TEST SONY NEX-6
Prova su strada e confronto con la NEX-5
Agostino Maiello, dicembre 2012

Presentata all’ultima Photokina, la Sony NEX-6 – come il nome fa intuire - si colloca in posizione intermedia tra la 5 e la 7. Vediamo come va.

Un po’ di storia
Dunque, abbiamo la serie 3, la serie 5 e la serie 7... No, non stiamo parlando delle BMW, ma delle NEX, il sistema di fotocamere mirrorless (senza specchio) che Sony ha lanciato nell’estate del 2010. In origine le NEX ambivano ad un segmento di mercato ben preciso, quello dei fotografi “da compattina” che fossero in cerca di qualcosa di più in termini di qualità d’immagine, ma sempre con un occhio ai pesi ed agli ingombri. In coerenza con questi principi, la 3 e la 5 (i primi due modelli) erano davvero minuscole se confrontate con tutte le altre fotocamere dotate di sensori APS, e progettate in tutto e per tutto per essere usate come delle compatte: niente mirino e nessuna ghiera vera e propria, solo menu e pulsanti (diremmo “pulsantini”, viste le dimensioni). Le ottiche a disposizione erano parimenti amatoriali: un 18-55 fornito in kit, un 16mm pancake (supercompatto), ed un 18-200 (piuttosto valido, e molto adatto alle videocamere Sony aventi lo stesso innesto delle fotocamere NEX).

A lato: la NEX-6 con il 16-50 fornito in kit. Si può anche acquistare la fotocamera solo corpo, a circa 150 Euro in meno. Si può avere la NEX-6 di qualunque colore desiderato, purché sia nero…

Dopodiché si è verificato qualcosa che con tutta probabilità la stessa Sony non si aspettava. Da un lato, le NEX sono state molto apprezzate da pubblico e critica per la compattezza e la qualità d’immagine; dall’altro, sono state ferocemente criticate per la loro interfaccia, rigida ed affidata esclusivamente a menu e pulsantini, rendendo dura la vita a chi volesse (ad esempio) regolare gli ISO o l’area di messa a fuoco senza annegare tra menu e sottomenu. Inoltre, grazie al tiraggio cortissimo (appena 18mm), ci si è ben presto accorti che, con opportuni anelli adattatori, era possibile montare sulle NEX quasi ogni tipologia esistente di obiettivi. Ecco dunque un rifiorire di ottiche d’annata Pentax, Olympus, Voigtlander, Leica, ecc. recuperate dagli appassionati su un moderno corpo digitale, utenti “imprevisti” e che si sono trovati assai a disagio con il sistema di comandi delle NEX.

Sony, evidentemente resasi conto della situazione, ha in parte corretto il tiro accogliendo le richieste emerse dalla comunità degli utenti: i firmware successivi hanno consentito da un lato la personalizzazione dei pulsanti sul corpo macchina (così da accedere, senza passare per i menu, alle funzioni ritenute più essenziali: messa a fuoco, ISO, bilanciamento del bianco, e così via), e dall’altro hanno introdotto il focus peaking, cioè un sistema che evidenzia sul display della fotocamera, con dei pixel colorati, le aree di una scena che sono a fuoco, ingrandendo al volo la porzione su cui si sta focheggiando; in breve, un ausilio formidabile per chi lavora in manual focus.

Nel 2011 prima e nel 2012 poi le NEX 3 e 5 sono state sostituite da nuovi modelli; l’ultimo aggiornamento ha differenziato in maniera più netta e razionale le due fotocamere, con la F3 decisamente orientata ai fotografi da compatta, e con la 5R più rivolta ad un fotografo, diciamo così, consapevole. Inoltre, sempre nel 2011 la gamma è stata completata da un’ammiraglia, la NEX-7. Ora, la NEX-7 costa oltre mille Euro su strada (al momento in cui scriviamo, il sito Sony.it recita 1300 Euro di listino, solo corpo) mentre la… serie 5 (NEX-5, 5N, 5R) viaggia intorno ai 6-700 Euro (con il 18-55mm); appare evidente che c’era spazio per un modello intermedio, e Sony ha per l’appunto presentato, alla scorsa Photokina, la NEX-6 oggetto di questo articolo.

