Test MTF: precisazioni
La Redazione di Nadir, gennaio 2003

Un lettore ci ha scritto segnalandoci che, sul numero di dicembre di una nota rivista di fotografia a diffusione nazionale, nella rubrica della posta si è parlato dell'importanza dei test MTF nel valutare un obiettivo, anche in relazione a vari articoli in merito presenti su Nadir. Un po' stupito sia dalla domanda che dalla risposta, il lettore ci ha chiesto qualche chiarimento e, sia per amor di precisione che per sgombrare il campo da connotazioni polemiche che non ci appartengono, desideriamo fare alcune precisazioni in merito, dal momento che siamo stati apertamente menzionati.

E' nostra opinione che, sulla qualità di un obiettivo, le curve MTF possano dire moltissimo (ad una persona che le sappia leggere), ma non tutto: non riguardano infatti la resa cromatica dell'obiettivo, il trattamento antiriflessi, il contributo dello sfocato e più in generale la gradevolezza dell'insieme. Volendo fare i sofisti, potremmo dire che i test MTF misurano quasi tutto ciò che si può misurare, ma non sono in grado di dirci granché su ciò che non si può misurare. E la bellezza di un'immagine, purtroppo e per fortuna, dipende anche da alcuni elementi impalpabili e non quantificabili.

Osservando la questione da un altro punto di vista, si può dire che la bellezza di un'immagine non dipende solo dai valori più o meno elevati di determinati parametri quantitativi, ma anche da come questi valori si combinano tra loro, tutti insieme, in un risultato complessivamente armonioso che assai improbabilmente si può descrivere con dei numeri. Naturalmente si può poi discutere se, nel giudicare un'ottica, si debba tener conto solo dei test quantitativi, o anche di quelli non supportabili da cifre ma da aggettivi. Noi riteniamo che siano entrambi importanti, purché il lettore possa essere certo che siano fatti a rigore: quelli strumentali da chi ha le competenze e gli strumenti per farli come si deve, e quelli empirici da chi abbia la giusta esperienza e non debba temere di scontentare sponsor o importatori che pagano fior di euro per colorate pagine pubblicitarie.

Ma a parte ciò, vi sono alcune considerazioni da fare anche in relazione a ciò su cui vertono i test MTF, cioè contrasto e risolvenza (e per conseguenza tutti gli aspetti collegati).

1) Chi consulti un test MTF, per trarre davvero da se le varie conclusioni, dovrebbe avere a disposizione tutte le curve MTF originali dell'obiettivo a tutti i cicli, ed in luce colorata, non solo in luce bianca e controllata. Per conseguenza, la mole di dati da analizzare sarebbe enorme, il che introduce la necessità di fare alcune semplificazioni. E il dover scegliere alcuni dati come dati "campione" di un'ottica introduce un elemento di parzialità di cui l'utente finale è quasi sempre totalmente all'oscuro.

2) Le curve MTF in luce colorata mostrano il comportamento degli obiettivi in situazioni di luce difficile. Questi test, che venivano pubblicati fino ad una decina d'anni fa, sono spariti dalla circolazione, e sulle riviste ormai si leggono solo quelli effettuati in situazioni di luce controllata. Anzi, da alcune riviste sono spariti anche i test MTF veri e propri, sostituiti da un semplice valore numerico riassuntivo. Insomma, tutto pur di rendere immediatamente facile e comprensibile al lettore medio, che si presuppone sempre meno preparato, un fenomeno complesso come quella della resa di un obiettivo.
Ma a parte queste considerazioni, la scelta di valutare le ottiche solo in luce controllata fa sì che i produttori di obiettivi si adoperino per adeguare la resa a tale situazione, sapendo che le ottiche verranno testate solo sotto quelle condizioni. Il risultato di questo processo, che non sappiamo da chi sia partito (dai produttori o dalle riviste?), è il seguente: con tanta luce bianchissima vanno bene quasi tutti gli obiettivi, mentre quando la luce ha delle vistose dominanti emergono le differenze. Più in generale, quando la situazione si fa difficile solo i migliori continuano a fornire belle immagini. Ma questa cosa dai test non emerge quasi mai.

3) L'Indice di Qualità che spesso viene usato in alternativa alle curve MTF non racconta nulla di ariosità e plasticità, dato che è solo un riassunto che condensa le varie rilevazioni effettuate ed il lettore in realtà non ha affatto le varie curve MTF a disposizione che gli permetterebbero di capire l'effettivo comportamento dell'ottica (sempre escludendo, ovviamente, resa cromatica, flare etc...).

La conclusione di tali ragionamenti costituisce la nostra opinione complessiva in merito, è poiché è stata già espressa alla fine di uno degli articoli a suo tempo pubblicati su Nadir, la riportiamo integralmente:

"Una curva MTF ci fornisce contemporaneamente sia informazioni sul potere risolvente di un obiettivo (come si fa con i test delle mire a potere risolvente), sia informazioni sul contrasto dell'immagine riprodotta, al variare della frequenza spaziale. Il MTF è quindi strettamente legato alla "qualità estetica" dell'immagine; il potere risolvente, invece, ci dice solo cosa vedremo, ma non come lo vedremo. Non si tratta, attenzione, di tutto ciò che bisogna sapere per giudicare un obiettivo: esistono molti altri parametri che possono, anzi devono essere tenuti in conto nel decidere per un obiettivo piuttosto che per un altro. Gli scaffali dell'usato dei negozi sono zeppi di ottiche che ai test MTF hanno brillato e poi alla prova sul campo si sono rivelate modeste. Volendo comunque rimanere nel campo della qualità misurabile, i test MTF sono attualmente lo strumento più potente e più informativo che abbiamo a disposizione."

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