LEICA M8. PER AMORE, SOLO PER AMORE
Carlo Riggi, giugno 2009

Summicron 35mm IV tipo preasferico. Questo obiettivo è soprannominato sobriamente "The king of bokeh". Ci sarà un perché…

La M8 è un’adolescente riottosa gravata da un’ingombrante eredità familiare, un corpo incompiuto in cerca d’identità. Si dice che ad esserne insoddisfatti siano i leicisti di primo pelo, quelli che non hanno mai preso in mano una telemetro e che, sedotti inizialmente dalle lusinghe del brand, rimangono poi disorientati dalle naturali ostilità del sistema. Mi pare invece che i più delusi siano proprio i leicisti doc, quelli che conoscono bene i limiti delle telemetro ma che volentieri li accettano in nome di pregi quali la discrezione, la silenziosità, l’agilità, la prontezza operativa, la sensazione di assoluta affidabilità. Sulla qualità dei file della M8 si potrebbe aprire un contenzioso infinito, tra chi vi intravede quella “naturalezza” tipica Leica e chi invece li trova del tutto equiparabili a quelli prodotti da qualunque fotocamera di fascia medioalta. Eviterò di addentrarmi in valutazioni così viscerali, anche perché i campi d’azione elettivi di una telemetro, la street, il reportage, il teatro, fanno sì che si possa anche tollerare un lieve scadimento della qualità d’immagine – comunque compensato dall’eccellente resa delle ottiche Leitz - , in favore delle prerogative di cui si diceva. Proprio quelle su cui però, a nostro avviso, la M8 denota le sue maggiori carenze.

Piccola, bella, solida come tutte le sorelle maggiori, al momento dello scatto la digitale Leica produce il primo tuffo al cuore. Il rumore dell’otturatore è osceno: invadente, plasticoso, sgraziato. Con uno scatto così, addio discrezione e addio “invisibilità”. Il telemetro è instabile e si stara con facilità. Le cornicette del mirino (e questo è davvero incredibile) non sono state ridisegnate ad hoc e, per via del fattore di moltiplicazione delle focali (1,33x), risultano del tutto approssimative. Come se una casa automobilistica, progettando una nuova vettura, lasciasse la mascherina del vecchio cambio con l’indicazione sballata delle marce... La batteria ha una durata limitata: se vuoi farla sopravvivere una giornata intera devi disporre lo spegnimento automatico della macchina dopo due minuti, con conseguenza di scatti persi in attesa del riavvio (non proprio fulmineo) e solenni “santioni” levati all’indirizzo di Solms. Addio quindi anche alla prontezza d’azione e all’affidabilità, quest’ultima resa ancor più precaria dalla parte elettronica: l’ultima versione del firmware, per dirne una, prevede l’opzione “scatto discreto”, cioè la possibilità di differire il riarmo per “rateizzare” il rumore. Se però viene impostato contestualmente anche lo scatto continuo la macchina si blocca per evidente “conflitto d’interessi”… Insomma, un firmware killer!

L’impressione complessiva è che Leica abbia licenziato una versione “beta” della sua telemetro digitale e che l’abbia data alla clientela da testare in un work in progress incerto e contraddittorio. La M8-2 pare aver colmato alcune di queste lacune, con alcune migliorie che, a pagamento, possono essere apportate anche alla prima versione (solo 1200 euro per la sostituzione dell’otturatore, 1000 per le cornicette luminose, e via così…).
E allora, tutti grulli i possessori di M8? Tenderei ad escluderlo, non foss’altro per questioni affettive, essendo uno di loro... Tutti sprovveduti, disinformati, obnubilati dal mito? Escluderei anche questo. Semplicemente, una Leica M, con la sua foggia unica e le sensazioni tattili che restituisce, continua a sprigionare un fascino irresistibile. Prendere o lasciare. Difficile da razionalizzare, mi rendo conto, ma quando c’è di mezzo la passione occorre separare il valore oggettivo dal piacere soggettivo, che resta ineffabile e imponderabile. Possiamo continuare a paragonare puntigliosamente, parametro per parametro, le prestazioni della M8 con quelle di altre fotocamere, ma sarebbe inutile. L’insieme è sempre più della somma delle singole prestazioni, e utilizzare una Leica M, persino in questa versione vagamente “succedanea”, è un piacere non quantificabile: c’è forse un prezzo per la “felicità”? E, soprattutto, quanto incide una gioiosa disposizione d’animo nel favorire l’atto fotografico? La creatività è stimolata più dalla quantità di linee per millimetro o dal piacere di avere con sé un oggetto sintonico e appagante?
Domande senza risposta, o meglio, domande alle quali si potrebbe rispondere in infiniti modi diversi. La verità è che al cuore non si comanda e i possessori di M8 sono ben contenti di potere traghettarsi nell’era digitale con in mano una Leica M, pur con tutti i suoi difettucci evolutivi. Piuttosto, è Casamadre che dovrebbe evitare di approfittarsi troppo di tanta devozione. Quando si gestisce un mito occorre saper esserne all’altezza, senza tradire un tale patrimonio di fiducia incondizionata. Non è questione di soldi, è molto di più: una questione d’amore.

