TEST SONY ALPHA A350
La bellezza del Live View
Rino Giardiello e Agostino Maiello, novembre 2008

Presentata a gennaio di quest'anno insieme alla A200 ed alla A300, la Sony Alpha A350 è una reflex amatoriale un po' diversa dalle altre.

sony A350

A gennaio 2008 Sony ha arricchito la sua gamma di reflex (che fino ad allora vedeva solo la A100 e la A700) con tre nuove fotocamere sostanzialmente identiche salvo che per la risoluzione ed il Live View. La A200, che prende il posto della A100, è la nuova entry-level, costruita intorno ad un sensore CCD da 10mpx, un corpo piccolo e compatto, ed un prezzo molto aggressivo (al momento in cui scriviamo la si trova intorno ai 350 Euro solo corpo, ed a poco più di 400 con lo zoom 18-70). La quasi totalità delle caratteristiche della A200 si trovano poi nella A300, che in più ha il Live View ed un monitor orientabile (e costa un centinaio di Euro in più). E la A350? E' una A300 ma con 14mpx anziché 10 (ed un ulteriore centinaio di Euro in più).
Si può anche dire che la A300 è una A350 con il sensore della A200, per chi proprio si diverte con le combinazioni... Facezie a parte, data l'enorme somiglianza tra queste tre fotocamere gran parte delle considerazioni che seguono possono applicarsi anche alla A300 e, talvolta, alla A200; in ogni caso il test, e le relative foto, sono stati effettuati su una A350.

In mano.
Esteticamente più riuscita della A100, la A350 è identica alla A300 e molto simile alla A200; rispetto alla A100, le tre nuove reflex Sony perdono una ghiera (avendone solo una, come la A700), guadagnano uno schermo più grande (2,7 pollici contro i 2,5 della A100 ed i 3 della A700), ed una disposizione dei comandi leggermente rivista e pressoché identica in tutte e tre. In sostanza, a parte i comandi per il Live View non c'è quasi differenza nell'usare una A200 o una A300 o una A350.
La A350 pesa circa 670 grammi, una cinquantina in più della A200 e della A100: è compatta ma non minuscola, nonché ben realizzata. Anche lo schermo orientabile, componente che in origine suscitava qualche timore di fragilità, si rivela ben assemblato e si fa utilizzare con tranquillità senza ansie.


Rispetto ad altri produttori, Sony ha scelto una strada diversa per implementare il Live View: anziché affidarsi al sensore principale, ha posizionato un secondo sensore, più piccolo, nella camera del mirino. Quando si imposta la reflex in modalità Live View, lo specchio principale rimane dunque abbassato, una piccola antina chiude il mirino dal lato dell'oculare - per evitare l'entrata della luce -, e lo specchio scorre leggermente, dirigendo così l'immagine che arriva dall'obiettivo non più verso il sensore principale, ma verso il sensore del Live View posizionato nel pentaprisma. Questo sensore manda l'immagine sul monitor LCD, mentre per la focheggiatura continua a funzionare l'AF normale. In pratica la A300/A350 da questo punto di vista funziona come una compatta, data la fluidità del funzionamento complessivo del Live View, laddove altri sistemi, per focheggiare, richiedono che lo specchio venga riabbassato e poi rialzato a focheggiatura avvenuta (oppure si affidano ad una lenta focheggiatura fatta tramite il sensore d'immagine principale).
L'uovo di Colombo dunque? Fino ad un certo punto, sia perché la presenza del sensore per il Live View rende il mirino più piccolo (0.74x anziché 0.83x come nella A200/A100), sia perché la qualità dell'anteprima fornita dal sensore principale è sicuramente superiore a quella del piccolo sensore posizionato nel mirino, per cui se si vuole ingrandire molto l'immagine, magari per lavorare di fino con la messa a fuoco, si può incontrare qualche difficoltà. Insomma, siamo in presenza di una scelta progettuale diversa, pensata per offrire un Live View pratico e veloce, che funzioni fluidamente senza macchinosità.

Il monitor.
Lo schermo è di buona qualità: 2,7 pollici non sono i 3 pollici ai quali ormai ci stiamo abituando, e la risoluzione non è quella VGA dei monitor più recenti, ma va comunque molto bene. Com'è tipico dei monitor delle Sony mostra le immagini un po' più fredde e slavate rispetto a come sono in realtà: all'inizio bisogna farci l'occhio. Il supporto su cui è montato consente di allontanarlo dal corpo macchina per inclinarlo di 90 gradi verso l'alto o di 45 verso il basso. Questo permette - ovviamente in modalità Live View - di effettuare riprese da punti di vista inaccessibili agli utenti di reflex tradizionali: uno stimolo in più per la creatività.

