UN... FIOR DI LOTUS!
La qualità di un oggetto costruito dall'uomo non è determinata soltanto da un insieme di funzioni, alle quali l'oggetto sa assolvere con maggiore o minore efficacia, né è data in misura esclusiva da parametri quali bellezza, robustezza e durata dei singoli materiali che lo compongono. Come in tutte le cose, l'insieme è qualcosa di più complesso della semplice somma delle sue parti.

A confronto la Wisner Expedition 5x7" (in alto) e la Lotus Rapid Field Camera 5x7" (in basso). Più "monumentale" e pesante, la Wisner sembra meno adatta all'uso en plein air.
Il formato 5x7" (13x18 cm) è da molti considerato uno strano ibrido: troppo piccolo per consentire stampe a contatto e troppo grande per poter garantire una ragionevole facilità di trasporto: tanto varrebbe, dicono, passare direttamente al formato superiore. In realtà il discorso potrebbe essere completamente ribaltato: a fronte di un negativo doppio rispetto al 4x5" (e quindi più nitido e definito) possiamo contare su apparecchi non eccessivamente pesanti e in ogni caso ancora trasportabili. Il costo di materiali sensibili e obiettivi non è significativamente diverso da quello richiesto dal formato inferiore. Inoltre, per quanto riguarda la Lotus Rapid Field 5x7", l'uso di dorsi riduttori è in grado di trasformarla in un apparecchio multiformato, capace di passare rapidamente al 4x5" e al formato panoramico 4x10", accettando inoltre tuii i caricatori per pellicola in rullo. Insomma, quattro macchine in una. L'estensione del soffietto permette di utilizzare obiettivi grandangolari fino a 75 mm (sul formato 5x7"!). La massima lunghezza è pari a 750 mm. In realtà, come accade per tutte le Lotus, la macchina può essere adattata alle esigenze del cliente.

L'ammiraglia delle panoramiche: un negativo di 12x20 pollici!

La Lotus Rapid Field 8x10". Un negativo dalla superficie quadrupla rispetto al formato 4x5", ideale per le stampe a contatto ma anche per i procedimenti di stampa alternativi. Lotus fornisce un modello base, adattandolo su richiesta alle esigenze del cliente. Ciò significa che potete ottenere una fotocamera su misura, praticamente unica al mondo. Accetta dorsi panoramici 8x20" oltre che tutti i dorsi di formato inferiore: 4x5", 5x7", 4x10". Il soffietto consente di montare supergrandangolari da 110 mm e si estende per 95 cm. Chi avesse particolari esigenze di ripresa ravvicinata può tuttavia richiedere un soffietto più lungo. E' anche possibile richiedere il montaggio di dorsi panoramici sia in orizzontale che in verticale.

L'accuratezza costruttiva e le tecnologie applicate nella realizzazione degli chassis in legno impediscono le infiltrazioni di luce dovute all'usura. Lotus garantisce a vita i suoi chassis. Sono disponibili tutti i formati, compresi formati speciali richiesti dal cliente.

Un oggetto è anche e soprattutto storia: la storia dell'uomo che lo ha immaginato, voluto, progettato e costruito. E quando un uomo esprime la propria storia e il proprio vissuto attraverso le sue creazioni, queste ultime sono destinate a sfidare il tempo.

Questo vale per tutto, dalle opere d'arte agli oggetti di uso quotidiano. Vale anche per le macchine fotografiche, le cui prestazioni non si possono misurare esclusivamente in millimetri di decentramento o basculaggio, ma richiedono valutazioni che vanno ben al di là di quanto si possa ricavare dalla lettura di un'arida scheda tecnica.

