NIKON COOLPIX P5000

Il ritorno di Nikon alle compatte di qualità, ma lo è per davvero?

Nadir Magazine ©

Non è quella che si può definire una compatta da taschino (soprattutto per lo spessore: 4 cm sono tanti!), ma è in ogni caso più compatta e leggera di altre "supercompattone" della stessa categoria.

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L'ottica è uno zoom Nikkor di buona qualità equivalente a 36-126mm: da una fotocamera di questo tipo era logico aspettarsi una maggiore estensione focale soprattutto in posizione grandangolare. In compenso, l'ottica è stabilizzata e questo compensa anche la scarsa luminosità in posizione tele e il troppo rumore già a ISO 400.

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Il piccolo flash incorporato è potente e funziona bene, ma - all'occorrenza - si può montare un potente e ingombrante flash Nikon professionale sull'apposita slitta: una vera chicca anche se, a nostro avviso, poco utile in una fotocamera di questo tipo.

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Accanto al mirino galileiano che mostra solo l'80% del campo effettivamente inquadrato ed ha un vistoso errore di parallasse al di sotto dei 2 metri, troviamo due spie che segnalano il pronto flash e l'avvenuta messa a fuoco in autofocus.

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La funzione D-Lighting, salvando le luci e le ombre più intense presenti in una foto, può risolvere molti dei problemi più comuni ai fotografi, ma può portare anche ad immagini piatte e scialbe: tutto sommato è meglio centellinare l'effetto a casa controllando i risultati su un vero monitor. La funzione presente nella P5000, però, ha di buono rispetto alla concorrenza che salva la foto originale.

Sulla carta le caratteristiche ci sono tutte e la P5000 sembra una "fotocamera seria" già ad una prima occhiata: aspetto massiccio e squadrato, dimensioni generose, peso consistente, una solida impugnatura che la rende ancora meno tascabile, e la slitta portaflash sul tettuccio. In realtà non è enorme come sembra: larghezza ed altezza sono di poco superiori a quelle della Sony N1 che è una vera compatta da taschino (ma la Nikon è profonda il doppio e i 50 grammi in più si fanno sentire), ed è più piccola della Canon G7 con la quale è in diretta concorrenza.

IN MANO
I comandi sono posizionati in maniera abbastanza tradizionale ed intuitiva con largo uso di rotelle e pulsantini di immediata riconoscibilità: Nikon tende a mantenere le stesse scelte nel corso degli anni e questo facilita il passaggio da un modello ad un altro. Diversa, invece, la grafica del menu, ma decisamente migliorata, come pure è migliorato il posizionamento dei vari comandi sul dorso (i pulsantini sono tutti incolonnati a sinistra del monitor). Il pulsante di scatto è all'estremo della grossa impugnatura rivestita di materiale antiscivolo e il controllo dello zoom lo circonda: la funzione è comoda anche se non risulta del tutto naturale e la si deve fare propria con un po’ di abitudine.

MIRINO
Il mirino è ottico e, di lato, ha due spie che segnalano la carica del flash e la corretta messa a fuoco: una soluzione molto adottata in passato sulle compatte a pellicola. Come tutti i mirini di questo tipo, è poco di più di un buco e del tutto insufficiente: mostra l'80% dell'immagine che verrà poi riprodotta sul sensore e, essendo molto disassato rispetto all'obiettivo, può portare a grossi errori di inquadratura al di sotto dei 2 metri. Questo è il motivo per cui la maggior parte degli utilizzatori preferisce guardare nel monitor LCD, che è da 2,5" e molto inciso e brillante con un ottimo tempo di refresh. Purtroppo l'immagine sul monitor si vede male in condizioni di sole diretto o di forte illuminazione, e qui torniamo al solito discorso: perché avere due mirini che, insieme, non arrivano a farci vedere sempre bene ciò che stiamo riprendendo? Basterebbe eliminare il mirino galileiano ed ampliare il monitor, dotandolo di un eccellente trattamento antiriflesso o di alette paraluce, come sulle folding di buona memoria; ma evidentemente negli uffici marketing la paura delle critiche (e della perdita di qualche cliente più tradizionalista) è più forte del coraggio di cambiare le (cattive) abitudini!

