 a 400 ISO. A tenerla in mano è gradevole, sembra anche ben fatta, il prezzo richiesto dai polacchi è una stupidaggine (30-50'000 lire), insomma... un vero affare!

Allora non si conosceva la Lomo né erano state inventate le Lomografie, un simpatico ed interessante esercizio culturale purtroppo subito abbinato ad un astuto business commerciale. La stessa fotocamera passando da oggetto proletario a oggetto di culto-finto-proletario-molto-chic ha quintuplicato il suo prezzo ed alterato l'effettivo valore dell'oggetto stesso. Mi spiego meglio: se posso dire che la Lomo, costando al massimo 50'000 lire, può essere una simpatica fotocamera di discreta qualità, il giudizio cambia completamente quando la stessa fotocamera è venduta a 200'000 lire. A quel prezzo si trovano numerose concorrenti Made in Japan dalla qualità nettamente superiore con tanto di garanzia ed assistenza (la Lomo, quando non va più, la dovete solo buttare).

A proposito: nella parte inferiore c'è un piccolo vano che ospita tre pile che sembrano le solite pasticchette all'ossido d'argento da 1,5V, quelle montate sulla maggior parte delle fotocamere reflex degli anni '80, ma in realtà il voltaggio è leggermente diverso. Scaricatesi quelle in dotazione (attenzione, si ossidano, a volte scoppiano, e rovinano tutto), ci si trova in difficoltà. Molti (tra cui il sottoscritto) le hanno sostituite con le nostre e tutto sembra funzionare bene lo stesso.

SU STRADA

Ero davvero contento con la mia prima Lomo in mano (ne ho comprate due, dato che pensavo di essere stato sfortunato con la prima). Metto il primo rullino ed esco per strada. Per fare un test efficace uso sempre un rullino di diapositive 100 ISO di buona qualità. Le diapositive sono meno tolleranti dei negativi ed hanno meno probabilità dei negativi di essere maltrattate dai laboratori, per cui mostrano con una buona approssimazione (la stessa che può ottenere qualsiasi altro fotografo nell' uso pratico) i problemi relativi all' esposizione, la nitidezza e la resa cromatica.

Il primo rullino è stato un disastro: poco da dire sulla nitidezza dell'obiettivo, sufficiente anche se non eccezionale, ma la vignettatura (caduta di luce sui bordi) e la distorsione (linee dritte riprodotte come curve) erano terrificanti. Il test del controluce per verificare il trattamento antiriflessi ha fornito una affascinante immagine da Guerre Stellari: il soggetto si intravedeva a stento tra raggi cosmici, nebbie mistiche ed aloni luminosi. Discreta invece la resa cromatica in situazioni tipo il paesaggio, ma avendo cura di tenere il sole sempre alle spalle.

La seconda Lomo si è comportata un po' meglio in quanto a vignettatura e distorsione, ma dopo un paio di rullini cominciava ad accavallare i fotogrammi (un difetto nel trascinamento, non riparabile se non al prezzo di una terza Lomo). Prestazioni tutto sommato rapportate al prezzo della fotocamera, ma da mettere in conto la possibilità che la sua esistenza sia davvero breve.

CONCLUSIONI

Se avete intenzione di acquistare una Lomo per divertirvi fatelo pure, ma non pagatela più di 50'000 lire. Se siete affascinati dall'idea delle Lomografie e non avete 200'000 lire da spendere (cosa che, a parte tutto, non vi consiglio di fare), ricordatevi che la sperimentazione "CulturalFotograficAlternativa" si può fare anche con le Polaroid, il riciclo delle Usa e Getta, le vecchie Comet Bencini, le fotocamere omaggio nei fustini di detersivo, quelle a foro stenopeico autocostruite, etc.

Mentre meditate sugli oggetti in vostro possesso e decidete il da farsi, ascoltate "Eskimo" di Francesco Guccini e non permettete che qualcuno si arricchisca speculando su improbabili e stiracchiate operazioni culturali.

LE ALTERNATIVE ALLA LOMO: KIEV 35A e FED 50

Giusto per restare in tema, esistono altre due fotocamere compatte provenienti dall'ex Unione Sovietica. La prima è la Kiev 50 (spesso si trova col nome Kiev 35A, ma non cambia nulla), una compatta identica in tutto e per tutto alla Minox 35 GL in grado di fornire prestazioni molto buone ed un obiettivo che vale quanto quello della Minox (vale a dire davvero buono). Purtroppo sono stati copiati anche i difetti della Minox 35 GL, vale a dire i problemi del magnete dell'otturatore che su alcuni esemplari (molti) si guasta e l'otturatore non scatta più (anche se si sente il clic della molletta interna al pulsante di scatto). Se vi capita un esemplare fortunato, è una compattina davvero ottima, sia per 80'000 che per 150'000 lire (purtroppo è il classico "terno al Lotto").

La seconda è la FED 50, un po' più grande e massiccia della Lomo e della Kiev ma anch'essa con un obiettivo 38mm F/2,8 (non buono come quello della Kiev 50, ma sicuramente non inferiore a quello della Lomo, più che dignitoso sulle solite stampe 11x16. Non la consiglio assolutamente per farci le diapositive). È la compatta del miracolo, nel senso che non ha pile ma funziona ugualmente in automatismo grazie all'esposimetro al selenio le cui cellule circondano l'obiettivo. Il mirino è nitido e luminoso, ricorda quello delle Rollei 35, e la sensazione di "tutto pieno" e "tutto metallo" della Fed 50 è molto simile a quello delle ottime compattine tedesche prodotte negli anni '80 (ma non fatevi trarre in inganno, nulla a che vedere!). Questa è l'unica compatta che non mi ha mai dato problemi meccanici ed è un valido acquisto per le 30-50'000 lire al massimo che vi chiederanno i soliti Polacchi (ma non vale nulla di più a causa dei limiti dell'ottica, un vero peccato).

Rino Giardiello © 01/1998
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