TEST ZEISS JENA 135/3.5 SU SONY ALPHA A700
Un vecchio obiettivo a vite 42x1 in grado di dare molte soddisfazioni anche sui corpi digitali
Rino Giardiello, novembre 2008

C'è chi pensa che usare un obiettivo d'epoca su una reflex digitale sia solo uno sfizio, chi invece lo fa abitualmente volendo recuperare valide ottiche già in proprio possesso: ma aldilà dei punti di vista, per forza di cose personali, è innegabile che la curiosità venga e, una volta riscontrata (quando c'è) la bontà dei risultati, non c'è nulla di male ad approfittarne quando possibile.
Lo Zeiss Jena 135/3.5 è un buon obiettivo che si trova a prezzi davvero accessibili (meno di 100 Euro), come riferiamo nella pagina apposita (Test -> Fotocamere ed Obiettivi -> Contax). Montato su una reflex con sensore APS-C finisce con l'avere l'angolo di campo di un 200mm: davvero niente male, considerata anche la notevole compattezza e leggerezza. Ricordiamo che gli Zeiss Jena sono gli obiettivi prodotti nella Germania dell'Est (quando c'era), per l'appunto nella città di Jena. Sono mediamente ottiche di buon livello, dalla resa più che valida e che data l'età pagano ovviamente pegno in merito ad autofocus, automatismi, messa a fuoco all'infinito, e così via.

Su corpo Sony A700
Il tiraggio della baionetta Sony Alpha (che poi è la cara vecchia baionetta Minolta AF) è di 44mm mentre quello delle vecchie fotocamere a vite 42x1 è di 45,5mm come quello delle Contax e delle Pentax, dunque tali ottiche, innestate per esempio sulla A700 come in questo test, mantengono la messa a fuoco all'infinito. Esistono anelli adattatori con una lente all'interno per ripristinare la messa a fuoco all'infinito su corpi con tiraggio incompatibile (soprattutto se a baionetta), ma ho sempre avuto molti dubbi sulla bontà di questa lente tuttofare, teoricamente in grado di funzionare in maniera egregia tanto con un 30mm quanto con un 300mm, Nel caso in questione, dunque, ho preferito adoperare un anello di Lolli privo di lenti aggiuntive: per me non ha senso prendersi tante scomodità per utilizzare una vecchia ottica di pregio se poi se ne mortifica la qualità con una qualsiasi lente da pochi Euro, quindi - nel caso - preferisco perdere la messa a fuoco all'infinito (visto che il mio scopo non è quello di farci foto all'infinito) ma mantenere intatta la qualità. Ovviamente questa è una considerazione del tutto personale che si può non condividere, ma è la base dalla quale è nato questo test nonché il motivo per cui Lolli ha messo in produzione degli anelli adattatori privi di lenti aggiuntive.

Una gustosa particolarità legata alla messa a fuoco è la distanza minima di un metro: l'elicoide del piccolo Sonnar si estende quasi come quello di un obiettivo macro e, se questa distanza era già ragguardevole sul piccolo formato, diventa ancora più notevole grazie al fattore di moltiplicazione dovuto al formato APS-C. Ad un metro si inquadrano circa 7x11 cm: non è ancora vera macro, ma ci si può divertire molto!
Bisogna precisare che la A700 non scatta se, nel Menu, non si abilita "scatta anche senza obiettivo"; questo significa che in ogni caso per il corpo macchina quell'obiettivo è come se non esistesse e si perde la possibilità di utilizzare il comodissimo dispositivo antivibrazioni incorporato. In compenso la messa a fuoco è facile sul bel mirino della A700, nitido e luminoso quasi come quello delle migliori reflex a pellicola o delle attuali full frame. L'esposizione può avvenire in maniera comoda e sicura in priorità di diaframmi o, volendo, in manuale. Dal momento che l'ottica non dialoga col corpo macchina, gli altri automatismi non sono utilizzabili.

Il confronto
Il confronto con lo zoom Zeiss 16-80 del sistema Sony Alpha ha messo in evidenza che i risultati del vecchissimo 135/3.5 aus Jena sono praticamente identici come resa cromatica e tridimensionalità: le due foto, messe una affianco all'altra, sembrano provenire dallo stesso obiettivo e la A700 ha svolto un ottimo lavoro riuscendo a fornire due esposizioni identiche nonostante un obiettivo in grado di dialogare col corpo macchina ed uno (secondo lei) inesistente. A questo Jena si può muovere solo un appunto sulla resa a tutta apertura, quando appare un po' morbido e con un purple fringing abbastanza visibile, ma basta chiudere a F/5.6 e la resa diventa eccellente, senza più traccia di aberrazione cromatica o altro. Davvero un risultato notevole che fa passare in secondo piano la mancanza dell'autofocus e la necessità di lavorare in stop-down. Il trattamento antiriflessi è ineccepibile, rendendo quasi inutile il paraluce incorporato. Anzi, in qualche caso lo Jena è andato decisamente meglio dello Zeiss 16-80, nonostante la differenza d'età. Va però rimarcato che lo Jena è una focale fissa mentre l'altro è uno zoom. Inoltre, è opportuno precisare che lo Jena in mio possesso ha la sigla MC rossa, cioè è uno di quelli col trattamento antiriflesso migliore. Anche dal punto di vista costruttivo lo Zeiss Jena non delude: è piccolo, leggero, maneggevole e ben realizzato. Infine due parole sulla distorsione: praticamente inesistente, data anche la lunga focale.

Rino Giardiello © 2008

Conclusioni
Il giudizio finale su questo obiettivo quando montato sulla A700 è ottimo, come del resto lo apprezziamo da anni sulle fotocamere a pellicola. Se si considera il prezzo d'acquisto davvero contenuto, le sue dimensioni ed il suo peso, e la resa più che buona, c'è davvero poco da commentare. E' chiaro che bisogna accettare l'idea di dover lavorare con la messa a fuoco manuale, e di vedere l'immagine nel mirino scurirsi man mano che si chiude il diaframma, ma se le esigenze fotografiche lo consentono è davvero difficile trovare dei motivi per sconsigliarlo. E' davvero un peccato non poter approfittare dello stabilizzatore incorporato nella Sony, ma forse stiamo davvero chiedendo troppo!

Rino Giardiello © 11/2008
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Alcune foto

Rino Giardiello © 2008

La tridimensionalità ed il senso della materia del vecchio Zeiss Jena sono davvero notevoli. Sotto, il dettaglio al 100% della foto scattata a tutta apertura.

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Anche la pura risolvenza non è affatto male: l'immagine è un po' morbida, ma i peli si contano uno per uno!

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Non mi aspettavo una così vistosa aberrazione cromatica a tutta apertura (vedi dettaglio sottostante), ma - almeno - c'è da dire che diventa trascurabile diaframmando un po' ed a F/5.6 scompare del tutto.

Rino Giardiello © 2008

Rino Giardiello © 2008

Molto bella la resa col bianconero diretto della Sony A700 (nessuna postproduzione).

Rino Giardiello © 2008

Sopra: uno scatto alla distanza minima di messa a fuoco. Non è macro, ma ci manca poco!

Rino Giardiello © 2008

Incredibile la resa in questa foto e la pulizia del dettaglio al 100% (vedi sotto).

Rino Giardiello © 2008