SONY DSC R1
Prova sul campo
Rino Giardiello, maggio 2006

Molti lettori, sapendo che ho avuto la 707 prima e la 828 poi, mi chiedono come mai non sia ancora passato alla R1. La risposta e le mie considerazioni in questo articolo.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Più alta e massiccia della 828, la R1 è dominata dall'imponente ed ottimo zoom Zeiss 24-120 (equiv.).

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

La maggior parte dei comandi è raggruppata sul dorso ed è facilmente fruibile grazie all'assenza del monitor.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Gli altri comandi sono tutti raggruppati intorno al pulsante di scatto ed a portata di pollice.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Uno scatto di prova effettuato nel mio studio in luce fluorescente a 400 ISO. La piccola immagine d'esempio non è stata modificata e si può notare come, in auto, sia venuta leggermente sottoesposta (le pareti dello studio sono bianche).

In basso, il dettaglio al 100% dell'area evidenziata col cerchio giallo. Il rumore è ancora contenuto.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Aspettavo con ansia una nuova Sony che sostituisse degnamente la 828, fotocamera che apprezzo ed adopero moltissimo e che non reputo uno strumento professionale solo per colpa delle ridotte dimensioni del sensore che portano con sé una relativamente bassa definizione e tanto rumore alle sensibilità più elevate (ma la resa del luminosissimo zoom Zeiss 28-200 è davvero superba e non fa desiderare altre ottiche a meno che non se ne abbia una precisa necessità), e la R1 sembrava il giusto salto di qualità a partire dalla scelta del sensore, finalmente quello "classico" delle reflex digitali non full-frame. I miei entusiasmi, però, si sono raffreddati non appena ho letto le altre caratteristiche tecniche...

Peso ed ingombri
La R1 pesa ed ingombra più della 828 e della maggior parte delle reflex digitali entry level. Questo potrà non costituire un problema per molti, ma io consideravo la 707 e la 828 l'equivalente delle fotocamere a telemetro (la 828 mi sostituiva degnamente il corredo Contax G) sia per il modo d'uso che per la compattezza, e portarmi dietro qualcosa di simile ad una reflex senza che lo sia mi infastidisce in particolar modo: se deve essere "quasi come una reflex", allora che abbia anche il mirino e la velocità degni di una reflex (lasciamo perdere le ottiche intercambiabili), perbacco!

Obiettivo
Quello che mi faceva amare la 828 era l'ottimo zoom Zeiss 28-200. Se un 28mm F/2 ed un 200mm F/2.8 sono valori di tutto rispetto ai vertici della categoria anche per le reflex professionali, il 24mm F/2.8 della R1 è solo "normale" (meno "normale", però, è la lunghezza focale), ma la posizione tele, con il suo F/4.8, è poco luminosa e 120mm sono pochini per una fotocamera priva di ottiche intercambiabili.
La qualità dello zoom è molto buona, pochissimo purple fringing e tipica resa Zeiss, ma che ci faccio con un 120mm F/4.8 io che fotografo sempre e solo a luce ambiente? Sono quasi due stop in meno dell'ottimo 200mm F/2.8 della 828 e, in pratica, si arriva a pareggiare il minor rumore che si ha grazie al sensore di maggiori dimensioni (con la 828 a 400 ISO e la R1 a 1600 ISO si ha lo stesso tempo di posa e rumore molto simile senza dover arrivare agli sfaceli degli 800 ISO della 828 ed i 3200 ISO della R1).
E 120mm, insisto, oggi come oggi e per una fotocamera di questo tipo priva di ottiche intercambiabili, sono pochini.

Mirino
La 707 e la 828 avevano un finto mirino reflex, vale a dire un piccolo monitor che non si vede male (nulla a che vedere col mirino di una reflex), ma al quale era in ogni caso preferibile il bel monitor sul dorso. Il piccolo monitor, accettabile su una fotocamera di quel tipo, diventa inaccettabile sulla R1 che si presenta, appunto, quasi come una reflex. E' mai possibile che i tanti anni che separano la 707 dalla R1 non abbiano portato a nessun progresso?

Monitor
Quello della R1 è indubbiamente di ottima qualità e molto versatile, ma non riesco a preferirlo a quello della 828. Mi fa molto "telecamera" e mi angoscia doverlo aprire e chiudere ogni volta che ripongo la fotocamera nello zainetto. Per effettuare riprese a braccia tese verso l'alto per superare la folla, la 828 si poteva continuare ad adoperare dritta e, ruotando tutto il corpo, il pulsante di scatto continuava a trovarsi nel punto giusto; per fare la stessa cosa con la R1 si deve adoperare la fotocamera sottosopra.

