TEST PENTAX ME SUPER
Una signora sofisticata
Francesco Favara, settembre 2002

Nata come evoluzione di un buon progetto precedente, la Pentax ME Super è diventata una delle più diffuse ed apprezzate fotocamere Pentax e la base di progetto per molti modelli successivi.

Nadir Magazine ©

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I due tastini per l'impostazione manuale dei temi di scatto.

Cenni storici
Nel 1976, quando ancora lo scalpore generato dalla presentazione della baionetta K non si era esaurito, la Pentax presentò le prime fotocamere della serie M, costituita inizialmente dalle sole MX e ME.
"M" sta per "miniature", ed infatti le fotocamere della serie M erano, alla loro uscita, le reflex più piccole del mondo.
La Pentax MX, una tradizionale macchina meccanica e manuale molto completa, robusta e raffinata, ottenne subito un buon successo di vendite sostituendosi rapidamente nel cuore degli appassionati alla KX; d'altra parte la ME, che era una macchina sofisticata, con l'otturatore elettronico della Pentax K2, era priva della selezione manuale delle velocità di scatto e funzionava solo in automatismo a priorità di diaframma, sia pure con la possibilità della correzione manuale di + o – 2 stop, ereditata poi dalla ME Super: ciò limitava le possibilità commerciali di questa ottima macchina, che finiva per destare un interesse modesto nei fotoamatori di gusto più tradizionalista.

Nel 1980, anno in cui venne presentata la Pentax LX, la K2 fu messa fuori produzione e divenne interessante proporre a chi non si poteva permettere la costosa LX una fotocamera che avesse molte delle caratteristiche della K2.
La ME, che già utilizzava lo stesso otturatore della Pentax K2, si prestava come base per produrre una macchina idonea, introducendo la famosa e pratica selezione dei tempi a tastini. La nuova macchina non possedeva alcune importanti funzioni professionali come il presollevamento dello specchio o il controllo della profondità di campo nel mirino; in compenso ricevette una versione aggiornata dell'otturatore della K2, che consentiva di raggiungere la velocità, ragguardevole per l'epoca, di 1/2000 di secondo.
Così nacque la ME Super, una delle più fortunate reflex costruite dalla Pentax.

Commenti d'uso
La ME Super è stata la mia prima reflex, per cui in realtà mi sono reso conto dei suoi pregi spesso solo dopo aver manipolato altre fotocamere di amici: ho notato così che la ME Super appariva tra le meno plasticose grazie alla costruzione totalmente metallica di calotta, corpo e fondello.
È anche una reflex relativamente pesante, più di fotocamere apparentemente caratterizzate da dimensioni "importanti": pesa 445 grammi solo corpo, non molto meno della K 1000, che pesa 620 grammi.

Molti comandi, come il selettore della sensibilità della pellicola o il piccolo piolo bianco che sblocca la ghiera di selezione della modalità di funzionamento, sono caratterizzati da dimensioni alquanto piccole e da spessori ridotti che li rendono relativamente difficili da manipolare, specie indossando i guanti. I piccoli tastini per la selezione manuale dei tempi di scatto sono comunque una delizia: comodissimi, e molto più rapidi di un tradizionale selettore a corona.
Il caricamento della pellicola è facilitato dal rocchetto ricevitore a rullini: l'aggancio è rapido, sicuro e saldo.

Il mirino è nitido e luminoso, sia pure senza raggiungere i livelli di luminosità delle più recenti autofocus, e presenta al centro un efficace stigmometro ad immagine spezzata circondato da microprismi; la messa a fuoco è facile usando ottiche all'incirca fino alla luminosità massima di f/4.0; al di sotto di questa luminosità la lunetta inferiore dello stigmometro si oscura e si deve focheggiare direttamente sullo schermo.

La Pentax ME Super è una macchina ideale per la fotografia di paesaggio: impostando preventivamente il diaframma, in modo da scegliere la profondità di campo che si vuole ottenere, con la macchina all'occhio è poi possibile eseguire le altre regolazioni in modo comodo e rapido, volendo anche in automatismo a priorità di diaframma; per converso è meno indicata per le riprese sportive e di caccia fotografica, in quanto la selezione dei tempi di scatto a tastini non permette di preimpostare la velocità desiderata se non con la macchina già all'occhio, perdendo la visione dell'ambiente circostante.
Con un poco di esperienza, ad ogni modo, la macchina permette di raggiungere una notevole rapidità operativa, garantita anche dal fatto che la macchina ha la piena funzionalità in modalità manuale mantenendo l'accoppiamento tra diaframma, otturatore ed esposimetro, cosa che molte macchine concorrenti dell'epoca, anche apprezzate, perdevano (tipicamente, su molte di queste macchine in modo manuale si spegneva l'esposimetro).