La NEX-6
E dunque, la NEX-6. Come si è detto, la top di gamma è la NEX-7 (e tale resta), ma il suo sensore da 24mpx mette a dura prova le ottiche d’epoca (e non solo; anche il 18-55 è davvero portato ai limiti), tanto che ad ottobre 2012 Sony ha rilasciato un firmware per la 7 volto a correggere, citiamo il comunicato stampa, “la qualità dell’immagine quando si usano ottiche grandangolari”; vale a dire, traduciamo noi, minimizzare le dominanti magenta che infiniti lutti addussero agli utilizzatori di grandangolari d’annata (o, in generale, non ottimizzati per il digitale). Chi volesse fare a meno dei 24mpx e/o non volesse spendere mille e passa Euro, poteva solo ripiegare sulla 5N (ora 5R), che però, oltre a non avere il mirino (Sony ne vende uno elettronico, opzionale, ad un prezzo esilarante: 373 Euro di listino), ha un sistema di comandi più da compatta e meno da fotocamera evoluta (specie la 5N). Ecco dunque la NEX-6 a colmare questo vuoto: di listino costa 800 Euro solo corpo e 950 con lo zoom 16-50 (quindi su strada qualcosa in meno: sui principali negozi online si trova a circa 850 Euro con il 16-50mm).

Il sensore è quello della 5R, da 16mpx, e come tale ha alcuni pixel dedicati alla messa a fuoco a rilevamento di fase, in aggiunta al sistema autofocus tipico di tutte le compatte e mirrorless, quello a rilevamento di contrasto. Dunque anche Sony, come altri produttori (vedasi le Nikon 1 o alcuni modelli di Fuji e Canon), con le 5R e la 6 si lancia nel mondo degli AF ibridi, facendo coesistere i due sistemi. Questi punti (che non concorrono a formare l’immagine, e che sono dotati di specifiche microlenti) leggono la distanza dal soggetto, allo scopo di evitare il classico “avanti e indietro” che spesso gli obiettivi delle compatte fanno nel tentativo di focheggiare; una volta agganciato il soggetto, entra in gioco l’AF tradizionale, a rilevamento di contrasto, per la focheggiatura “di fino”. Questo doppio sistema rende più veloce la messa a fuoco, sia inizialmente che in modalità continua.

La NEX-6 ha grossomodo le stesse dimensioni della 7, con la quale del resto condivide il flash incorporato, il mirino (elettronico) ed il display; quest’ultimo non è un touch-screen, a differenza della 5R. Come la 5R (e diversamente dalla 7) è dotata di capacità wireless e può eseguire delle piccole applicazioni software, il che consente di inviare le foto direttamente dalla fotocamera ad uno smartphone, oppure a Facebook o ad una galleria online di Sony (Sony PlayMemories); si può anche usare uno smartphone come telecomando per gestire la fotocamera a distanza.

Le capacità video sono all’altezza degli standard più recenti: sono disponibili due formati (AVCHD e MP4), il primo a 1920x1080 ed il secondo a 1440x1080 oppure VGA; i framerate sono 50p/50i/25p.
Com’è tipico delle Sony, la NEX-6 ha tutta una serie di automatismi o funzionalità varie (rilevamento volti, rilevamento sorrisi, effetto pelle morbida, filtri di elaborazione dell’immagine, ritaglio automatico dell’immagine in caso di ritratti, modalità di scatto “crepuscolo senza treppiede”, HDR, DRO, ecc.) sui quali non ci dilunghiamo e che possono risultare utili o meno a seconda di chi sta usando la fotocamera, e per cosa. In ogni caso è tutto spiegato nel manuale; esiste anche una guida incorporata nella fotocamera che, in diretta, visualizza delle schermate che spiegano a cosa serve un determinato comando.

Un controluce feroce, a 16mm. Il piccolo zoom di serie si è comunque difeso con onore, mantenendo piuttosto bene il contrasto dell’immagine.

In mano!
Un po’ meno “metallica” della 7 (la 6 è in parte in metallo ed in parte in policarbonato), e decisamente leggera (circa 350g con la batteria), la NEX-6 risulta piacevole da impugnare e trasmette la sensazione di un oggetto ben costruito e ben rifinito (foto 01). Ha una bella finitura nera opaca, laddove la 7 è nera e lucida, e cade bene in mano: l’impugnatura sul lato destro garantisce una presa comoda e sicura, facendo poi ritrovare i vari comandi a portata di dito senza dover fare acrobazie. Non va comunque dimenticato che stiamo parlando di una fotocamera dalle dimensioni molto compatte - larga 12cm, alta 6,7cm e profonda poco più di 4, per cui come sempre in questi casi chi ha le mani grandi potrebbe non trovarsi a proprio agio.