I comandi.
Sul corpo macchina ci sono quelli essenziali e sono razionalmente disposti. Sulla parte superiore sinistra della fotocamera c'è la ghiera con i modi di esposizione, mentre tutto il resto è a destra: scatto, ghiera di controllo, pulsante degli ISO e del tipo di ripresa (autoscatto, bracketing, continuo...), e selettore del Live View. Da notare che quest'ultimo è un interruttore, non un pulsante: se lo si imposta su Live View, la fotocamera funzionerà sempre così, anche una volta spenta e riaccesa.
Il grosso dei comandi è sul dorso: interruttore di accensione in alto a sinistra (comune a tutte le Sony Alpha), comando dello stabilizzatore nell'angolo inferiore destro (anche questo come in tutte le altre Alpha, ma nella A100 e nella A700 è verticale, mentre nelle A200/300/350 è in orizzontale), e quattro pulsanti (Menu, Display, Cestino e Play) in verticale alla sinistra del monitor (comuni a tutte le Alpha). Alla destra del monitor c'è il controller multifunzione, mentre nell'angolo superiore destro ci sono i pulsanti per la compensazione dell'esposizione ed il blocco AE, come sulla A100. Tutto dunque è identico tra A200, A300 ed A350, e molto simile alla A100 ed alla A700; va osservato però che la A300 e la A350 hanno un ulteriore pulsante, che Sony chiama Digital Teleconverter, che quando si scatta in Live View ed in JPEG ingrandisce l'immagine simulando una zoommata digitale di 1.4x o 2x, usando solo la porzione centrale del sensore (7.7 o 3,5 megapixel). Non che sia una funzione inutile, ma non ci convince del tutto l'idea di dedicarle un pulsante specifico, che tra l'altro non ha nessun'altra funzione.
Va notato che, mentre con la A700 si possono modificare i parametri direttamente dentro la finestra principale del menu, con la A350 questo non avviene; se non c'è un comando dedicato (ISO, avanzamento, ecc.) bisogna premere il pulsante Fn e, sul menu che appare nel monitor, intervenire. All'atto pratico questo significa che contrariamente a quanto si è portati a fare di solito con una reflex, si passa più tempo a guardare il monitor che il mirino. Ottimo per chi fa un uso abituale del Live View, un po' meno per chi approccia la A350 come una reflex tradizionale.
Infine, la A350 ha tutte le tipiche funzione delle altre reflex Sony: stabilizzatore incorporato nel corpo macchina, sistema di pulizia del sensore, AF e display LCD che si azionano all'avvicinarsi dell'occhio al mirino, DRO (ottimizzatore della gamma dinamica dell'immagine). Il flash incorporato, che fa bene il suo mestiere, richiede di essere sollevato (come nella A100) affinché possa operare come ausilio all'AF. E' presente comunque una slitta per usare flash esterni ed è possibile anche adoperare flash wireless (come con la A200).

Prese ed alloggiamenti; software.
A200, A300 ed A350 sono alimentate da una nuova batteria, la NP-FM500H da 1650 mAh, che nel corso del nostro test ci ha garantito circa 500 scatti di autonomia (di cui, a spanne, due terzi in Live View ed il restante in modalità normale). Sony dichiara 730 scatti normali e 410 in Live View. Grossomodo diremmo che ci troviamo. Sul lato destro della fotocamera c'è lo slot per la scheda Compact Flash, come nella A100, mentre a differenza della A700 manca il secondo alloggiamento per le schede Memory Stick Duo (che si possono comunque utilizzare con un adattatore, che nella A100 era fornito di serie ma qui no). A parte la presa USB, infine, ci sono un attacco per l'alimentatore di rete, un'uscita video, ed un connettore per il telecomando (opzionale).
I software forniti a corredo sono il classico terzetto Sony: Picture Motion Browser (un visualizzatore, solo per Windows), Image Data Lightbox e Image Data Converter (per Mac e Windows; il primo è un visualizzatore/catalogatore per immagini RAW, il secondo un convertitore).

