OLYMPUS OM-4

Test pubblicato nel 1982 su
REFLEX TEST SPECIALE 1

Su Nadir c'è, oltre a questo test pubblicato da Reflex, anche il nostro consueto test pratico. Per leggerlo basta cliccare sulla scritta sottostante.

CARATTERISTICHE:
ESPOSIZIONE MULTI SPOT E MIRINO A CRISTALLI LIQUIDI
CARATTERISTICHE FORNITE DAL FABBRICANTE:
Olympus OM-4 reflex monobiettivo 35mm. Corpo n. 1006355.
OBIETTIVO: 50mm f/1,4 Zuiko Auto-S con innesto a baionetta (n. 1136552), diaframmi fino a f/16, distanza minima di messa a fuoco 46 cm, diametro ghiera portafiltri 49mm. OTTURATORE: elettronico sul piano focale con tendine in tela, tempi di scatto da 240 sec. a 1/2000 di sec., tempo meccanico di 1/60 di sec. a posa B, sincro-X ad 1/60 di sec., autoscatto elettronico.
MIRINO: pentaprisma fisso con schermo di messa a fuoco intercambiabile dotato di telemetro centrale ad immagine spezzata con corona di microprismi.
ALTRE CARATTERISTICHE: una pila da 3 Volt alimenta il circuito esposimetrico dotato di fotocellula al silicio blu. Una doppia cellula concentrica al silicio posta nella scatola dello specchio misura l'esposizione sia in modo medio con prevalenza della zona centrale, sia in modo spot, leggendo il 2 per cento dell'area dell'immagine misurando la luce che attraversa lo specchio semiriflettente o quella che viene riflessa dalla prima tendina dell'otturatore e/o dalla pellicola durante l'esposizione; sensibiltà Iso da 6 a 3200, lampeggiatore automatico TTL, esposizione automatica a priorità di diaframmi, con possibilità di funzionamento in manuale con l'esposimetro; tempi di scatto indicati nel mirino mediante linee orizzontali a cristalli liquidi ed in grado di evidenziare il valore dell'esposizione media risultante, blocco della memoria dotato di Led di avviso, possibilità di variazione dell'esposizione con lettura sulle alte luci o sulle ombre, avviso di sovraesposizione, segnali di pronto-lampo, di conferma del lampo, di sovra e sottoesposizione con lampeggiatore, indicatore di compensazione dell'esposizione in automatismo, controllo totale dell'esposizione in manuale sia con l'esposizione media che con quella spot, correzione diottrica dell'oculare incorporata, controllo della carica della pila, cicalino acustico dotato di interruttore di accensione, tropicalizzazione del corpo macchina, taschina memorizzatrice della pellicola in uso, predisposizione per il dorso data, impugnatura, winder automatico e motore trascinatore.

Nadir Magazine ©

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Diciamolo chiaramente, la Olympus OM-4 è il più preciso apparecchio reflex 35mm, dotato di sistema di esposizione controllato dal fotografo, mai realizzato. Non solo consente l'effettuazione di letture spot di 3,3° di tutte le parti di un soggetto (con un obiettivo 50mm), ma fornisce inoltre un computer incorporato che calcola l'esposizione corretta risultante da una serie di letture spot. Sono possibili variazioni di letture effettuate sulle luci, progettate per riportare i bianchi alla loro brillantezza originale ed un pulsante per le ombre in modo da ottenere i neri più profondi. Ma qualora voleste rinunciare ad utilizzare tale eccezionale sistema di controllo dell'esposizione, l'apparecchio è in grado di offrirvi l'esposizione in automatismo con un sistema esposimetrico a lettura bilanciata al centro che per molti aspetti è anch'esso all'avanguardia. Inoltre la gamma dei tempi di scatto possibili in automatismo varia da un tempo incredibile di 240 sec. (se non di più) fino ad 1/2000 di sec. Aggiungete all'elenco il nuovissimo sistema di display nel mirino, analogico a cristalli liquidi dotato di illuminazione, un cicalino acustico di avvertimento disattivabile, oltre al famoso sistema esposimetrico Olympus OTF per il lampeggiatore TTL ed in luce continua, ed ecco che abbiamo un apparecchio incredibilmente completo, completamente diverso da qualsiasi altro.