La parte superiore del corpo ospita l’interruttore di accensione (coassiale al pulsante di scatto), la ghiera per la selezione dei modi di ripresa (i classici P/A/S/M più il modo Panorama, due Autotutto, ed il gruppo di Scene reimpostate), il piccolo flash incorporato, una slitta porta flash con attacco standard, ed un pulsante Fn che fornisce accesso diretto a sei parametri di ripresa, che si possono scegliere tra sedici (ISO, bilanciamento del bianco, lettura esposimetrica, AF/MF, ecc.). Sotto la ghiera dei modi c’è una manopola di controllo, che agisce su un parametro variabile (sul diaframma quando si scatta a priorità di diaframmi, sul tempo se a priorità di tempi, sulla coppia se si lavora in Program, ecc.). Sul dorso ci sono una rotellina a 4 direzioni, il pulsante per sollevare il flash, il classico pulsante Play, quello per il blocco AE (comunque personalizzabile), e due pulsanti multifunzione - uno che richiama il Menu e l’altro personalizzabile. Il resto del corpo ospita le solite cose (vano batteria, attacco treppiede, sportellino per presa USB e HDMI). Nel vano batteria c’è l’alloggiamento per la scheda di memoria. Come tutte le Sony recenti, anche la NEX-6 supporta sia le SD che le Memory Stick. Il pulsante per la ripresa dei filmati è stato spostato sul fianco destro del corpo: immaginiamo perché molti possessori delle NEX precedenti, specie della 7, hanno lamentato pressioni accidentali. E’ comunque possibile disabilitarlo del tutto da menu.

La livella elettronica aiuta a comporre correttamente le immagini.

Nella confezione si trova un manuale che da lontano assomiglia pericolosamente ad un’edizione integrale de Il Signore degli Anelli, ma niente paura: contiene solo (in dodici lingue, ecco spiegato lo spessore) una guida rapida, di circa sessanta pagine, che chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le fotocamere digitali può tranquillamente evitare; consigliamo di dedicarsi esclusivamente al manuale vero e proprio (circa 250 pagine), che si trova in formato PDF sul CD in dotazione, destinando la corposa guida rapida ad usi più appropriati (fermaporte, dissuasore contro malintenzionati, ecc.).

Il CD contiene anche due software: Play Memories Home (per Windows) ed il famigerato Image Data Converter (per Windows e Macintosh). Il primo è un editor/visualizzatore (per chi ha un Mac, è facilmente sostituibile con iPhoto), il secondo è lo storico RAW Developer delle fotocamere Sony. In ogni caso al momento in cui scriviamo i RAW della NEX-6 sono già supportati su Mac (con l’ultimo RAW Compatibility Update, che li rende compatibili con il Finder, Anteprima, iPhoto ed Aperture), mentre per quanto riguarda il mondo Adobe è necessario dotarsi della versione 7.2 di Camera Raw, che richiede Lightroom4 o Photoshop CS6 o Photoshop Elements 11. CaptureOne 7 pure supporta i RAW della NEX-6 (la versione 6 no); l’ottimo RAW Photo Processor (un valido RAW converter per Mac), sì, così come DxO Optics Pro a partire dalla versione 8.1.

La NEX-6 oggetto di questa prova è quella fornita in kit con uno zoom 16-50mm (che ha l’angolo di campo di un 24-75 sul 24x36mm): sarà per questo che non sono forniti né il tappo che copre l’innesto portaottiche che quello per il retro dell’obiettivo. Inoltre non c’è un vero e proprio caricabatteria, bensì un alimentatore che va collegato alla presa di corrente da un lato ed alla fotocamera dall’altro: la batteria dunque si ricarica solo tenendola dentro la fotocamera (spenta). Tra tappi e caricatore Sony avrà risparmiato qualche spicciolo di costo industriale, ma ha complicato un bel po’ la vita all’acquirente: una scelta che non condividiamo per nulla, specie in una fotocamera di questa fascia di prezzo. In ogni caso sui soliti negozi online sono già facilmente reperibili per pochi euro alimentatori (non Sony: occhio per occhio…) che funzionano perfettamente; alcuni hanno anche un cavo per la ricarica tramite la presa accendisigari delle auto. Con l’occasione conviene acquistare anche una batteria extra, visto che con una batteria carica al 100% si fanno grossomodo 300 scatti, valore che naturalmente diminuisce se si comincia a girare qualche video, a riguardare e magari ritoccare le foto, ecc. Meglio dunque avere una batteria di riserva, per evitare di trovarsi a piedi a metà pomeriggio.