Velocità operativa e ritardo allo scatto
La 707 era la classica compatta digitale di vecchia generazione, vale a dire che la foto veniva scattata un bel po' di tempo dopo aver premuto il pulsante di scatto e tutte le operazioni erano abbastanza lente o ritardate: con la 828 sembrava quasi di avere una reflex tra le mani e quello che le mancava non veniva contato come difetto proprio perché non era una reflex né poteva mettercisi in concorrenza. La R1 è un poco più veloce della 828, quindi va più che bene per la maggior parte delle necessità, ma è decisamente meno pronta di una reflex. Ok, ok, la R1 *non è* una reflex, fate voi: io non so cosa sia, ma so che ha i difetti delle reflex senza averne i pregi, e delle fotocamere a telemetro ha il solo pregio di non avere le vibrazioni dello specchio il che permette di scattare a mano libera con tempi di posa anche abbastanza lenti.

Mancano infrared e filmati
Una funzione esclusiva della Sony era quella denominata "night shot", vale a dire la visione nel buio più completo grazie agli infrarossi. Questa funzione già era diventata pressoché inutile con la 828 per un errore del software al quale la Sony non ha mai posto rimedio (vedi mio test su Nadir) e manca del tutto sulla R1: l'evoluzione della specie in casa Sony fa un passo avanti ed un passo indietro, per ogni buona cosa nuova guadagnata se ne perde una vecchia. Peccato.
I piccoli filmati sono una prerogativa delle digitali compatte, ma con la 828 e la 717 se ne facevano di ottimi. Nessuna reflex digitale li fa, e neanche la R1. Ma la R1 non è una reflex...
Vorrei capire, a parte tutto, sulla base di quali parametri i progettisti stabiliscono che una certa funzione non è degna della fascia di utenza alla quale è destinata la fotocamera: un po' come il flash integrato, assente nelle reflex professionali, ma utilissimo sempre e per chiunque (e ben sfruttato proprio dal professionista che può adoperarlo con sapienza per alleggerire le ombre nei ritratti in pieno giorno senza doversi portare dietro un ingombrante flash professionale).

Qualità finale
Sì, è buona, ma non "da urlo" ed alla fin fine, arrivati a quel prezzo, peso ed ingombri, ed in base a tutte le considerazioni precedenti, preferisco una vera reflex nonostante il mio amore per le fotocamere a telemetro e per una serie gloriosa di Sony che le ben sostituiva in versione digitale.
Ecco perché la R1 non ha preso il posto della 828: sono considerazioni personalissime che per altri potrebbero risultare del tutto inadeguate, ma sono le mie e per il mio modo di fotografare. La qualità dell'ottica Zeiss - forse uno dei migliori zoom di questo range di focali che abbia mai provato - viene mortificata dal sensore e dal software che non garantiscono un'adeguata pulizia d'immagine e mancanza di rumore alle sensibilità più elevate.
Certo che se la Sony si fosse degnata di mettere nella R1 lo stabilizzatore d'immagine il problema sarebbe stato in buona parte risolto con buona pace del sensore, del rumore e del mosso...

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Dettagli al 100% di una foto scattata alle varie sensibilità. Non ho messo la foto scattata a ISO 400 in quanto, a questa sensibilità, la resa è ancora molto buona e non molto diversa da quella della maggior parte delle reflex APS-C ad eccezione delle Canon. Sino ad 800 ISO il rumore è ancora contenuto anche se si comincia ad intravedere un po' di "chroma noise", ma a 1600 ISO diventa eccessivo ed a 3200 ISO le foto sono quasi inutilizzabili.

Vediamo ora la R1 nel dettaglio

Il sensore CMOS
La maggiore qualità rispetto ai precedenti modelli dovrebbe essere assicurata da un sensore CMOS di dimensioni simili a quelle della maggior parte delle reflex digitali in produzione (21,5x14,4mm effettivi, quello definito "formato APS-C"), appositamente progettato dai laboratori Sony. Le promesse vengono però mantenute solo in parte dato che la gamma dinamica non è diversa da quella delle reflex concorrenti ed il rapporto segnale/rumore risulta anche peggiore dagli 800 ISO in su. In compenso ha un consumo estremamente ridotto, che allunga la durata della batteria (la pur parca 828, al confronto, fa una magra figura. La batteria è la stessa) e si possono effettuare sui 4-500 scatti con una carica.