Tempo fa scrissi per Nadir un articolo (poco più che una scheda tecnica, appunto), sulle fotocamere Lotus. Bene, nei giorni scorsi, in occasione dell'inaugurazione di una mia mostra personale a Ostermiething (Austria), ho avuto la possibilità di visitare gli stabilimenti Lotus e di entrare in contatto con una particolarissima "filosofia costruttiva". Una filosofia che ha portato Burkhardt Kiegeland (musicista, fotografo, esperto in tecniche di stampa antiche e alternative, sereno patriarca di una giovane e splendida famiglia) a progettare la sua fotocamera ideale, quella che lui, come fotografo, non è mai riuscito a trovare in commercio ma che avrebbe risposto in modo ottimale alle sue esigenze. Creativo, geniale, ma anche esperto di materiali e tecnologie, Kiegeland adotta soluzioni innovative, e pur restando all'interno di una linea apparentemente tradizionale rompe con gli schemi consueti proponendo, provocatoriamente, soluzioni che alla fine si rivelano semplici, ma proprio per questo vincenti.

Così sono nate le Lotus, dal gioiellino 4x5" alla gigantesca 20x24", montata su un carrello a ruote e dotata di movimenti motorizzati.

Non starò a parlare dei processi di stagionatura cui viene sottoposto il legno di ciliegio, né delle prestazioni in termini di millimetri di decentramento o gradi di basculaggio (cose che ho già detto nella scheda tecnica pubblicata a suo tempo): mi soffermerò invece su quegli aspetti (meno appariscenti ma forse più importanti) che fanno di queste macchine la risposta ideale alle esigenze di chi davvero lavora con la fotografia.

Incominciamo dai materiali. Il soffietto non è realizzato in pelle, ma in tessuto sintetico leggero e impermeabile. Contrariamente alla pelle non rischia di seccare e tagliarsi in corrispondenza delle pieghe. Le rotaie a cremagliera lungo le quali scorrono le ruote dentate che garantiscono il triplo allungamento del soffietto sono realizzate in delrin, un materiale sintetico di derivazione aerospaziale, leggerissimo e resistente quanto il metallo. Le manopole per lo sblocco e la regolazione dei movimenti non sono le solite rotelline in ottone, magari belle a vedersi ma pesanti e scomode da maneggiare, ma manopole molto simili a quelle di un rubinetto, nelle quali poter infilare le dita assicurando una presa solida e sicura, anche quando si indossano i guanti. Le parti metalliche in movimento sono rivestite, mediante un processo di sublimazione, con materiali quali il teflon, che garantiscono uno scorrimento fluido e costante: ho personalmente constatato quanto risultino morbidi e veloci i movimenti di basculaggio sull'asse verticale (swing).

Il blocco dei movimenti è stabile e sicuro: anche montando obiettivi pesanti la solidità è garantita. I movimenti sono completi sia sulla piastra portaottica che sul dorso, oltre che di gran lunga più estesi di quelli consentiti dalla maggior parte delle folding. Il doppio basculaggio anteriore (sull'asse e alla base) garantisce l'ottimale applicazione della regola di Sheimpflug.

Un altro punto di forza delle Lotus è costituito dal soffietto (ovviamente intercambiabile), il cui eccezionale allungamento consente non solo di montare obiettivi di lunga focale, ma anche di raggiungere rapporti di ingrandimento molto elevati quando si lavora a breve distanza.

Durante il mio soggiorno in Austria ho avuto anche l'occasione di confrontare da vicino la Lotus 5x7" con una Wisner di pari formato. Non c'è nulla come il confronto diretto che riesca a mettere in evidenza pregi e difetti di un apparecchio. La Wisner è apparentemente più bella, ma di una bellezza monumentale, molto più americana che europea. Scintillante di ottone e mogano lucidato, pesa quanto un frigorifero Kelvinator a doppia anta (di quelli che ti danno anche il ghiaccio tritato). Il soffietto è in pelle, una pelle spessa che potrebbe essere usata per foderare le poltrone: bellissima, per carità, ma mi chiedo quanto possa durare senza tagliarsi lungo le pieghe se non si provvede ad ingrassarla periodicamente. Le piastrine di ottone laterali, sulle quali sono incernierate le guide di scorrimento delle manopole, presentano spigoli vivi che possono rivelarsi taglienti, il che mi ha negativamente impressionato: di solito sono piuttosto attento agli aspetti relativi alla sicurezza e sinceramente non mi aspettavo una mancanza così grave da parte di un costruttore americano. Rispetto alla Lotus la Wisner è - oltre che più pesante - più complicata da usare, più lenta e macchinosa nelle procedure. Sarebbe perfetta per chi insegna fotografia e vuole darsi arie con un oggetto che ricorda vagamente il radiatore della Rolls-Royce, oppure per chi ha bisogno di arredare la sala d'aspetto del proprio studio (adoperando di tanto in tanto la macchina per fare il ritratto a qualche ricca signora borghese); ma risulta improponibile per chi davvero lavora all'aperto e vuole una folding pratica da usare, robusta ma maneggevole, senza eccessive complicazioni (e soprattutto senza parti metalliche taglienti!).

