PENTAX LX
L'ammiraglia 35mm di casa Pentax
Agostino Maiello, ottobre 2002

UNA SOLIDA REFLEX PROFESSIONALE CHE AVEVA MOLTE CARATTERISTICHE IN PIU' RISPETTO ALLE DIRETTE CONCORRENTI.

Nadir Magazine ©La Pentax LX è la fotocamera con cui, nel 1980, Pentax tentò di aggredire il mercato professionale, sfidando lo strapotere di Canon e Nikon, che all'epoca proponevano rispettivamente la F-1 e le F2/F3. Intendiamoci: non che le Pentax prodotte fino a quel momento fossero appannaggio esclusivo dei fotoamatori. Però, si sa, il mercato professionale richiede una fotocamera che non sia solo un prodotto, ma anche un sistema: e quindi accessori, dorsi, obiettivi di un certo tipo, e così via. Tutto questo in casa Pentax mancava, nonostante il livello medio, indiscutibilmente molto elevato, delle fotocamere e degli obiettivi fino a quel momento prodotti. La LX, con la sua natura di ammiraglia, con i suoi mirini intercambiabili, i suoi motori ed il suo essere il cuore di un sistema modulare, avrebbe dovuto colmare questa lacuna, lanciando una volta per tutte il nome Pentax nell'olimpo dei sistemi professionali, dopo il parziale tentativo effettuato pochi anni prima con la Pentax MX.

Oggi, ad oltre vent'anni di distanza, possiamo osservare che Pentax ha fallito questo obiettivo: il mercato professionale continua ad essere appannaggio di Canon e Nikon, e la LX dopo oltre quindici anni è uscita di produzione senza che a lei siano seguite altre ammiraglie a proseguirne la strada. Il tutto con il rimpianto di molti, moltissimi fotografi che hanno avuto modo di provare la Pentax LX e di apprezzarla per le sue numerose qualità.

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La Pentax LX col suo winder: più leggero e compatto del Motor Drive LX, consentiva l'avanzamento automatico della pellicola ad una velocità massima di 2 fotogrammi al secondo.

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I mirini FA-1, FA-1W e FA-2 comprendono una lente per la regolazione diottrica. Purtroppo per regolarla occorre un utensile speciale fornito in dotazione, ma è una soluzione senz'altro più scomoda della rotellina alla quale siamo ormai abituati.

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La "centrale operativa" della LX, come di consueto per le fotocamere dell'epoca, è tutta raggruppata vicino alla leva di carica e bastano pochi secondi per capirne il funzionamento.

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Per tempi di posa inferiori al sincroflash (purtroppo limitato ad 1/75 sec.) sino alla posa B, la LX si avvale di un affidabile e preciso otturatore meccanico che ne permette il funzionamento perfino in condizioni estreme di umidità e temperature di -30° C (-20° per l'otturatore elettronico).

Qui un sito dedicato ai difetti della Pentax LX.

Si tratta di una fotocamera robusta (570 grammi), quasi interamente in metallo, ma dal corpo compatto ed ergonomico. L'estetica è bella, sobria e non priva di quella spartana eleganza che si ravvisa nelle fotocamere meglio riuscite degli anni '80, prima che i progettisti cominciassero ad arrotondare le forme delle reflex. Da segnalare che il corpo macchina è tropicalizzato e che, a differenza del solito, non ci sono i classici occhielli per la cinghia, ma tre perni che consentono di tenere appesa la fotocamera sia orizzontalmente che verticalmente.

Osservando la calotta superiore notiamo due ghiere: quella a sinistra consente di impostare la sensibilità della pellicola e la compensazione dell'esposizione, mentre quella di destra regola i tempi di esposizione. Al centro c'è la slitta portaflash (da segnalare la presenza dell'esposizione TTL con i flash dedicati; sul frontale del corpo si trovano invece le classiche prese X ed M), e sempre sulla sinistra una levetta per lo sblocco del pentaprisma. Già, perché il pentaprisma della Pentax LX è intercambiabile, e sono disponibili mirini alternativi a seconda delle esigenze: per inquadrature a pozzetto, per la microfotografia, eccetera. Oggigiorno forse non è facilissimo reperirli sul mercato dell'usato, ma è bene sapere che esistono.

