PENTACON SIX... TANTE GIOIE E POCHI DOLORI
Rino Giardiello, gennaio 1999

Una mitica 6x6 dalla caratteristica forma di grossa reflex: sarebbe un eccellente acquisto se...

Un po' di storia
Le reflex monobiettivo si possono dividere essenzialmente in due categorie: quelle che hanno la forma a cubo (Hasselblad e similari) e quelle che hanno la forma di una grossa reflex. Io ho sempre preferito queste ultime dato che quello che è sempre stato il pregio indiscusso delle reflex a cubo (otturatore centrale per sincronizzare la luce lampo con tutti i tempi) è inutile per il mio tipo di fotografie (lavoro a luce ambiente usando il cavalletto se occorre). Altro limite è quello del dorso fisso, non si può passare dal colore al BN con disinvoltura (occorre prima finire il rullo), ma anche questo non mi è mai servito ed il tutto viene ripagato da una praticità d'uso pari a quella di una reflex 35mm.

La Pentacon Six è bella con la sua livrea satinata color argento e dà una immediata sensazione di robustezza ed affidabilità, cosa vera al 90% (vedi "difetti"). Le funzioni ed i comandi sono pochi, semplici e ben distribuiti: c'è tutto quello che serve, nulla di più, nulla di meno. Io l'ho sempre avuta con il pentaprisma esposimetrico che la rende estremamente comoda da usare, davvero una grossa reflex, peccato che il mirino non sia eccezionalmente luminoso, ma in compenso è molto ben contrastato e si vedono bene le differenze tra nitido e sfocato.

Io suggerirei a tutti di provare la Pentacon Six (o le fotocamere similari) sul campo: passati i primi momenti di sconforto per il peso (tutto sommato molto vicino a quello di una Nikon F5), si comincia ad apprezzare la possibilità di fotografare con disinvoltura in qualsiasi situazione. La vera sorpresa però avviene quando si vedono i risultati o si entra in camera oscura per stampare un negativo 6x6 ricco di toni e di dettagli, sempre nitido ed inciso. I colori delle dia sono saturi e brillanti, tipici della scuola tedesca e degli obiettivi Zeiss o Pentacon che la corredano.

Il suo quasi clone Kiev 60
È praticamente impossibile trovare una Pentacon Six nuova o in ottime condizioni. Molto più facile trovare per circa 250'000 una Kiev 60, la sua copia costruita in Russia. La Kiev 60 è corredata di un ottimo 80/2.8 MC Volna e pentaprisma esposimetrico. A differenza della Kiev "copia Hasselblad" è molto robusta ed affidabile tranne che nel solito meccanismo di trascinamento. I Russi hanno copiato tutto, anche i difetti! La Kiev 60 è meno bella della Pentacon Six, più "grezza" e spartana, ma fa il suo dovere con onestà e l'esposimetro è molto preciso.

Distinzioni tra le prime e l'ultime serie e l'efficacia del trattamento antiriflessi
Poiché è l'obiettivo che fa la foto, diciamo subito che, in generale, gli obiettivi Zeiss o Pentacon per la Pentacon Six sono tutti obiettivi molto validi nonostante l'età. Sono da preferire le ultime serie, quelle di colore nero con un efficace trattamento antiriflessi. La loro resa è ottima anche nel colore.

Qualche nota sulle ottiche russe della Kiev 60
Checché se ne dica, le ottiche russe non sono eccezionali come si crede (o si vuole fare credere). Sono buone (soprattutto tenendo presente il basso prezzo d'acquisto), ma la resa col colore è mediocre. La loro dote maggiore è nella risolvenza, davvero elevata, che permette di lavorare bene col BN, ma le dia a colori non sono assolutamente paragonabili a quelle di una qualsiasi 4,5x6 giapponese né a quelle della Pentacon Six. Il trattamento antiriflessi è mediocre, non peggiore di quello di un obiettivo Nikon, ma sicuramente inferiore a quello dei corrispondenti obiettivi Zeiss Jena che in fondo costano poche lire in più. Se possibile date priorità a questi ultimi salvo per l'80/2.8: l'obiettivo russo è migliore del tedesco persino per quanto riguarda il colore!

Rino Giardiello © 01/1999
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I difetti del trascinamento
La Pentacon Six si è rivelata un apparecchio robusto in tutte le sue versioni qualunque sia stato il marchio che portava. Unico problema, stranamente mai risolto, è quello relativo al trascinamento: la frizione sottostante la leva di avanzamento, pur ben costruita, è sottodimensionata per trascinare il rullo. Facendo avanzare la pellicola con dolcezza e non utilizzandola troppo, la Pentacon Six poteva durare anche molti anni mentre con un uso "pesante" e frequente il tracollo avveniva dopo pochi mesi. A nulla servono le riparazioni: dopo qualche tempo il difetto si ripresenta. Una soluzione vecchia, ma valida ed economica è quella di modificare il dorso facendo realizzare da un buon fotoriparatore una semplice "finestrella" da cui controllare il corretto avanzamento della pellicola leggendo i numeri stampati sull'involucro di carta delle pellicole 120 come per la maggior parte delle fotocamere più anziane. Questo preclude la possibilità di usare il formato 220 (la Kiev 60 già non prevede questa possibilità), ma garantirà molti anni di onorato servizio senza problemi.

Non abbiamo avuto modo di provarlo personalmente, ma in rete si parla di un intervento miracoloso, definitivo e brevettato da parte di un riparatore tedesco per eliminare l'unico, grosso problema delle Pentacon Six, cioè l'avanzamento con il relativo accavallamento dei frame. Da verificare la convenienza dell'operazione visti i costi di spedizione in Germania. Il sito, in inglese e tedesco, è questo. Altri riparatori, purtroppo sempre in Germania, sono qui.

Un sito ricchissimo di informazioni sul sistema Pentacon Six è qui.

LE FOTOCAMERE DELL'EST (PAGINA GENERALE)

Come vanno i vecchi obiettivi Zeiss per la PENTACON SIX rispetto a quelli più moderni per l'Hasselblad?