Carlo Riggi @ 06/2009
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Il rumore della Leica M8.
Ho volutamente messo a confronto la Leica M8 con la Canon EOS 5D non per effettuare una sorta di competizione persa in partenza (poche reflex sono in grado di fare di meglio della Canon 5D), ma per avere un termine di paragone valido che potesse porsi come punto di riferimento e perché la 5D (prima serie) fa parte del mio corredo abituale in cui Leica e Canon convivono felicemente senza gelosie.

Elmarit 28mm III tipo. Colori vivaci e realistici (a patto di ricordarsi di montare il filtro UV/IR).

Elmarit 28mm. La resa è ottima anche nel bianconero.

Nonostante qualche farraginosità, la 8 è pur sempre una M, il suo mestiere è cogliere le situazioni al volo.

Summicron 50mm “Wetzlar”. Ottima capacità di compensazione delle alte luci e buona leggibilità delle ombre. Merito del sensore, ma sono certo che anche questa vecchia mitica lente ci metta del suo.

Scheda tecnica Leica M8
Fotocamera compatta digitale a sistema con mirino/telemetro con obiettivi Leica M
Otturatore a tendine metalliche sul piano focale, controllato da microprocessore
Sensore CCD da 10,3 milioni di pixel
Dimensioni 18 mm x 27 mm
Fattore di moltiplicazione 1,33 x
Rapporto tra i lati 3:2
Soppressione dell’infrarosso tramite filtro UV/IR
Filtro anti-moiré: assente per sfruttare in pieno le performance dell’obiettivo
Sensibilità del sensore Impostazione manuale de ISO 160/23° a ISO 2500/35°
Mirino Mirino/telemetro con cornici luminose e compensazione automatica della parallasse
Oculare Calibrato a –0,5 diottrie. Disponibili lenti correttive da –3 a +3 diottrie
Delimitazione campo immagine Cornici luminose visualizzate a coppie: per 24 e 35 mm, o per 28 e 90 mm, o per 50 e 75 mm. Selezione automatica in base all’obiettivo in uso
Attacco obiettivi Baionetta Leica M con dispositivo a scansione ottica per l’identificazione degli obiettivi dotati di codifica a 6 bit
Sistema obiettivi Attuali obiettivi Leica M dotati di codice a 6 bit con lunghezza focale compresa tra 16 e 90 mm. Tutti gli obiettivi Leica M con lunghezza focale compresa tra 21 e 90 mm prodotti dal 1954 possono essere utilizzati anche senza il codice a 6 bit. Quasi tutti gli obiettivi possono essere dotati del codice a 6 bit
Esposizione Priorità di diaframma e manuale
Modalità di scatto S Scatto singolo. C Serie continua di fotografie a 2 fotogrammi al secondo fino a 10 scatti in sequenza
Autoscatto Selezionabile tra 2 s e 12 s
Monitor LCD da 2,5" con risoluzione di circa 230.000 pixel
Risoluzioni immagini DNG: 3916 x 2634 pixels (10,31 MP); JPG: 3936 x 2630 pixels (10,35 MP), 2952 x 1972 pixels (5,8 MP), 1968 x 1315 pixels (2,6 MP), 1312 x 876 pixels (1,15 MP)
Formati per i dati DNG™ (Digital Negative Format non specifico di alcun fabbricante di fotocamere), 2 differenti livelli di compressione JPEG
Informazioni sui file DNG™ Risoluzione colore 16 bit, file da 10,2 Mbyte per fotografia
Supporti di memoria Schede SD e SDHC fino a 32 GByte
Bilanciamento del bianco Automatico, 6 valori preimpostati, bilanciamento manuale, immissione temperatura di colore da 2.000 K a 13.100 K
Spazi colore Adobe®RGB, sRGB, ECI RGB
Misurazione esposimetrica Misurazione TTL con forte prevalenza centrale al diaframma di lavoro preimpostato.
Principio di misurazione Misurazione effettuata sulla luce riflessa da una lamella bianca al centro dell’otturatore
Campo di misurazione
Da EV 0 a EV 20 a temperatura ambiente 20°C, apertura 1,0 e ISO 160/23°
Cellula fotosensibile Fotodiodo al silicio con lentina condensatrice, posta in basso al centro all’interno della fotocamera
Tempo di sincronizzazione flash 1/250 s
Alimentazione Batteria ricaricabile agli ioni di litio con voltaggio nominale di 3,7 V e capacità di 1900 mAh.
Interfaccia Connettore standard mini USB a 5 pin sulla sinistra, per il trasferimento rapido dei dati al computer tramite USB 2.0
Corpo fotocamera Costruzione interamente metallica a struttura chiusa in lega di magnesio ad alta stabilità. Rivestimenti in similpelle nera. calotta superiore e base ottenute per lavorazione da ottone
massiccio e poi cromate in finitura argento o nera.
Dimensioni (L x A x P) 138,6 x 80,2 x 36,9 mm
Peso (senza batteria) Circa 545 g