FLASH
Il piccolo flash incorporato nella fotocamera funziona egregiamente (in alcuni casi ha una leggera tendenza alla sottoesposizione), copre bene lo zoom sino a 4 metri in posizione tele (8 metri in posizione grandangolare) ed è dotato di tutte le funzioni tradizionali. Particolarità (non esclusiva ma abbastanza rara) della P5000 è la presenza della slitta portaflash, che permette di utilizzare i flash SB-400, SB-600 e SB-800. Onestamente la cosa mi sembra contraria al concetto stesso di "compatta" perché, se voglio lavorare con un flash potente e ricco di funzioni che è grosso, pesante e costoso più della fotocamera, esco con la reflex: la compatta la infilo nel taschino e via! Comunque, la possibilità c'è e non è certo da disprezzare.

IN PRATICA
La P5000 è un po' lenta all'avvio ed in qualsiasi tipo di risposta: sembra una compatta di qualche anno fa. L'autofocus è lento ed incerto anche con soggetti statici ed in pieno sole. Il tempo di risposta dopo aver premuto sul pulsante di scatto è anch'esso eccessivo, sebbene tollerabile. Viceversa la fotocamera offre una velocità di scatto in sequenza più che decente anche se non tra le migliori della sua categoria, velocità però vanificata dalle difficoltà di messa a fuoco: è facile ottenere una bella sequenza... di foto sfocate!

Il bilanciamento del bianco in automatico è nella media e la P5000 offre anche le consuete impostazioni predefinite oltre al bilanciamento manuale. In luce artificiale ci sono i soliti problemi e la cosa migliore è quella di andare in manuale.

Una funzione che talvolta può risultare comoda è quella denominata D-Lighting, vale a dire un controllo software che tende a salvare luci e ombre. La funzione non è una novità assoluta (ce l'hanno, con nomi diversi, anche le Sony e le HP), ma quella della Nikon ha una particolarità: viene applicata alla foto dopo che è stata scattata e, se i risultati sono convincenti, la foto modificata viene salvata con un altro nome. Diciamo che è un po' come applicare il filtro "Luci e ombre" con Adobe Photoshop in postproduzione senza il vantaggio, però, di poterlo dosare con precisione. Un filtro da applicare con attenzione perché molte foto, se l'intervento su luci ed ombre è stato troppo drastico, diventano piatte e scialbe.

QUALITA' DELLE IMMAGINI
Dipendono, oltre che dal fotografo, essenzialmente da due fattori: dall'ottica e dal sensore. L'ottica è un discreto zoom equivalente ad un 36-126mm sul 24x36; la luminosità massima di F/2.7 alla focale minima è buona mentre quella di F/5.3 è nella norma, ma - come al solito - scadente (vale a dire buio pesto!).

Il purple fringing non è eccessivo, ma visibile nelle situazioni di elevato contrasto. Buone le prestazioni macro sebbene siano quelle tradizionali per le compatte, vale a dire che si ottengono in posizione grandangolare quasi toccando il soggetto con la lente frontale e, nel caso, facendo ombra sul soggetto. E' così complicato ottenere una ridotta distanza di messa a fuoco in posizione tele, magari rinunciando a quelle supermacro a favore di qualcosa utilizzabile sempre e con risultati migliori? Inaccettabile la distorsione a barilotto in posizione macro (ma tanto su un fiore non si nota) e vistosa quella in posizione grandangolare. Praticamente inavvertibile la distorsione in posizione tele dello zoom, e consigliamo di usare questa focale per eventuali riproduzioni di soggetti con linee dritte.

Col sensore, purtroppo, arrivano le note dolenti: 10Mpx sono tanti e stanno proprio stretti in un sensore così piccolo, e non condividiamo la scelta dei produttori di continuare a far crescere il numero dei pixel anziché le dimensioni del sensore (certo, ci rendiamo conto che la dicitura “dieci megapixel!” ha un richiamo maggiore di “sensore da due terzi di pollice!”). Quindi l'elevata risoluzione garantita dai 10Mpx si riesce a godere appieno solo alla minima sensibilità perché il rumore è già tanto a ISO 200 e la resa crolla a ISO 400. Meglio non prendere in considerazione sensibilità maggiori.
Con le impostazioni di default le immagini sono sempre un po' troppo morbide e leggermente piatte, ma i parametri disponibili sono tanti e si potranno facilmente ottenere risultati migliori e più confacenti ai propri gusti, sebbene aumentando il contrasto si corra il rischio di perdere le alte luci.