Il corpo dell'apparecchio presenta la stessa configurazione delle altre Olympus OM (una sola cifra dopo OM differenzia e contraddistingue gli apparecchi professionali dagli altri della gamma Olympus) ma con una finitura nera più satinata e meno lucida (non è disponibile il corpo cromato). Le dimensioni della OM-4, confrontate con quelle di una OM-2n, risultano di una larghezza ed una altezza maggiorate di circa 1,5mm, a causa della tropicalizzazione dell'apparecchio. Il peso è di circa 20 g superiore. La maggior parte dei comandi principali - ghiera dei tempi di scatto, leva di caricamento, pulsante di scatto, leva di controllo delle funzioni di esposizione, manopola di riavvolgimento, vetri di messa a fuoco intercambiabili attraverso l'innesto dell'obiettivo e la chiusura a scatto del dorso - ha la stessa forma e sagomatura che qualsiasi possessore della Olympus OM-2n si aspetterebbe.

I vetri di messa a fuoco sono gli stessi degli altri apparecchi OM, con l'unità 1-13 (telemetro centrale ad immagine spezzata con corona di microprismi e vetro smerigliato) fornita in dotazione. La facilità di messa a fuoco è su livelli medi per una reflex, mentre la luminosità è molto buona nonostante l'assorbimento causato dal sistema esposimetrico. Per consentire la visione completa del pannello delle informazioni, i progettisti della Olympus hanno ridotto l'ingrandimento dell'oculare da 0,87 (sulla Olympus OM-2n) a 0,75, un calo notevole. Abbiamo tuttavia rilevato che sia la visione che la messa a fuoco risultano ancora abbastanza facili. Poiché il pentaprisma della OM-4 è leggermente più grande, le ghiere degli Iso e del correttore fisso d'esposizione sono state spostate dal lato destro a quello sinistro della calotta (per fare posto al nuovo pulsante di controllo dell'esposizione ed alle apposite levette poste a destra). Evidentemente i progettisti della Olympus hanno avuto il merito di riuscire con successo a lasciare al loro posto quanti più comandi possibili, in modo che coloro abituati al vecchio modello trovino il minor numero possibile di difficoltà passando al nuovo apparecchio.

Certe tradizionali lacune della Olympus OM quali la mancanza di un blocco del pulsante di scatto per evitare foto non volute e quella dei diaframmi nel mirino, sono state perpetuate anche sulla OM-4. Mentre la mancanza di diaframmi nel mirino è dovuta alla mancanza di collegamenti meccanici non previsti quando venne creato il sistema Olympus, la assenza di una sicura del pulsante di scatto si basa su un motivo pratico: l'ing. Maitani, progettista capo della Olympus, ritiene che molti fotografi perdano foto importanti quando tentano di scattare con il blocco del pulsante. Meglio quindi scattare una foto a vuoto che perderne una importante per colpa del blocco.
Nadir Magazine ©Le esperienze dello staff di Modern indicano che Maitani potrebbe avere ragione. L'innovazione che più colpisce gli appassionati della Olympus (e molti altri fotografi) è l'originale e caratteristico sistema di lettura dei dati esposimetrici nel mirino della OM-4, visibile dopo aver premuto leggermente il pulsante di scatto. Nel modo di esposizione automatico a priorità di diaframmi, un grosso pannello a cristalli liquidi che mostra dei simboli e dei numeri bianchi su uno sfondo translucido di colore blu scuro occupa l'intera area orizzontale al di sotto del vetro di messa a fuoco del mirino. I valori dei tempi di scatto da 1 sec. ad 1/ 2000 di sec. sono chiaramente visibili, da destra a sinistra, proprio sotto una linea segmentata indicatrice del valore, che si accorcia e si allunga con il variare della luminosità ed a seconda della variazione del diaframma. Ciascun segmento rappresenta 1/3 di EV, in modo che chi guarda nel mirino sia in grado di rilevare i tempi senza soluzione di continuità proprio come se vi fosse un ago indicatore ed una scala normale. Tuttavia, nessun ago e nessuna scala hanno mai offerto le dimensioni e la chiarezza del pannello a cristalli liquidi della OM-4. Chi porta gli occhiali può tenerli, se lo desidera, e riuscire ugualmente a vedere l'intero schermo ed il pannello a cristalli liquidi. Per evitare il rischio del pur minimo consumo eccessivo della pila (3 Volt alimentano l'apparecchio attraverso le pile situate come al solito nel fondello della OM-4), i progettisti hanno dotato l'apparecchio di un interruttore automatico che spegne il circuito esposimetrico dopo 2 minuti. Potete, ovviamente, premere leggermente il pulsante di scatto per riattivare il circuito. Ciò avviene ugualmente scattando la foto. Quando si fotografa in condizioni di scarsa luminosità che rendono difficoltosa la lettura del pannello a cristalli liquidi, una pressione del pulsante di illuminazione del mirino posto sulla destra dell'innesto dell'obiettivo illumina in modo eccellente ed uniforme per 10 sec. il pannello a cristalli liquidi, trascorsi i quali basta una nuova pressione del pulsante per illuminarlo di nuovo. Sebbene i tempi di scatto più lunghi di 1 sec. non vengano indicati nel mirino, l'apparecchio è in grado di fornire esposizioni in automatismo della durata di oltre 4 minuti. Per questo motivo non vi è un segnale di sottoesposizione nel mirino. Tuttavia, qualora la vostra esposizione avesse bisogno di più di 1/2000 di sec., un segnale appare, oltre il simbolo 2000, sotto forma di un rettangolo lampeggiante con scritto «over», mentre suona anche un cicalino.