Interfaccia e comandi
Vale la pena, prima di andare in giro a scattare, di esplorare per bene i vari menu e configurare la fotocamera come meglio si desidera, in particolare il pulsante Fn ed i due pulsanti personalizzabili. Altrimenti ogni intervento sui parametri di ripresa può diventare arduo. Tutte le opzioni sono ripartite in cinque categorie (più la categoria Applicazioni), e non è pensabile ricordarsi sempre al volo dove si trova ciascun parametro. Meglio spendere un po’ di tempo all’inizio, capire quali sono i parametri che si cercano più di frequente, e “mapparli” sui pulsanti ad accesso diretto, evitando così affannose ricerche al momento dello scatto.

Ciò premesso, osserviamo che fortunatamente, rispetto alla prima generazione delle NEX, la 6 ha un sistema di comandi ben più “da fotocamera seria”, se ci passate l’espressione. C’è la ghiera dei modi di ripresa per selezionare al volo i vari Program, Priorità di diaframmi, ecc. Subito sotto, la manopola di controllo consente di variare il tempo o il diaframma o la coppia tempo/diaframma; i due tasti Soft Key danno accesso diretto a due funzioni impostate dall’utente (uno dei due di fabbrica controlla il blocco dell’esposizione, come detto); il tasto Fn dà accesso ad un gruppo di sei funzioni, pure direttamente definibili dall’utente. Infine, la rotellina di controllo sul dorso gestisce, dopo un clic in una delle varie direzioni, la compensazione dell’esposizione, gli ISO, l’avanzamento, e le visualizzazioni del display (ce ne sono ben sette, ma nei menu si possono abilitarle o meno, in modo che cliccando su DISP si ruoti solo tra quelle abilitate). Insomma, una volta assegnate le funzioni che si desiderano ai vari pulsanti c’è davvero tutto a portata di dito e questo consente, nella stragrande maggioranza dei casi, di non dover avventurarsi tra i menu.

Volendo fare le pulci a Sony, il cosiddetto sistema Quick Navi (già visto su diverse reflex e che consente di variare molti parametri direttamente da un’unica schermata del display) è solo apparenza, ed è un peccato. Ci spieghiamo: impostando il display in modalità “Per il mirino”, in cui non viene mostrata alcuna immagine ma solo tutte le informazioni di ripresa (come sulle classiche reflex digitali prive di Live View), premendo Fn si può poi “navigare” sullo schermo selezionando il parametro che ci interessa modificare. Fin qui tutto bene, ma una volta scelto il parametro desiderato non lo si può cambiare al volo (usando, uno spererebbe, una delle due rotelline): bisogna comunque “cliccarlo”, ed a quel punto si apre il menu di quella specifico comando. Quindi il vantaggio di avere il Quick Navi viene quasi azzerato, visto che alla fine cambiare un parametro richiede gli stessi passaggi anche senza dover impostare il display nella modalità “Per il mirino”.

Il mirino ed il display
Il mirino è di qualità eccellente, nitido e luminoso; è lo stesso della NEX-7. Ovviamente, essendo elettronico non ci fa vedere quello che vediamo noi, bensì quello che vede la fotocamera, quindi si osserva in diretta come verrà la foto, potendo visualizzare in tempo reale cosa succede variando l’esposizione o altri parametri. Si può comunque decidere di disabilitare questo “effetto anteprima” e visualizzare nel mirino sempre un’immagine neutra. Anche con l’oculare, risulta abbastanza comodo da utilizzare pur portando gli occhiali. Si trova all’estrema sinistra del corpo, quindi chi inquadra con l’occhio destro si troverà col reggere il corpo macchina decisamente fuori asse con la verticale del corpo.
Poco da dire anche sul display, chiaro e definito. In situazioni di pieno sole si vede abbastanza bene ma, come prevedibile, in tali casi meglio affidarsi al mirino. Oppure si può impostare il display sulla modalità Tempo Soleggiato, che falsa i colori e drena la batteria, ma è visibile anche col sole a picco.