L'obiettivo Carl Zeiss
La R1 monta, come tradizione, uno zoom Carl Zeiss Vario-Sonnar T* (12 lenti in 10 gruppi, quattro lenti asferiche). Questa volta, però, la focale è di soli 24-120mm con un'apertura massima F/2,8-4,8 (l'ottica è un po' troppo buia per i miei gusti alla focale più lunga). La resa è ottima in qualsiasi situazione di luce, anche in controluce, ed i colori sono sempre brillanti e fedeli. Grazie allo schema ottico "short back focus" l'ultima lente arriva a sfiorare il sensore. Uno schema tipico delle ottiche studiate per le fotocamere a telemetro e che porta ad una notevole riduzione delle aberrazioni cromatiche (il famigerato "purple fringing"). Vistosa la distorsione a barilotto a 24mm, inavvertibile alla focale più lunga il che la rende adatta anche per le riproduzioni. Leggera la vignettatura in posizione grandangolare a tutta apertura, normale per un'ottica di questo tipo, e si riduce ad F/4, ma poi resta stazionaria e non scompare neanche ad F/8 o F/11. Sempre ottimo il trattamento antiriflesso multistrato Carl Zeiss T*.

Il Real Imaging Processor
Il processore incorporato nella R1 è stato migliorato in modo da garantire colori più dettagliati, brillanti e naturali. Anche il bilanciamento del bianco è più efficiente sebbene, in automatico, continui a non farcela in luce artificiale e talvolta sovracorregge i colori caldi dei tramonti. Incostante la resa con le luci della città e la solita inquadratura che effettuo nei test (la strada fuori dal mio studio) è venuta sempre troppo fredda, o meglio, forse è venuta talmente neutra da non avere il benché minimo fascino da foto notturna.
Questo in automatico, perché in manuale la resa della R1 è ineccepibile e non mancano ampie possibilità di regolazione.

Monitor LCD completamente orientabile
La R1 incorpora un bel display LCD da 2" che si solleva e si orienta sopra il corpo macchina, soluzione comoda per alcuni versi, scomoda per altri, dall'apparenza un po' fragile.

Elevata sensibilità
Rispetto ai modelli precedenti che si fermavano ad 800 ISO con risultati pessimi la R1 arriva sino a 3200. Fino ad 800 ISO la qualità è decisamente buona, ma oltre tale sensibilità il software di gestione del rumore è inefficiente e si passa da immagini con troppo rumore ad immagini decisamente soft con una eccessiva maschera di contrasto in alcune parti: dipende molto dai soggetti e mi ricorda molto quello che avviene, in alcuni casi, con Noise Ninja (ma, almeno, con Noise Ninja la funzione è gestibile dall'utente). In pratica, come dicevo prima, i due stop potenziali del sensore vengono assorbiti dall'ottica meno luminosa e si sta quasi punto ed a capo con la vecchia 828 col solo vantaggio di avere un sensore di maggiori dimensioni.
Il rumore eccessivo della R1 si nota soprattutto nelle aree scure delle foto.

Il circuito A.G.C. – Advanced Gradation Control
Un nome inutilmente complicato per un circuito destinato a fornire un contrasto sempre ottimale grazie alla regolazione del Gamma in tempo reale, cioè a salvarci in situazioni estreme di illuminazione e di scompensi di luce. Una bella idea, ma non sempre del tutto efficace: male non fa (*), ma in molte occasioni non interviene. C'è da dire, però, che nella R1 il sistema è quasi allo stato sperimentale e, in seguito (per esempio, nella Alpha) si è dimostrato più efficiente.

(*) In effetti un po' di male può farlo. Non tenetelo sempre inserito: se la sensibilità è elevata - per esempio ISO 400 - il software di riduzione del rumore lavora male e vi ritrovate con più rumore del solito.

L'ergonomia
Globalmente buona e ben studiata. Tutti i comandi sono a portata di mano ed abbastanza istintivi da adoperare, soprattutto quelli di uso più frequente (riproduzione foto, ingrandimento, posizione del punto di messa a fuoco e cancellazione immagine).

Tempi di risposta
Il processore è stato migliorato rispetto alla già buona 828 per consentire alla fotocamera di essere pronta allo scatto in appena 0,68 secondi ed il ritardo è davvero contenuto. Se non si pretende di fare con la R1 cose per cui non è stata prevista (per esempio fotografia sportiva), la sua resa può essere più che soddisfacente per chiunque anche se non è pari a quella delle reflex. In modalità "high speed burst", la R1 può scattare fino a tre fotografie a raffica alla velocità di 3 fotogrammi al secondo. Questo valore non sarebbe disprezzabile se non fosse che, dopo aver scattato i tre fotogrammi consecutivi, la R1 necessita di ben 4-8 secondi prima di essere disponibile per una nuova raffica.