Sul campo.
In estrema sintesi, la A350 è un divertentissimo giocattolo, intendendo quest'ultima parola nel senso più letterale possibile: è cioè uno strumento perfetto per assolvere ad una funzione ricreativa, visto che, utilizzata in accordo con la filosofia con cui è stata progettata, soddisfa pienamente tutte le aspettative. In altre parole, questa è una reflex costruita attorno al Live View e come tale va presa. Se il Live View non costituisce la maggioranza delle proprie occasioni di ripresa, tanto vale puntare sulla A200, che costa di meno ed ha un mirino migliore.
Precisato questo, la A350 ci ha dato parecchie soddisfazioni. L'autofocus è reattivo e preciso, e nel complesso la macchina ha una velocità operativa più che sufficiente (non è un fulmine, comunque; in Live View si riescono a fare due scatti al secondo, qualcosa in più senza Live View, ma senza arrivare ai 3 della A100/A200). La resa globale dell'immagine (abbiamo svolto i test con lo Zeiss 16-80) è piuttosto morbida, nel senso che non presenta artefatti o maschere di contrasto eccessive: la gamma dinamica è molto buona e le foto lasciano un certo margine per la post-produzione. I colori appaiono in media piuttosto pieni, e come sempre c'è una bella differenza tra la resa dei RAW e quella degli JPEG, specie sui dettagli più fini, dove la A350 tende ad impastare un po' l'output, probabilmente a causa del sistema di riduzione del rumore, un po' aggressivo (e non disinseribile). Ma se questo non impatta granché sulla resa fino a ISO 400, da ISO 800 in su cominciano le noie: la riduzione del rumore a queste sensibilità diventa così aggressiva che il dettaglio ne risente in maniera abbastanza evidente. A ISO 1600 la qualità è ancora accettabile, mentre gli ISO 3200 sono davvero solo per le emergenze, meglio fare finta di non averli o comunque limitarsi a stampe 10x15. Va detto comunque che talvolta ci si fa prendere un po' la mano dalla visualizzazione a schermo delle immagini, perché poi una volta stampate molte foto fatte ad ISO 1600 sono più che dignitose anche sul 20x30.
Ribadendo che alle basse sensibilità la resa è notevole e la risolvenza elevatissima, va osservato che 14 megapixel sono tanti e mettono alle corde l'ottica: il 18-70 di serie, rispetto allo Zeiss, fa decisamente fatica a tenere il passo del sensore della A350, lo si nota sopratutto ai bordi alle focali più lunghe. Infine, l'esposimetro si è mostrato preciso ed affidabile nella stragrande maggioranza dei casi.

Conclusioni.
Il rumore alle alte sensibilità è l'unico vero limite della A350, perché per il resto come detto le immagini sono davvero piacevoli ed in generale la fotocamera non presenta alcun difetto serio, salvo il solito, mediocre bilanciamento automatico del bianco in luce artificiale, a cui ormai siamo rassegnati visto che la storia è sempre la stessa in qualunque fotocamera di ogni fascia di prezzo. L'unico altro appunto può essere mosso al mirino ottico, piuttosto piccolo, ma questa è una conseguenza inevitabile del sistema di Live View offerto dalla A350, sistema che peraltro costituisce il suo maggior fattore di differenziazione dalla concorrenza. Se ne deduce che è piuttosto semplice trarre una conclusione sulla A350 (e dunque anche sulla A300): se il Live View vi interessa davvero tanto, non troverete di meglio come rapporto prezzo/prestazioni; se invece il Live View è per voi una funzionalità trascurabile, lasciate perdere la A300/350 e rivolgetevi ad un altro modello.

Rino Giardiello e Agostino Maiello © 11/2008
Riproduzione Riservata

Alcuni scatti

Nelle foto sottostanti è possibile vedere (nel dettaglio al 100%) il rumore della A350 già ad 800 ISO. Peccato perché l'equilibrio generale della foto è notevole e l'effetto globale è di buona nitidezza, merito anche dell'obiettivo Zeiss 16-80 da noi usato per il test al posto del 18-70 standard.

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Caratteristiche tecniche

Reflex AF ad obiettivi intercambiabili: 14.2Mpx effettivi APS CCD 23.6x15.8 mm
Monitor LCD: 2.7"1 TFT (230k pixel) LCD Clear Photo™
Mirino ottico: TTL, 0.74x, area mostrata 95%
Processore BIONZ™: LSI with Dynamic Range Optimizer (DRO/DRO+)
Esposizione: Manuale, Priorità tempi/diaframmi, Programmi
Sensibilità ISO: Auto/100/200/400/800/1600/3200
Compensazione EV: ±2.0 EV a passi da 1/3 EV
Otturatore: da 1/4000 a 30 secondi più posa B
Velocità: Max 2.5FPS col mirino. 2FPS in live view
Modalità colore: Standard, Vivid, Portrait, Landscape, Night view, Sunset, Black & White, Adobe RGB
Bilanciamento del bianco: Auto più 8 Programmi
Flash: Incorporato N.G. 12 a ISO 100 dotato di diverse funzioni automatiche
Riduzione occhi rossi: On/Off in qualsiasi modalità
Software a corredo: Image Data Converter SR vers. 2.0, Image Data Lightbox SR vers. 1.0 (per Windows e Macintosh), Picture Motion Browser Vers. 2.1.02 (solo per Windows)
Batteria ricaricabile: 7.2V, 1600 mAh NP-FM500H Lithium-ion
Uscite: Video NTSC/PAL
USB: Supporta USB 2.0
Dimensioni: 130.8 x 98.5 x 74.7 mm
Peso: 582g solo corpo, esclusa batteria e scheda memoria