Per il funzionamento in manuale, spostate la levetta di controllo delle funzioni sul manuale. Ora il mirino mostra un display alquanto differente. La linea segmentata che si allunga o si accorcia è ancora al suo posto, ma stavolta è visibile solo il tempo di scatto impostato invece di tutti quelli disponibili. Al di sopra della linea appaiono due triangoli puntati l'uno contro l'altro e divisi da una linea verticale posta tra di essi. Basta variare il tempo di scatto od il diaframma fino a che la parte terminale della linea segmentata coincida con la linea verticale. Le vostre regolazioni in manuale adesso collimano con quelle consigliate dal circuito esposi metrico. Le esposizioni a forcella risultano estremamente facili e pratiche poiché la distanza che intercorre tra la parte posteriore delle frecce e la linea verticale rappresenta gli EV (un diaframma) di variazione rispetto all'esposizione fornita dall'apparecchio e ciascun trattino addizionale rappresenta un altro EV. Il display possiede le indicazioni + e per denotare la direzione di sovra e sottoesposizione. Impiegando i trattini ed i segni + e - come intere variazioni di EV, è possibile effettuare esposizioni a forcella fino a 4EV! Tutte le esposizioni fino ad ora prese in considerazione misurano l'area dell'immagine in maniera media con prevalenza della zona centrale, come già avviene negli altri apparecchi Olympus. A questo punto entriamo nell'affascinante mondo Olympus delle misurazioni spot e dei relativi calcoli. Anzitutto, ritorniamo in automatismo e premiamo leggermente il pulsante di scatto per attivare ancora il circuito esposimetrico dell'apparecchio. Mirate un soggetto che desiderate fotografare. Ponetelo (tutto od una parte di esso) entro il cerchio della corona di microprismi. Premete il pulsante siglato «spot» posto accanto al pulsante di scatto. La linea segmentata si bloccherà immediatamente sul punto corrispondente alla corretta lettura esposimetrica del soggetto. Un piccolo simbolo di forma romboidale apparirà alla fine della linea, mentre la parola «spot» sarà visibile all'interno del mirino, ed un secondo simbolo romboidale apparirà in movimento a sinistra ed a destra per indicare la corretta esposizione qualora continuiate a variare l'angolazione dell'apparecchio e/o l'illuminazione. In altre parole, non appena effettuata una misurazione spot dell'area compresa entro la corona di micropismi, ignorando qualsiasi altra zona dell'immagine, tale misurazione viene mantenuta dall'apparecchio. Nel caso che il pulsante di scatto venga premuto fino in fondo, l'esposizione ottenuta avrà tenuto conto solo della zona centrale dei microprismi, che rappresenta circa il 2 per cento dell'area totale totale dell'immagine (od un angolo di 3,3° impiegando un obiettivo di 50mm). una misurazione spot identica a quelle effettuate con esposimetri a mano di qualità elevata. Sebbene non sia possibile effettuare in questa sede un corso sulle misurazioni spot, è ovvio che tali misurazioni sono immensamente utili per fornire esposizioni accurate di soggetti quali ad esempio un artista illuminato intensamente posto su un lontano e scuro palcoscenico, un soggetto in forte controluce, oppure qualsiasi soggetto il cui sfondo presenti una forte differenza di luminosità o di tonalità. Sebbene una misurazione spot in molti casi sia in grado di trarvi d'impaccio evitando una esposizione errata, talvolta è necessario un compromesso nell'esposizione tra il soggetto più luminoso (quello che vi interessa) e quello più scuro. (Abbiamo posto l'accento sul fatto che il soggetto sia quello che vi interessa, poiché una misurazione media od una bilanciata al centro sono in grado di fornire una esposizione media, ma si tratta di una esposizione che tiene conto di tutto quanto risulta visibile nel mirino, sia che sia importante o meno). Qualora desideraste effettuare più di una misurazione spot, basta porre la corona di microprismi su un secondo soggetto (o su una parte diversa del primo) dopo aver effettuato la prima misurazione spot, e premere ancora una volta il pulsante spot. Verrà effettuata una seconda misurazione spot, ma noterete che la linea segmentata stavolta termina in una posizione intermedia tra il nuovo simbolo romboidale fisso e quello vecchio. In effetti, il computer della OM-4 ha calcolato e raffigurato una lettura