La salvezza per mantenere la qualità a livelli accettabili viene dallo stabilizzatore d'immagine: potendo fare a meno di ricorrere alle sensibilità più elevate, i risultati a ISO 100 sono più che onesti, però ricordiamo che la maggior parte delle concorrenti, a ISO 200 e 400, ha molto rumore in meno. Alle sensibilità di ISO 800 e 1600, invece, il disastro è simile per tutte e si tratta di immagini utilizzabili solo per estrema necessità. Da segnalare anche la perdita dei dettagli più fini per colpa del software antirumore interno alla fotocamera anche se, alle sensibilità minori, la perdita è meno visibile che nella concorrenza (infatti le immagini sono più rumorose). Alle sensibilità maggiori il tanto rumore spinge il software ad intervenire in maniera massiccia e la sfocatura diventa evidente (troppo).
Qualche nota sul sistema antivibrazioni Nikon VR derivante, semplificato, dalle reflex professionali Nikon: funziona ma non fa miracoli, e non appare efficace quanto quelli di Panasonic, Canon o Sony. E’ basato sul movimento delle lenti ed all’atto pratico consente di guadagnare in media un paio di stop rispetto al tempo “standard” di sicurezza (ad esempio 1/125 a 125mm, e così via). Insomma, non è una bacchetta magica alla quale affidarsi ciecamente, ma entro i suoi limiti dà una buona mano ed incrementa la probabilità di ottenere foto nitide.

PER CHI E'?
Sicuramente non è per gli appassionati di fotografia sportiva, di reportage o per chi ama cogliere l'attimo. E' una fotocamera tranquilla e ben costruita per chi ama fotografare paesaggi (neanche poi tanto, con la focale minima di 36mm) e soggetti statici, ma - soprattutto - è per chi ha tanta pazienza visto che le esitazioni dell'autofocus anche su soggetti "facili" possono risultare snervanti.

Rino Giardiello © 09/2007
Riproduzione Vietata

Acuni scatti

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PREGI

  • Buona qualità costruttiva
    Dispositivo antivibrazioni
    Flash incorporato molto efficiente e slitta per flash esterno
  • Resa delle immagini e dei colori molto reale

DIFETTI

  • Monitor difficile da osservare in piena luce
    Immagini troppo morbide con le impostazioni di default
    Troppo rumore rispetto alle dirette concorrenti
    Autofocus lento ed incerto
    Lentezza generale di risposta
  • Eccessiva compressione delle immagini anche in qualità "Fine"

 

SCHEDA TECNICA
Sensore: CCD da 1/1.8”, 10.37 Mpx totali, 10 Mpx effettivi
Dimensione max immagine: 3648 x 2736
Filmati: sì, con audio
Obiettivo: Zoom Nikkor 3.5x 7,25-26,3mm (36-126mm equiv.), f/2.7-5.3, 7 elementi in 6 gruppi
Stabilizzatore ottico: sì
Autofocus: a 9 aree, disinseribile
Distanza di messa a fuoco: da 30cm a infinito in posizione grandangolo, da 70cm ad infinito in posizione tele
Macro: sì (4cm in posizione grandangolo)
Esposimetro: TTL; Matrix a 256 segmenti, spot, media ponderata, spot AF
ISO: Auto (64-800); da ISO 64 a ISO 2000; ISO 3200 (a 5mpx)
Compensazione dell’esposizione e bracketing: sì
Otturatore: da 1/2000s a 8s
Esposizione: Auto, Program, Priorità Tempi, Priorità Diaframmi, Manuale; Movie, Scene, Alta Sensibilità, AntiVibrazione
Bilanciamento del bianco: Auto, Luce Diurna, Nuvoloso, Fluorescente, Incandescente, Manuale
Autoscatto: sì, 10 o 3 secondi
Scatto: singolo o continuo (0,8 fps)
Flash integrato: sì
Mirino: mirino ottico con copertura 80%
Monitor LCD: 2,5”, 230.000 pixel, copertura 97%
Connessioni: USB, AV Out
Memoria: 26MB di memoria interna; schede SD/SDHC/MMC
Alimentazione: Batteria Li-ion EN-EL5
Peso: 200g (senza batteria e scheda)
Dimensioni: 98 x 64.5 x 41 mm