E’ possibile arricchire la schermata con una griglia (quella classica della regola dei terzi, od una più fitta, anche arricchibile con due linee diagonali: sembra di stare usando un fucile), e con una livella (che si colora di verde quando la macchina è in asse. Qui sembra di stare pilotando un caccia).
Il passaggio dal mirino al display è necessariamente automatico, ed avviene accostando o meno l’occhio al mirino. Non esiste un pulsante che forzi la visualizzazione dell’uno o dell’altro. Tramite menu si può decidere di spegnere uno dei due, così da usare sempre e solo l’altro.

Sul campo…
Avendo a disposizione anche una NEX-5 con il 18-55 di serie, abbiamo svolto vari test incrociati; il confronto tra le due ottiche, che pure è interessante, sarà oggetto prossimamente di un articolo dedicato. Qui, invece, le foto servono a valutare globalmente la NEX-6, sia “da sola” sia confrontandola con la 5. Tutti i confronti sono stati fatti utilizzando i soli file RAW, sviluppati con Apple Aperture, e naturalmente a parità di ISO e diaframma. Ci sono delle lievi differenze nelle inquadrature, dovute al diverso numero di megapixel; osserviamo che, a parità di tutti gli altri parametri, la 5 tende a sovraesporre rispetto alla 6 (o, se si preferisce, la 6 tende a sottoesporre rispetto alla 5). Non siamo mai intervenuti in alcun modo sui file RAW, salvo appunto una lieve modifica dell’esposizione quando necessario per renderli simili (mezzo stop o due terzi di stop sono ampiamente bastati in tutti i casi). Un altro aspetto che emerge dalle prove è che, usando il bilanciamento del bianco automatico, la 6 tende ad essere un po’ più fredda rispetto alla 5.

NEX-5 e NEX-6 a confronto. A ISO 3200 la 6 ha una riduzione del rumore più aggressiva. Buono comunque il livello di dettaglio. A ISO 12800 la NEX-6 contiene meglio il rumore di luminanza, mantenendo comunque un buon dettaglio. Ottima comunque la resa della NEX-5.

Lo scatto della NEX-6 è piuttosto silenzioso, giacché la prima tendina dell’otturatore è elettronica. In altre parole, il sensore è sempre scoperto (senza cioè la tendina dell’otturatore sempre davanti); quando si preme il pulsante di scatto inizia l’esposizione, che termina quando la tendina dell’otturatore si abbassa, coprendo il sensore; infine la tendina si rialza e tutto torna alla situazione di partenza. Questo riduce notevolmente il ritardo di scatto, ormai praticamente azzerato.
Il piccolo flash in dotazione fa bene il suo dovere. Ha una portata abbastanza limitata, ed alle brevissimi distanze tende a sovraesporre, per cui conviene impostare una compensazione fissa. Con -0,7 abbiamo avuto buoni risultati.

L’esposimetro si è sempre mostrato affidabile ed anche l’autofocus ha ben svolto il suo dovere. Come accennato all’inizio dell’articolo, sul sensore ci sono delle coppie di pixel dedicate alla misurazione della distanza dal soggetto. Il sistema funziona però solo con ottiche compatibili, in pratica solo quelle Sony, e quando il diaframma è almeno F/6.3. Con valori più chiusi, niente da fare. Si può decidere se visualizzare o meno sul display la griglia di punti dell’AF a contrasto di fase, ma è solo una questione di visualizzazione: il sistema funziona o meno in base alle due condizioni citate. Si noti che gli obiettivi già esistenti prima del lancio delle NEX 5R e 6 vanno aggiornati: bisogna montarli su una di queste due fotocamere e collegarsi al sito Sony (con un Mac o un PC Windows) per scaricare il nuovo firmware. E’ un’operazione molto semplice che si può fare partendo da qui o consultando il sito Sony alla sezione Supporto.

