Pentax KX e MX
Antica nobiltà
Ringraziamenti
L'autore è socio dell'Asahi Optical Historical Club: dal loro sito sono state ricavate molte delle informazioni storiche che sono a corredo del presente articolo.
Un ringraziamento particolare va anche ai riparatori Techno2000 e Sanvito, che nel corso di scambi di informazioni connesse alla manutenzione degli apparecchi oggetto dell'articolo, hanno fornito con cortesia e pazienza molte informazioni utili.
Nadir Magazine ©

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Scheda tecnica comparata
Peso: 631g (KX); 495g (MX).
Otturatore: su ambedue gli apparecchi è meccanico a tendine di stoffa a scorrimento orizzontale, prevede le velocità comprese tra 1/1000 di secondo e 1 secondo più la posa B; il sincroflash è 1/60 di secondo; funziona su tutti i tempi senza pile. Gli otturatori dei due modelli garantiscono le stesse prestazioni, ma non sono identici.
Avanzamento pellicola: manuale additivo, motorizzabile sulla MX; il rocchetto ricevitore della MX prevede un meccanismo di aggancio pellicola "a rullini" molto pratico, mentre quello della KX è di tipo tradizionale;
Presa sincroflash: contatto caldo e presa sincro X e FP;
Indicazioni nel mirino: corretta esposizione, sovra e sottoesposizione, tempo e diaframma, stato di carica pile; campo inquadrato 95% la MX e 93% la KX; schermi intercambiabili solo sulla MX; stigmometro ad immagine spezzata e corona di microprismi per la MX, solo microprismi o (poco diffusa) solo immagine spezzata per la KX;
Esposimetro: misurazione media a prevalenza centrale con cellule al GaAsP sulla MX e al Silicio sulla KX, viene avviato con una leggera pressione sul bottone di scatto con la leva di carica in posizione di lavoro e resta acceso fino al ritorno della leva di avanzamento in posizione di riposo; valori luce da 1 a 19 EV.
Alimentazione: due batterie alcaline tipo LR44 o equivalenti all'ossido d'argento;
Autoscatto: meccanico non escludibile;
Doppie esposizioni: senza comando specifico;
Visualizzazione delle profondità di campo: spingendo al contrario la levetta dell'autoscatto sulla MX, con pulsante specifico sulla KX;
Presollevamento dello specchio non previsto, ma possibile con un trucco sulla MX, con comando specifico sulla KX;
TTL flash non previsto.

Cenni storici
Per quanto riguarda i dati storici della Pentax KX rimando al precedente articolo sulla K 1000; qui mi limiterò a sottolineare che la Pentax KX, prodotta per soli due anni, rappresenta l'ultima evoluzione del progetto Spotmatic. Munita di un buon esposimetro con cellule al Silicio (che sarebbero poi state abbandonate dalla Casa per adottare le celle al fosfoarseniuro di Gallio ancora oggi in uso) la KX possiede quasi tutte le funzioni più care al fotoamatore evoluto, come la previsualizzazione della profondità di campo, il presollevamento dello specchio e la visualizzazione di tempo e diaframma impostati direttamente nel mirino; la buona ergonomia la rende facile da usare e molto gradevole.
La KX, tuttavia, eredita dalla Spotmatic anche la principale limitazione delle fotocamere giapponesi dell'epoca: poiché la funzione decide la forma, senza alcun interesse per un design elegante, la macchina è brutta da guardare ed è anche piuttosto pesante ed ingombrante.

L'uscita sul mercato delle belle fotocamere miniaturizzate Olympus della serie OM fece subito balzare agli occhi della clientela questi fatti… o almeno, creò un contrasto stridente agli occhi del marketing delle principali case giapponesi, che avviarono tutte la miniaturizzazione ed il restyling delle loro fotocamere e abbandonarono spesso progetti molto prestigiosi e ben riusciti, come la Canon FTb, la Nikkormat o la Minolta serie Srt.
La Pentax, probabilmente per il fatto di avere già intrapreso la strada della miniaturizzazione a livello progettuale con un certo anticipo, fu tra le prime a proporre, nel 1976, delle fotocamere "miniaturizzate" e ottenne certamente un grande successo tecnologico.
La Pentax MX è forte di un design elegante, di un progetto che non presta il fianco ad alcuna critica dal punto di vista tecnico ed è anche rivoluzionaria per quanto riguarda l'esposimetro al GaAsP e le ridottissime dimensioni; è una tradizionale fotocamera meccanica e manuale, concettualmente molto vicina alla KX della quale eredita buona parte dell'ergonomia e delle caratteristiche. Molto completa, robusta e raffinata, la MX ottiene subito un buon successo di vendite sostituendosi nel cuore degli appassionati alla KX.
Trovo opportuno fare un parallelo tra le due fotocamere per indicare le principali differenze nella concezione.