Le fotocamere Lotus sono il centro di un sistema di accessori che ne rendono agevole l'uso. Il modello 5x7" accetta tutti i formati inferiori (compresi i dorsi per pellicola in rullo) mediante un semplice dorso riduttore. Molto interessanti gli chassis in legno, garantiti a vita contro le infiltrazioni di luce. Com'è noto, gli chassis tradizionali rischiano di lasciar passare la luce dopo alcuni anni di uso intenso, a causa dell'usura e del logorio meccanico dovuto al continuo passaggio del volet nelle guide. L'uso sapiente di materiali di alta qualità, unito alla precisione e all'accuratezza costruttiva che caratterizzano le realizzazioni della casa austriaca, ha consentito di risolvere brillantemente il problema. Lotus produce anche piastre portaottica adattabili alla maggior parte delle fotocamere, soffietti "su misura", accessori per la presentazione (tra cui splendide cornici in legno) e altre parti di ricambio.

Fra gli accessori che hanno potentemente stimolato la mia fantasia (tra i quali un braccio metallico progettato per montare in verticale sul cavalletto le fotocamere panoramiche) non posso non citare un nuovo modello di panno nero, capace - nel solito modo semplice ma geniale - di rompere con gli schemi tradizionali proponendosi come soluzione ideale per chi davvero lavora sul campo. Si tratta in pratica di un sacco di forma tronco-conica, aperto alle due estremità e dotato di chiusure elastiche regolabili. La parte più stretta viene applicata al dorso della fotocamera e fermata stringendo l'elastico con un apposito cursore, mentre il fotografo "indossa" la parte più larga. Per garantire la completa impermeabilità alla luce egli può stringere il sacco intorno al busto utilizzando il secondo elastico: in questo modo la luce non può filtrare neppure dal basso. Il materiale, sintetico, è leggerissimo e impermeabile: l'esterno argentato impedisce al fotografo di fare la sauna quando lavora sotto il sole, mentre l'interno scorre con facilità anche sulla stoffa dei vestiti. Inutile dire che ho subito acquistato questo accessorio, davvero funzionale per chi, come me, lavora all'aperto e ha frequenti problemi con i panni neri tradizionali, che svolazzano al vento e lasciano passare luce da tutte le parti.

La quantità di prodotti realizzati direttamente o distribuiti dalla Lotus è impressionante. Informazioni complete (anche sui prezzi) sono reperibili direttamente visitando il sito della Lotus View Camera.

Michele Vacchiano © 5/2001

 

La gigantesca 20x24" è montata su un carrello a ruote pivottanti (in alto). Per l'uso sul campo, è possibile adattarvi un paio di ruote da mountain bike (in basso). Chi si chiedesse come sia possibile trasportare sul campo questa specie di mostro pensi che - una volta ripiegata su se stessa - la macchina sta in una valigia che può trovare posto nel bagagliaio di una station-wagon. La messa a fuoco e il decentramento anteriore (sia verticale che orizzontale) sono comandati da un motorino elettrico da 12 Volt. Ho visto alcuni ritratti realizzati con questa macchina e stampati per contatto. Inutile dire che si potevano contare ad uno ad uno i peli della barba del soggetto fotografato!