L’autofocus è soddisfacente, fermo restando che non stiamo parlando di una reflex. Siamo riusciti a cogliere molte foto “al volo” senza problemi, sicuramente con una percentuale di successo maggiore rispetto alla NEX-5. Non siamo ancora ai livelli di una reflex (di pari generazione), ma le prestazioni globali, anche quando si ha a che fare con soggetti in movimento, sono più che sufficienti per esigenze non troppo spinte. La messa a fuoco manuale è la solita del sistema NEX: molto comoda e precisa, grazie al focus peaking (che nei menu si chiama “Effetto contorno”) ed all’ingrandimento automatico della porzione inquadrata del fotogramma.

Si può sganciare il blocco dell’esposizione da quello della messa a fuoco che si ottiene premendo a metà il pulsante di scatto: questo consente di gestire la sola messa a fuoco con quest’ultimo, delegando al pulsante AEL il blocco dell’esposizione. Molto utile quando non si vuole che l’esposizione e la messa a fuoco siano necessariamente accoppiate (cioè “lette” sulla medesima porzione di fotogramma). Funziona però solo in modalità AF singolo; in AF continuo, la NEX-6 blocca comunque l’esposizione nel momento in cui si è “semipremuto” il pulsante di scatto; spostando la fotocamera varia solo la focheggiatura. Si noti anche che, in modalità ISO Auto, quando si “semipreme” il pulsante di scatto viene visualizzato sullo schermo il valore ISO deciso dalla fotocamera. Purtroppo non è possibile modificare la soglia massima degli ISO Auto, che di fabbrica è impostata su ISO 3200.

Qualità delle immagini
La NEX-6 genera immagini di elevata qualità, come del resto fanno quasi tutte le fotocamere in commercio (in proporzione, s’intende, alla relativa fascia di prezzo) di qualunque marchio noto. I JPEG della NEX-6, se confrontati con i RAW, sono piuttosto buoni: non c’è più quell’abisso di qualità tipico di molte Sony degli anni scorsi. Volendo fare le pulci alle foto si potrebbe osservare che, diciamo da ISO 3200 in su, la riduzione del rumore è piuttosto aggressiva sui JPEG, anche quando è impostata su Basso (esistono due livelli: Basso e Normale); alle alte sensibilità è dunque consigliabile scattare in RAW per poi applicare la riduzione del rumore in post-produzione al computer. All’atto pratico dubitiamo che sia un gran problema ma, poiché a sfogliare il web pare che le fotocamere servano quasi solo a fotografare “gatti neri nascosti nelle miniere di carbone” (citiamo dal sempre brillante Luminous Landscape), segnaliamo la differenza di dettaglio a favore dei RAW; formato che comunque, rumore a parte, ha numerosi vantaggi. D’altro canto però i JPEG consentono l’uso di numerose funzionalità (HDR, DRO, effetti speciali, foto panoramiche, ecc.), precluse invece al formato RAW. A ciascuno il suo.

A corredo dell’articolo si trovano alcune delle immagini scattate durante il test, con varie note sulla resa. In generale c’è poco di cui lamentarsi, un sensore da 16mpx ha abbastanza informazioni per una stampa 30x40cm a 300 punti per pollice, fino ad ISO 1600 i file sono di qualità notevole ed anche i 3200 sono piuttosto buoni. A questi livelli comunque la riduzione del rumore inizia ad avere la sua importanza: in base alla scena ripresa ed alla destinazione finale della foto (web? Stampa? A che dimensioni?) può essere opportuno, come detto, scattare in RAW e regolarsi opportunamente in post-produzione. Se la luce è abbastanza e gli alti ISO sono stati scelti per avere tempi veloci, nessun problema; con riprese davvero in poca luce, invece, può essere opportuno affidarsi al RAW.

In generale, la nitidezza, la gamma dinamica e la resa cromatica sono assolutamente soddisfacenti. Con le impostazioni di default i JPEG della 6 sono abbastanza neutri, si può agire sui parametri di Saturazione e Nitidezza (oppure su dei preset che Sony chiama “Stile personale”: Vivace, Ritratto, Paesaggio, ecc.) per ritrovarsi dei JPEG con toni e colori diversi, più morbidi o più saturi a seconda dei gusti.

Uno scatto a 16mm, a ISO 2500, in JPEG, utile a dare il senso delle proporzioni per la foto a destra: un dettaglio al 100% della foto precedente. Anche agli alti ISO, ed in poca luce, la NEX-6 ha mantenuto una buona nitidezza e, soprattutto, una buona compattezza dei colori.