Altre caratteristiche
Oltre al poco utilizzato "Istogramma", la R1 vanta lo "Zebra pattern" ereditato dalle videocamere che evidenzia, sotto forma di strisce bianche e nere, le aree dove la luminosità supera determinati parametri e rischia di bruciare l'immagine. Da vecchio utilizzatore del mirino reticolato, ho apprezzato molto la funzione "Griglia" che permette di comporre meglio le immagini e di stare attento alle linee cadenti. Comoda anche la sincronizzazione sulla seconda tendina e la commutazione automatica tra mirino e schermo LCD grazie a un sensore nell'oculare; entrambi possono visualizzare lo Zebra pattern e le informazioni che riguardano l'impostazione della foto.
La R1 mette a disposizione due modalità di monitoraggio delle immagini, chiamate rispettivamente Framing e Preview. La prima riduce lo sfarfallio quando si riprende in presenza di luci fluorescenti, aumenta la luminosità ed è l'ideale per riprese in interni o in condizioni di scarsa luce ambientale. La modalità Preview, invece, rispecchia le reali impostazioni della camera come l'apertura del diaframma e la velocità di otturazione e offre un'immagine conforme a quanto verrà poi registrato.
Le capacità di memorizzazione vengono affidate a una Memory Stick o a una Memory Stick PRO (non fornite con la fotocamera) e, come per la 828, è presente il comodo ed economico slot Compact Flash (Tipo I/II) che può accogliere anche i Micro Drive.
Poiché la R1 non utilizza né specchi né otturatore meccanici, è assolutamente silenziosa, paragonabile ad una fotocamera a telemetro delle più blasonate, cosa da non sottovalutare se si deve fotografare spesso in situazioni in cui è richiesta la massima silenziosità (direi in teatro, ma la R1, con la sua ottica poco luminosa e notevole rumore alle sensibilità più elevate, è del tutto inadatta per questo tipo di riprese).
Come da tradizione Sony, purtroppo, anche la R1 non ha la semplice funzione che gira automaticamente le foto verticali quando vengono aperte con un programma grafico.

Conclusioni
La Sony R1 sarebbe da acquistare solo per lo zoom Zeiss: difficile trovare zoom standard altrettanto validi a corredo delle principali reflex in commercio (neanche il costoso Canon 17-85 ha una resa che gli si avvicina) ed un 24mm così ben corretto per la distorsione, ma l'ottica da sola non basta e forse avrei chiuso un occhio se fosse stata più luminosa (o ci fosse stato un Image Stabilizer, o meno rumore alle alte sensibilità). Così la R1 è solo una promessa non mantenuta, una bella idea non sfruttata, una via di mezzo che non ha una sua identità come l'avevano i precedenti modelli.
Ho l'impressione che gli ultimi prodotti fotografici Sony siano stati studiati più dai commerciali e dagli uomini dei marketing che da chi utilizza le fotocamere per fotografare.

Rino Giardiello © 05/2006
Riproduzione Vietata

Alcune immagini d'esempio

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

La "solita" foto fuori dal mio studio: in automatico il bilanciamento del bianco è talmente efficace che la foto è quasi asettica e priva di atmosfera.

In basso, segue una piccola serie scattata alla stazione di Pescara alle 6 del mattino:

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Posizione grandangolare (in alto) ad 800 ISO.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Posizione tele (foto in alto) 800 ISO.

Nadir Magazine © Rino Giardiello Sony R1 Test

Di nuovo in posizione grandangolare.

Principali caratteristiche fornite dal costruttore
Sensore CMOS da 10,3 megapixel effettivi formato APS-C
Obiettivo Carl Zeiss Vario-Sonnar T* equivalente a un 24-120mm
Monitor da 2" Free Angle, completamente orientabile
Tre modalità di riproduzione colore (Standard/Vivid/Adobe RGB)
Advanced Gradation Control System
High Speed Burst a 3 fps
Due slot di memoria: per Memory Stick e Compact Flash (tipo I/II) / Micro Drive
Visualizzazione dello Zebra pattern
Pulsante one-push AF
Velocità operativa (Preview mode - Start-up 0,68 sec, Shutter Time Lag 0,29 sec, Shutter Release Lag 0,0075 sec.)
Elevata autonomia grazie all’alimentazione STAMINA (circa 500 foto)
Istogramma RGB
Real Time Preview
Compatibile con lenti di conversione
Slitta porta-accessori
Real Imaging Processor
Priorità di diaframma, priorità di tempi ed esposizione manuale
Registrazione in formato RAW
Illuminatore AF
Interfaccia USB 2.0
Programmi di esposizione
Compatibile PictBridge
Menu in 15 lingue tra cui l'italiano