corrispondente al corretto compromesso tra le due zone ed ha mostrato una esposizione di compromesso che sarà effettuata, nel caso venga premuto il pulsante di scatto. La OM-4 è in grado di effettuare fino ad 8 misurazioni spot separate, calcolando l'esposizione complessiva risultante, ma in quest'ultimo caso è estremamente improbabile che essa risulti più utile di una misurazione media complessiva dell'immagine. A nostro avviso, nella maggior parte dei casi una misurazione spot è più che sufficiente, due possono risultare molto utili, tre sono utili, in modo particolare se desiderate mettere in maggiore evidenza una zona dell'immagine rispetto ad un'altra ed abbiate effettuato già due misurazioni spot nella stessa zona. Tuttavia, un numero ancora maggiore di misurazioni è difficilmente in grado di alterare ulteriormente l'esposizione. Per trarre il massimo vantaggio da questo sistema esposimetrico dalla regolazione sensibilissima, è necessario avere una buona conoscenza della latitudine di esposizione della pellicola impiegata. Non ha alcun senso effettuare una esposizione di compromesso tra due letture esposimetriche che tra zone luminose ed oscure presentano una differenza di sei diaframmi, quando la latitudine della pellicola è solo di due diaframmi. Se studiate attentamente la latitudine di esposizione della vostra pellicola, sarete in grado di porre con intelligenza la vostra esposizione proprio laddove essa sarà in grado di trarre il massimo risultato dal soggetto e dalla pellicola. Questa capacità incredibile di effettuare misurazioni spot e di calcolarle è condivisa solo da pochi costosi ed ingombranti esposimetri manuali. Una volta premuto il pulsante di scatto e fatta la foto, l'apparecchio ritorna alle condizioni iniziali e siete di nuovo in grado di effettuare esposizioni medie premendo il pulsante di scatto, oppure di fare nuove misurazioni spot. Ciò vuol forse dire che dovete effettuare da capo le misurazioni spot dopo ciascuna esposizione, anche se desiderate scattare altre foto utilizzando gli stessi valori? No. Prima di effettuare la prima esposizione, premete la levetta del blocco della memoria verso destra e sia le informazioni nel mirino che quelle nella memoria dell'esposimetro resteranno quelle relative alla prima foto fino a che voi lo desiderate. La parola «memory» lampeggerà sul pannello a cristalli liquidi del mirino, mentre il Led rosso posto sulla calotta dell'apparecchio continuerà a lampeggiare. Quando desiderate differenti esposizioni, è sufficiente premere la levetta della memoria ancora verso destra. L'esposizione e qualsiasi altra informazione verrà cancellata. Potete anche cancellare qualsiasi misurazione spot vogliate prima di effettuare l'esposizione usando la levetta della memoria a scatto. Questa caratteristica della memoria opera anche in caso di foto con letture esposi metriche bilanciate. I fotografi dovranno tuttavia ricordare che la memoria della OM-4 non opera allo stesso modo dei comuni blocchi della memoria sugli altri apparecchi reflex, i quali congelano semplicemente la lettura di una singola esposizione nel momento stesso in cui viene attivata la memoria. La memoria della OM-4 congela l'esposizione nel momento in cui viene premuto il pulsante di scatto, così che le foto successive risulteranno identicamente esposte. E' possibile effettuare misurazioni spot in manuale? Certamente. Basta passare in manuale e anche qui possono essere effettuate ben 8 misurazioni spot. Tuttavia il blocco della memoria non funziona in manuale, ma in questo caso non ve n'è bisogno poiché l'apparecchio ripeterà qualsiasi esposizione da voi impostata.
Siete pronti per il passo successivo? Come forse saprete, le letture esposimetriche di qualsiasi soggetto vi forniscono una esposizione che riproduce tale soggetto come se fosse grigio con una riflettività del 18 per cento. Perciò, qualora stiate effettuando una foto in «high key» (in chiave alta) ed effettuate una lettura di una zona bianca, questa risulterà grigia e non bianca. Allo stesso modo, nel caso di una zona nera ombreggiata, l'esposimetro tenterà di schiarirla, fino a farla diventare un grigio con il 18 per cento di riflettività. In che modo è possibile quindi ottenere un bianco che sia veramente tale in high key, od un nero profondo in modo automatico? La OM-4 ha la risposta a tutto