Confronto e commenti d'uso
Un punto di forza della Pentax MX è l'estrema robustezza: come la KX, e secondo gli standard di robustezza tipici della migliore produzione Giapponese questa macchina è progettata per resistere ad ogni genere di abuso per molti anni continuando a funzionare al meglio.
Il caricamento della pellicola della MX è facilitato con un rocchetto ricevitore a rullini, molto pratico; la KX per parte sua ha un sistema di caricamento assolutamente tradizionale.
Il mirino della MX – come sulla ME Super - è nitido e luminoso, sia pure senza raggiungere i livelli di luminosità delle più recenti autofocus, e presenta al centro uno stigmometro ad immagine spezzata circondato da microprismi; la messa a fuoco è facile usando ottiche all'incirca fino alla luminosità massima di f 4.0; al di sotto di questa luminosità la lunetta inferiore dello stigmometro si oscura e si deve focheggiare direttamente sullo schermo, o utilizzare uno dei molti schermi intercambiabili privi di stigmometro disponibili per questa fotocamera, tra i quali quelli, luminosissimi, progettati per la Pentax LX. Per l'epoca questo era un ottimo risultato ottenuto con una cospicua riduzione di peso e dimensioni rispetto alla KX, che per altro ha un mirino lievemente meno luminoso, non consente l'intercambiabilità degli schermi di messa a fuoco e, solitamente, è priva dello stigmometro a immagine spezzata, il che permette comunque di mettere a fuoco anche ottiche poco luminose senza problemi di lunette oscurate.
Osservata con gli occhi di oggi, rispetto alla KX, la MX manca del presollevamento dello specchio e della funzione di test delle batterie, considerata superflua (il manuale consiglia di sostituire le batterie quando i led non si accendono più, suggerendo che l'alimentazione dell'esposimetro è comunque sufficiente a garantire letture corrette fino alla completa scarica delle batterie stesse).
Il presollevamento dello specchio sulla MX è comunque possibile con lo stesso trucco usato per la Spotmatic, la K1000 e la KM, che consiste nello sfiorare, ad otturatore carico, il bottone di scatto come se scottasse... Per buffo che possa sembrare, il trucco funziona anche con la KX, che così finisce per disporre di due diversi comandi per il presollevamento dello specchio!

Le differenze tra la Pentax MX e la KX si possono riassumere in un elenco di sei punti:

1. Esposimetria: la KX è lievemente più pratica perché consente di impostare una gamma più ampia di sensibilità; per contro, la MX dovrebbe garantire maggiore precisione per l'esposimetro al fosfoarseniuro di gallio.
2. Mirino: la KX ha un mirino lievemente meno luminoso, manca dello stigmometro ad immagine spezzata e in condizioni di luce scarsa gli indicatori ad ago dell'esposimetro e dei tempi impostati non sono molto visibili; per contro i LED dell'esposimetro della MX sono poco visibili con luci forti e danno un'indicazione meno intuitiva.
3. Schermo di messa a fuoco: molto completo e intercambiabile con molti altri, quello della MX; fisso, ma adatto ad obiettivi poco luminosi per l'assenza dello stigmometro quello della KX;
4. Presollevamento dello specchio: con comando specifico sulla KX e assente, ma attuabile, sulla MX.
5. Maneggevolezza: la KX è un "ferro da stiro", ma tutti i comandi cadono automaticamente sotto le dita e funzionano con una certa dolcezza; la MX è una piuma, per l'epoca in cui è uscita, ha un funzionamento più dolce rispetto alla KX, ma il selettore dei tempi non si maneggia bene con la leva di avanzamento in posizione di riposo.
6. La KX, a parte una versione specifica denominata MD, non ha l'attacco per il winder.

Conclusioni
La Pentax MX, nel 1976, era forse la fotocamera meccanica e manuale più avanzata in commercio e univa, nel corpo macchina reflex 35mm meccanico più piccolo ancor oggi mai realizzato, un buon otturatore meccanico e un raffinato esposimetro.
Robusta al punto da diventare proverbiale, la MX aveva un indirizzo professionale che si univa ad un aspetto molto elegante rendendola appetibile per coloro che cercavano un apparecchio bello, oltre che funzionale.
La KX, agli occhi di un fotoamatore di oggi, è un apparecchio tutto sommato meno maneggevole e solo lievemente più completo della MX: in sostanza si può dire che i due apparecchi si equivalgono, con un piccolo appunto sul fatto che una Pentax KX, anche se magari usata pesantemente da un professionista, non avrà mai lavorato attaccata ad un distruttivo winder ad alta velocità (purché non si tratti di una versione MS, ovviamente).
Con riferimento al mercato dell'usato va detto che la disponibilità di parti di ricambio e di pezzi per la Pentax KX è molto modesta a causa del brevissimo periodo di produzione, e che le quotazioni sono elevate per l'importanza di questa fotocamera dal punto di vista storico unita alla relativa rarità; va anche detto, in ogni caso, che molti ricambi sono comuni alla diffusissima K 1000.
Sia la Pentax KX che la MX erano destinate all'uso pesante da parte di un pubblico professionale o amatoriale di alto livello: a quasi trent'anni dalla commercializzazione non si può escludere che uno di questi apparecchi non necessiti d'interventi importanti, per cui la più diffusa MX è, probabilmente, la scelta migliore e più economica.

Francesco Favara © 01/2004

Quali parti sono comuni alle Pentax KX e K 1000?

I due apparecchi sono simili, ma non uguali, molte importanti parti sono effettivamente diverse:
1. la calotta della KX, sostanzialmente simile a quella della K 1000, ha molte più aperture.
2. l'esposimetro è totalmente diverso
3. i comandi dell'otturatore e dell'esposimetro differiscono tra i due apparecchi
4. i box reflex sono concettualmente simili, ma esistono molte differenze necessarie a consentire le funzioni avanzate della KX, come la visualizzazione nel mirino di diaframma e tempo impostati o il presollevamento dello specchio.

E' vero, per altro, che almeno le parti meccaniche di otturatore e trascinamento, lo specchio e il fondello (escludendo la versione MD della KX) dovrebbero essere uguali.
In ogni caso, "caveat emptor"