Wireless & applicazioni
La NEX-6 si può collegare ad una rete senza fili, e questo rende possibili diverse applicazioni. Innanzitutto, scaricando sul proprio smartphone (Apple o Android) l’applicazione gratuita Play Memories Mobile, è possibile far dialogare la NEX e lo smartphone, sia per l’invio delle foto dalla NEX al cellulare (solo foto, niente video), sia per configurare lo smartphone come telecomando della NEX stessa. Inoltre, creando un account (gratuito) sul sito di Sony Play Memories, si possono scaricare sulla fotocamera delle applicazioni, alcune gratuite ed altre a pagamento, per poter avere altri effetti speciali, caricare le foto direttamente su Facebook, disporre di un piccolo editor per il fotoritocco di base, ed altro. Non è necessario avere un computer: le applicazioni si possono scaricare anche direttamente dalla fotocamera se si è sotto una rete wi-fi.

Conclusioni
Le NEX sono più piccole e leggere delle reflex, ma non sono comunque delle fotocamere da taschino (salvo forse la F3 con un’ottica pancake). Sono, semmai, da “tascone”, nel senso che stanno agevolmente nella tasca di un giaccone; oppure le si può sistemare in uno dei classici borselli (per gli uomini che li usano), il che alla fine fa sì che uno se le porti dietro più spesso rispetto alle più impegnative reflex. Se si unisce questa considerazione generale alla descrizione della NEX-6 appena esposta, si può iniziare a ragionare sui criteri in base ai quali consigliare o meno una NEX-6.
Un primo aspetto da tenere presente è la disponibilità di obiettivi. Sulle NEX, tramite anelli adattatori, si possono usare ottiche quasi di ogni tipo (con messa a fuoco manuale), oltre che quelle con baionetta Minolta AF (quindi anche gli obiettivi per le Sony reflex e SLT). Il sistema ufficiale, invece, al momento si compone delle ottiche elencate nello specchietto a fine articolo.
Chi non ha alcuna fotocamera (o magari solo una compattina), può trovare in una mirrorless (e quindi anche nell’ottima NEX-6) una buona base di partenza per crescere fotograficamente senza dover affrontare pesi e ingombri di un sistema reflex - che hanno comunque il vantaggio di AF più veloci e della disponibilità di ampi parchi ottiche e di accessori; inutile pensare ad una mirrorless se poi si vogliono usare quattro flash oppure dei 300mm, i pochi etti in meno del corpo macchina a quel punto non farebbero alcuna differenza.
Altrettanto valida può essere la scelta di una mirrorless per chi, avendo magari un corredo reflex, volesse dotarsi di un secondo sistema più compatto e leggero senza sacrificare la qualità d’immagine. Tra l’altro le mirroless, non avendo lo specchio, sono più silenziose ed esenti da vibrazioni rispetto ad una reflex tradizionale.
Cosa dire a chi sia già possessore di una NEX? La qualità d’immagine della 6 è un po’ migliore agli alti ISO di quella della 3 e della 5, ma non della 5N; la 6 e la 5R hanno lo stesso sensore per cui si può presumere che abbiano una resa identica. Grossomodo comunque “stiamo lì” e, se si avverte l’esigenza di un netto miglioramento qualitativo, conviene aspettare la prossima generazione di sensori. Se invece si cerca un miglioramento del corpo macchina – e qui ci riferiamo al mirino, alle ghiere ed in generale ad un sistema di comandi da “vera fotocamera” - la NEX-6 è sicuramente consigliabile rispetto alla serie 5, perché la sua abbondanza di funzioni e la sua flessibilità ne consentono un utilizzo sia da spensierato fotoamatore della domenica (magari in iAuto+ con “rilevamento sorriso leggero”, effetto speciale “Toy Camera” e caricamento su Facebook in tempo reale tramite collegamento senza fili…) che da fotografo “evoluto” (RAW, esposizione manuale, e quant’altro) desideroso di curare ogni aspetto della ripresa.

Agostino Maiello © 12/2012
Riproduzione Riservata
Scheda tecnica sul sito Sony qui

Obiettivi con innesto E (NEX) disponibili a dicembre 2012:

Esistono inoltre obiettivi per le NEX prodotti dalla coreana Samyang e dalla SLR Magic (di Hong Kong).