Il tempo di esposizione più lungo dichiarato è di quattro secondi, ma in automatico si possono ottenere tempi di posa lunghi fino ad oltre due minuti: l'indicazione nel mirino è in queste condizioni di una generica sottoesposizione.
La Casa considera questa particolarità un malfunzionamento dovuto a cattivo uso e suggerisce di risolvere il "blocco" spostando il selettore del funzionamento da "auto" a M. In realtà le foto che si ottengono in questo modo sono esposte correttamente, in genere, e a mio parere il costruttore, nel redigere il manuale d'uso della macchina, ha voluto evitare sollecitazioni inutili alle batterie e agli elettromagneti che controllano l'otturatore con esposizioni che si possono fare benissimo in posa B, con un tempo meccanico.
Il gruppo otturatore-trascinamento nato con questa macchina è stato utilizzato con successo su una serie di reflex molto fortunate ed apprezzate: la Super A, la Program A, la P30 e la P50. L'otturatore MFC, prodotto dalla Seiko espressamente per la Pentax, è uno dei migliori otturatori a lamelle mai costruiti: silenzioso, affidabile e longevo, è caratterizzato da poche vibrazioni e da una notevole precisione che lo rendono, da solo, uno dei punti di forza di questa serie di fotocamere; abbinato ormai al trasporto motorizzato e opportunamente aggiornato, continua a fornire un eccellente servizio sulle attuali reflex autofocus della serie MZ.

Il gruppo di trascinamento è molto solido e affidabile, in previsione dell'accoppiamento con un motore; sfortunatamente, proprio per offrire questa possibilità, le tolleranze di costruzione sono un poco più ampie di quelle di altre fotocamere più tradizionali.
Non è possibile il caricamento additivo, cosa del resto normale e fisiologica per gli otturatori a lamelle verticali.
L'esposimetro al GaAsP è molto preciso e affidabile, tuttavia ha manifestato su molte macchine una tendenza a sottoesporre invecchiando: chi compera una ME Super usata farà bene a verificare la lettura esposimetrica, confrontandola con quella di un'altra macchina e, se necessario, a procedere ad una revisione. Una revisione, del resto, per chi acquisti usata una fotocamera molto anziana, è consigliabile in ogni caso, e visto che nessuna ME Super ha meno di quindici anni…

Conclusioni
Il cliente che, nel 1980, comperava la ME Super, comprava una delle fotocamere più avanzate in commercio munita, nel corpo macchina reflex 35mm più piccolo mai realizzato, di un eccellente otturatore elettronico e di un raffinato esposimetro, che poteva essere equipaggiata con le moltissime ottiche di uno dei sistemi fotografici più ampi del mondo, con una vasta gamma di ottiche normali per il primo equipaggiamento, tra le quali il 50 mm SMC Pentax M 1.7, considerato da molti il miglior 50 mm giapponese del suo tempo, o il superluminoso 50 mm SMC Pentax 1.2, o il minuscolo "pancake" SMC Pentax M 40 mm 2.8 a schema Tessar.
La ME Super era sì piccola, ma eccellentemente costruita, secondo la migliore tradizione Pentax, con un ampio uso di parti in metallo o in materie plastiche "nobili" come il Teflon: le eredi della ME Super hanno avuto in dote, oltre alla buona ergonomia ed alla costruzione raffinata, una invidiabile affidabilità, robustezza e durata che le hanno rese macchine ambite anche sul mercato dell'usato.

L'evoluzione tecnologica ha messo la Pentax ME Super in ombra relativamente presto: le altre fotocamere da essa derivate avevano caratteristiche più professionali, come l'automatismo programmato, il TTL flash, il tasto per la profondità di campo o la memoria esposimetrica; però per le sue sostanziali qualità la ME Super è rimasta nelle mani dei fotoamatori tanto a lungo che molti, come me, oggi la usano ancora abitualmente mentre, a oltre venti anni dalla sua presentazione, sta diventando una macchina storica da collezionare ed esporre in salotto.

Francesco Favara © 09/2002
Riproduzione Riservata

Scheda tecnica
Otturatore: Seiko MFC-E2, a lamelle metalliche a scorrimento verticale controllato elettronicamente, prevede le velocità comprese tra 1/2000 di secondo e 4 secondi più la posa B; il sincroflash è su 1/125 di secondo; funziona meccanicamente su 1/125 di secondo e sulla posa B;
senza batterie -aspetto poco conosciuto- funziona anche a circa 1/1000 impostando il selettore su Auto o su M, ma non ricadendo entro le tolleranze costruttive non e' mai stato reso noto ufficialmente.
Avanzamento pellicola: manuale a colpo singolo o motorizzato, il rocchetto ricevitore prevede un meccanismo di aggancio pellicola "a rullini", molto pratico.
Presa sincroflash: contatto caldo e presa X; usando i lampeggiatori dedicati la macchina imposta automaticamente il tempo di sincro e segnala nel mirino quando il flash è pronto a scattare.
Indicazioni nel mirino: sovra e sottoesposizione, tempo impostato, correzione manuale, modo d'uso manuale o automatico, tempi lunghi, stato di carica delle batterie; campo inquadrato 92%.
Esposimetro: misurazione media a prevalenza centrale con cellule al GaAsP, viene avviato con una leggera pressione sul bottone di scatto e spento da un temporizzatore; valori luce da 1 a 19 EV; in automatico è possibile compensare l'esposizione di + o – 2 stop.
Alimentazione: due pilette alcaline tipo LR44 o equivalenti all'ossido d'argento.
Autoscatto: meccanico non escludibile.
Doppie esposizioni: senza comando specifico.
Visualizzazione delle profondità di campo non prevista.
Presollevamento dello specchio non previsto.
TTL flash non previsto.