MINOLTA HIMATIC 7SII
Andrea Bionda, luglio 2000

Minolta Himatic 7SII. Una compatta d'altri tempi: solida, pratica, di buona qualità, ed in più permette un totale intervento da parte del fotografo.

I fotografi più "stagionati" tra voi ricorderanno sicuramente come, in particolar modo negli anni '70, una consistente fetta di mercato fu conquistata da una categoria di macchine fotografiche destinate a chi non voleva rinunciare ad ottenere buoni, a volte ottimi risultati anche in situazioni in cui non fosse opportuno farsi carico delle spese o della fatica conseguenti la scelta di usare un pretenzioso corredo reflex. Le maggiori case produttrici, dalla Petri alla Canon, si cimentarono pertanto nella produzione di alcuni modelli di macchine che possiamo considerare come progenitrici delle attuali compatte, non ultima la blasonata Leica che progettò e commercializzò con il proprio marchio la compatta telemetrica ad ottiche intercambiabili CL, di produzione Minolta. Il contenuto tecnologico di queste fotocamere variava moltissimo da un modello all'altro, dalle più spartane a quelle tanto versatili da far difficilmente rimpiangere la reflex. Tra queste ultime è senz'altro il caso di citare la Minolta 7SII, ultima nata in una famiglia che, dal 1962 al 1978, ha dato alla luce quasi una ventina di versioni diverse.

Si tratta di una piccola fotocamera a telemetro ad obiettivo fisso. La costruzione è assai solida con abbondante uso di metallo a tutto vantaggio della robustezza e dell'affidabilità, un po' meno del peso. Pochi i fronzoli, numerose invece le caratteristiche interessanti. La messa a fuoco, piuttosto agevole anche con poca luce, avviene per sovrapposizione d'immagine, attraverso l'uso della levetta posta a sinistra dell'obiettivo. Per chi non fosse abituato al telemetro, si tratta in pratica di focheggiare fino a rendere nitida l'immagine nell'area gialla al centro del mirino. Questo sistema ha l'indubbio vantaggio di mantenere costantemente nitido il resto del campo inquadrato, garantendo il continuo controllo della scena attraverso il mirino. Quest'ultimo, che inquadra come al solito qualcosa di più dell'area delimitata dalle apposite cornicette, riporta i riferimenti per l'inquadratura reale sia per le distanze normali che per quelle ravvicinate e, sulla destra, la scala dei diaframmi.

L'otturatore centrale consente di impostare tempi di scatto da 1/500 a 1/8 di secondo, su ognuno di questi (ciò vuol dire fino a 1/500 di secondo!) è possibile sincronizzare il flash, attraverso la slitta a contatto caldo. Sulla ghiera dei tempi coassiale all'obiettivo, un utile pulsante di sicurezza previene la selezione accidentale della posa B. Qualora la ghiera dei diaframmi, anch'essa posizionata attorno all'obiettivo, sia in posizione AUTO, l'esposimetro seleziona l'appropriato valore di chiusura riportandolo nel mirino. Il pulsante di scatto premuto a metà corsa blocca l'esposizione permettendo, eventualmente, di reinquadrare. È comunque possibile intervenire modificando manualmente il valore di diaframma. La macchina inoltre scatta su tutti i tempi anche senza pile. Il sensore dell'esposimetro è intelligentemente posizionato nella parte frontale dell'obiettivo in modo da consentire l'uso dei filtri compensando automaticamente l'esposizione.

Ho scelto di parlare in ultimo dell'obiettivo reputandolo il degno complemento di una macchina già di per sé assai valida. È un Minolta Rokkor 40/1,7 dalla resa davvero elevata da f/4 in su, ma in grado di comportarsi dignitosamente anche a tutta apertura. Non distorce affatto e mostra le sue uniche incertezze soltanto nei controluce più spinti. Insomma un ottimo obiettivo dal sapore antico, non tagliente come un rasoio ma denso e saturo come pochi obiettivi moderni sanno essere, molto adatto a chi scatta e proietta diapositive proprio per la sensazione di tridimensionalità che riesce a restituire. Secondo alcuni collezionisti si tratterebbe, leggermente modificato nell'apertura, dello stesso 40/2 Summicron-C prodotto per Leica CL e Leitz-Minolta CL, ma non ho mai avuto modo di effettuare una prova comparativa. La luminosità massima di quest'obiettivo infine, unita all'assenza di specchio e tendine, rende la macchina utilizzabile a mano libera anche nelle situazioni di luce più scarsa.

Sforzandosi di trovare qualche difetto alla Himatic 7SII, non si può non notare l'assenza di un blocco del pulsante di scatto, della finestrella di controllo pellicola sul dorso, della presa PC per flash e della scala delle profondità di campo sull'obiettivo; infine peso e dimensioni che non sono certo quelli di una Minox. Peccati veniali, tutto sommato, considerando l'abbondanza di caratteristiche, degne di macchine dal ben più alto lignaggio (piccole cose forse, ma quale compatta di oggi ha la presa per lo scatto flessibile o la possibilità di selezionare manualmente la sensibilità della pellicola?). Insomma chi vuole assaporare il fascino del telemetro senza spendere cifre da capogiro, accettando la "costrizione" dell'ottica fissa ma senza rinunciare alla qualità, provi pure a cercare questo vecchio gioiello Minolta per negozi e mercatini. Il prezzo? Se perfetta può valere fino a 150.000 lire, occhio al modello però! Le altre versioni, spesso più economiche, mancano di alcune importanti funzionalità o, cosa assai più grave, usano batterie ormai fuori commercio.

Un'ultima nota: attenzione ad utilizzare le pile originali PX675 da 1,35v (ancora reperibili), perché, sostituendole con quelle da 1.5v, l'esposimetro tende a sottoesporre di circa uno stop. Comunque l'errore è facilmente correggibile attraverso la ghiera delle sensibilità ASA oppure passando in manuale.

Andrea Bionda © 07/2000
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SCHEDA TECNICA
Anno di fabbricazione: 1977
Tempi di scatto: 1/500 - 1/8 + B, tutti meccanici.
Obiettivo: Minolta Rokkor 40mm 1,7 (16), 6 lenti in 4 gruppi, filtri a vite da 49mm.
Flash: slitta a contatto caldo, sincro su tutti i tempi.
Modi di esposizione: priorità dei tempi, manuale.
Esposimetro: al CdS (EV 4,5 - 17), lettura media con prevalenza centrale, memorizzabile.
Sensibilità pellicola: da 25 a 800 ASA.
Minima distanza di messa a fuoco: 90 cm.
Batterie: EPX 675 1,35v.
Dimensioni e peso: 72x115x59 mm, 460 g.
Note: autoscatto, presa filettata per scatto flessibile, presa filettata per cavalletto