Alla LX non manca quasi nulla: comando per la previsualizzazione della profondità di campo, esposizioni multiple, sollevamento manuale dello specchio, autoscatto, dorso intercambiabile, possibilità di montare motori o winder, correzione diottrica dell'oculare. Abbiamo detto quasi: sì, perché non c'è il blocco della lettura esposimetrica. Il test di Modern Photography che pubblichiamo parallelamente al nostro afferma che questo non è un difetto, e spiega anche il perché. Noi invece pensiamo che questo sia un difetto eccome. Il caso tipico è quando il soggetto che ci interessa non è al centro dell'inquadratura: si legge la luce, si blocca il valore, e si ricompone l'immagine. Con la Pentax LX questo non si può fare, il che rende la priorità dei diaframmi meno comoda da usare del solito. Non c'è soluzione se non compensare l'esposizione o passare in modalità manuale.

Sul sistema di esposizione della LX non c'è molto da dire oltre a quanto scritto da Modern Photography: assolutamente avanzato per l'epoca, oggi naturalmente fa meno scalpore ma rimane nel complesso un ottimo sistema esposimetrico. Da segnalare che proprio con la Pentax LX è nato il problema dei polarizzatori circolari e lineari. Con i polarizzatori lineari, la luce che arriva sullo specchio ha un'intensità diversa rispetto a quella iniziale, a seconda di quanto si ruota il filtro. Poiché i sensori che stanno dietro gli specchi di fotocamere come le Pentax LX sono tarati per ricevere una percentuale fissa della luce totale (nel caso della LX il 15%), se ricevono più luce di quella che si aspettano portano il fotografo a sottoesporre, e se ne ricevono di meno sovraespongono. I polarizzatori circolari invece polarizzano la luce in maniera diversa, senza variarne l'intensità: quindi sul sensore continua ad arrivare, attraverso la parte semiriflettente dello specchio, la stessa percentuale di luce che gli arriverebbe senza filtro. Va da sé che il problema sorge solo quando si lavora in manuale affidandosi ai LED del mirino: lavorando in automatismo, con la LX c'è un controllo continuo dell'esposizione in tempo reale anche quando lo specchio è sollevato.

Relativamente all'epoca, il mirino della Pentax LX era luminoso (ma molto meno, ad esempio, di quello di una Contax RTS II). Oggettivamente oggi non ci sentiremmo più di ritenerlo tale, e chi ha problemi di vista avrà qualche difficoltà di messa a fuoco. E' comunque comodo da usare se si portano gli occhiali. Abbiamo trovato molto efficiente e razionale, invece, il sistema di LED e delle cifre dei tempi colorate. Solo il valore del diaframma non è molto leggibile.
La LX usa batterie del tipo D357H da 1,5 volt, ancora facilmente reperibili. Se si rimane a piedi, comunque, si può sempre contare sui tempi da 1/75 a 1/2000, grazie all'otturatore elettromeccanico. Portarsi dietro un set di batterie di ricambio è davvero poca cosa, considerato che si tratta di piccole e leggere "pastiglie", ma avere la sicurezza di un otturatore che scatta comunque non è cosa da poco.
Il pulsante di scatto, infine, è piuttosto dolce, anche se il rumore dello scatto è secco e non passa certo inosservato.

Usare una Pentax LX oggi? Si può, grazie all'ampia compatibilità del sistema di ottiche Pentax nel corso degli anni, e grazie all'ottima qualità complessiva del corpo macchina. Una LX in buone condizioni, oggi, non è certo regalata, ma per chi abbia già qualche obiettivo Pentax può valere la pena di adottarla, ad esempio, come secondo corpo. C'è qualche difettuccio qua e là, ma nel complesso rimane un'ottima macchina. E' una vecchia ammiraglia, ancora piacevole da usare per chi ha un certo modo di sentire la fotografia. Come già detto, molti utenti Pentax rimpiangono che ad essa non sia seguita una stirpe di fotocamere di pari livello ed aggiornate negli anni: dopo aver provato la LX, siamo anche noi della stessa opinione.

Agostino Maiello © 10/2002
Riproduzione Riservata

Su Nadir c'è anche un approfondito test della Pentax LX realizzato dalla rivista Reflex che ce ne ha permessa la pubblicazione. Per leggerlo cliccate sul pulsante.