ciò. Vi sono due pulsanti appena a destra del pentaprisma, contrassegnati HI.LIGHT e SHADOW. Effettuate una lettura spot sulle alte luci e premete poi il pulsante HI.LIGHT. La lettura risultante verrà sfasata di due diaframmi verso la sovraesposizione in modo da riprodurre un bianco veramente… bianco. E cosa ne dite di un soggetto o di ombre veramente nere? Effettuate una lettura spot della zona desiderata e premete il pulsante SHADOW. La risultante lettura verrà sfasata di 2 diaframmi ed 1/3 in sottoesposizione ottenendo così il nero profondo desiderato. Naturalmente i termini HI.LIGHT e SHADOW appaiono anche nel pannello a cristalli liquidi del mirino, indicando ciò che avviene. Qualora decidiate, dopo aver premuto uno dei due pulsanti, che non volete correggere l'esposizione, una seconda pressione del pulsante cancellerà la correzione, riportando l'esposizione ai valori originali. Vi è ancora un altro sistema di alterazione dell'esposizione, impiegando cioè la ghiera del correttore fisso dell'esposizione in automatismo. Non appena quest'ultima viene spostata dalla posizione di riposo, un simbolo + o - appare nel pannello a cristalli liquidi e la linea segmentata che indica l'esposizione si allunga o si accorcia a seconda della quantità di correzione impostata. Se avete effettuato una lettura spot, la linea si sposta dal simbolo romboidale fisso in modo da visualizzare immediatamente come è stata alterata l'esposizione e di quanto. A 6 Iso, non è possibile impostare alcuna correzione in sovraesposizione, come a 3200 Iso non è possibile impostare alcuna correzione in sottoesposizione, ma il bisogno effettivo di tali estreme correzioni è abbastanza remoto. Tuttavia, bisogna rilevare la mancanza di praticità in merito all'impostazione dell'indice Iso di sensibilità della pellicola. La ghiera esterna posta attorno alla manopola di riavvolgimento comanda sia il correttore fisso d'esposizione che l'indice Iso. Mentre l'impostazione del correttore fisso è semplice, l'effettuazione di grosse variazioni nell'indice Iso non lo è affatto. Bisogna sollevare la ghiera esterna, ruotarla quanto più possibile, quindi lasciarla tornare in posizione, ruotarla nella direzione opposta, sollevarla e ruotarla ancora! Ciò deve avvenire tante volte quante ne sono necessarie per raggiungere il valore Iso desiderato, dopo di che sarà necessario accertarsi che la compensazione dell'esposizione sia tornata in posizione neutra. Tuttavia, familiarizzando con l'operazione ed evitando che la ghiera a molla torni in posizione mentre la si ruota, è possibile passare da 25 Iso (Kodachrome) a 400 iso con una sola rotazione della ghiera.
Oltre alla nuova tropicalizzazione nella costruzione del corpo macchina, vi sono molti altri progressi nella OM-4 rispetto alla OM2n. Tra questi, il principale per chi porta gli occhiali è costituito dall'oculare del mirino con correzione diottrica incorporata. In aggiunta alla posa B meccanica (di colore rosso sulla ghiera dei tempi di scatto sia della OM-4 che della OM-2n), la OM-4 è dotata di una posizione «60» in rosso, in modo che l'apparecchio possa venire impiegato ad 1/60 di sec. anche se le pile sono scariche. Un autoscatto elettronico di 12 sec. è stata installato sulla OM-4, completato da un Led rosso frontale lampeggiante e da un cicalino acustico il cui suono diventa più acuto durante gli ultimi 2 sec. prima dello scatto. Inoltre, il meccanismo dello specchio è stato modificato in modo che la pressione sul pulsante di scatto con l'autoscatto inserito, provochi l'immediato sollevamento dello specchio. Quindi, i fotografi che desiderino ottenere foto il più possibile prive di vibrazioni per lavori scientifici o in caso di impiego di teleobiettivi o di obiettivi macro con la OM-4, adesso hanno un sistema per ottenere ciò (sebbene ciò non sia altrettanto pratico quanto un classico blocco dello specchio in alto). Il ritardo dell'autoscatto può essere accorciato riportando la levetta apposita in posizione verticale, il che provocherà lo scatto immediato della foto. Tuttavia, vi è anche la possibilità che lo spostamento della levetta possa essere la causa di vibrazioni con l'impiego di questa tecnica. (Per superare questo problema, consigliamo di chiudere il campo ottico del mirino con un cartoncino scuro, premere quindi il pulsante di scatto in automatismo e rimuovere il cartoncino). Premere la levetta dell'autoscatto verso sinistra assolve ad una altra funzione. Abbiamo già citato dei vari segnali acustici di avviso di cui è dotata la OM-4, a parte il cicalino dell'autoscatto. Tali segnali acustici avvisano per indicare una sovraesposizione, il passaggio dal funzionamento in manuale a quello in automatismo (o viceversa), l'avvenuta pressione del pulsante HI.LIGHT o SHADOW, l'inserimento od il disinnesto del blocco della memoria, oppure lo smontaggio dell'obiettivo. Ebbene, premendo verso sinistra la levetta dell'autoscatto, tutti i segnali acustici vengono disinseriti.
Il pulsante di sblocco dell'avvolgimento della OM-4 è stato portato sulla calotta dell'apparecchio, dove potreste trovarlo più comodo all'uso che non sul fondello, e molto più comodo che ruotare un pulsante posto sul frontale, come avviene nella OM-1 ed OM-2. Il contatto caldo dedicato per il lampeggiatore automatico TTL non è più intercambiabile per fornire collegamenti nel caso di impiego di sistemi multipli o di lampeggiatori TTL separati dall'apparecchio. Questo è (o era) lo scomodo sistema impiegato dagli altri apparecchi della serie OM. La OM-4 è invece dotata di un solido e fisso zoccolo di contatto caldo per i lampeggiatori dotati di slitta di innesto, oltre ad un contatto protetto per l'attacco di un cavetto a 5 innesti per il lampeggiatore TTL posto sul lato sinistro del corpo macchina per l'impiego di lampeggiatori multipli o singoli TTL separati dall'apparecchio. La OM-4 impiega lo stesso sistema automatico per il lampeggiatore TTL basato sulla luce riflessa dalla superficie della pellicola, già usato dalla OM-2n, completato da un Led rosso di pronto lampo nel mirino, che lampeggia dopo l'esposizione se l'illuminazione del lampeggiatore è stata sufficiente. Di lato vi è un ulteriore attacco dotato del tradizionale innesto PC. Insieme alla OM-4, l'Olympus annuncia un altro lampeggiatore automatico TTL per gli apparecchi OM-2 ed OM-4, l'unità T45 dotata di impugnatura. Dei progressi sono altresì riscontrabili sul fondello della OM-4. Pur se in grado di montare i winder Olympus 1 e 2 ed il Motor Drive 1, l'apparecchio opera al massimo delle sue capacità con il nuovo Motor Drive 2. Tale motore non solo consente di scattare fino a 5 fotogrammi al sec. in sequenza, ma è anche dotato di un corpo tropicalizzato, di riavvolgimentoto, e dell'apertura automatica del vano di innesto per il riavvolgimento presente sulla fotocamera, oltre che di un pannello di controllo a cristalli liquidi. I simboli a cristalli liquidi indicano le operazioni di caricamento, funzionamento e riavvolgimento, mentre i numeri a cristalli liquidi indicano i fotogrammi ancora disponibili. Dopo aver caricato la pellicola, il Motor Drive 2 avanza automaticamente fino al primo fotogramma.
Abbiamo avuto la fortuna di poter collaudare la Olympus OM-4 in condizioni veramente avverse (anche se molto fotogeniche) consistenti in temperature ed umidità elevatissime nella tropicale Nuova Guinea. L'apparecchio ha funzionato perfettamente. Una volta tornati a casa, ci siamo messi al lavoro per collaudare l'esposizione spot ed i pulsanti HI.LIGHT e SHADOW. Essi hanno fornito un controllo per i soggetti particolarmente difficili, come illuminazione, come non ci saremmo mai sognati di avere in un apparecchio reflex. In questo modo l'apparecchio è in grado di operare rapidamente quando andate di fretta, oppure comportarsi come un raffinato esposimetro calcolatore quando ve n'è bisogno. Abbiamo rilevato che le informazioni del mirino (una volta fatta l'abitudine al sistema lineare d'informazioni) sono risultate facili da vedere e da assimilare. La OM-4 è l'apparecchio per voi? Se desiderate un apparecchio che faccia praticamente tutto da solo automaticamente, la OM-4 farà ciò, ma sprechereste le caratteristiche per cui la OM-4 è stata in effetti progettata. Alcuni fotografi resteranno delusi dalla mancanza di una funzione di automatismo programmato, ma tale tipo di automatismo non risponderebbe al concetto costruttivo della OM-4, che è quello di un apparecchio comandato dal fotografo. Se invece desiderate i comandi migliori per controllare l'esposizione e volete che tutto ciò sia corredato da un computer che faccia ciò che gli ordinate, troverete nella OM-4 un'affascinante e deliziosa compagna di lavoro.

Nadir © 03/2003
Si ringrazia l'Editrice REFLEX per l'autorizzazione alla pubblicazione

Nadir Magazine ©ATTENZIONE!

La OM-4 è dotata di un perno di attivazione dell'esposimetro dotato di parte terminale in plastica, situato sulla parte frontale dell'innesto del obiettivo, il quale viene premuto dalla parte posteriore dell'obiettivo che viene montato.

Tuttavia un buon numero di obiettivi universali presentano viti incassate che vanno a collocarsi sopra al perno, impedendo così il funzionamento dell'esposimetro e della memoria. Addirittura in alcuni casi, i bordi taglienti dei fori delle viti tagliano via la parte terminale del perno quando vi passano sopra. In quest'ultimo caso, il perno si deteriora al punto di non essere più in grado di funzionare.

Controllate attentamente tutti gli obiettivi universali dotati di innesto Olympus in vostro possesso per verificare se presentano questo rischio, nel caso compriate la OM-4. Qualora siano presenti questi fori incassati che potrebbero venire a contatto con il perno durante l'innesto dell'obiettivo, è consigliabile farli riempire da un esperto fotoriparatore (sebbene anche voi possiate farlo con dello stucco, facendo molta attenzione e spianando accuratamente la stuccatura).

I fabbricanti di obiettivi universali stanno attualmente modificando i loro innesti universali in circolazione che possono creare problemi. (Inoltre alcuni adattatori degli obiettivi non fanno per nulla contatto con il perno, causando problemi di attivazione dell'esposimetro).