COMPATIBILITA' E PROGRESSO
Agostino Maiello, ottobre 2000

Molte delle lettere che riceviamo in redazione hanno per argomento le questioni della compatibilità che consente ai fotografi, attraverso gli anni, di continuare ad utilizzare le attrezzature di una determinata marcaIl mondo della fotografia è un mondo dove il feticismo e l'attaccamento all'oggetto (e quindi alla marca) giocano un ruolo rilevante, e questo spiega in parte la pluriennale rivalità tra i seguaci delle varie case produttrici (Leica contro Zeiss, Nikon contro Canon, e così via).

Uno dei temi che maggiormente anima le polemiche tra nikonisti e canonisti è sicuramente la diversa scelta in materia di innesto ottiche che le due Case hanno operato al tempo della nascita dei rispettivi sistemi autofocus. Canon ha adottato un innesto totalmente nuovo, quello delle EOS per intenderci, interrompendo lo sviluppo del sistema preesistente (Canon FD). Nikon, invece, ha mantenuto inalterata la struttura "fisica" dell'innesto, introducendo poi nel corso degli anni le varie migliorie senza variarlo.

Sono passati molti anni e, come spesso avviene, il tempo consente di esprimere un giudizio completo e più… obiettivo (passateci il gioco di parole).

A prescindere da quelle che sono le qualità ottiche e meccaniche dei rispettivi corredi, bisogna dire che, dal punto di vista delle prestazioni pure dell'autofocus, Canon ha sempre avuto e continua ad avere una certa superiorità su Nikon, come dimostra la sua massiccia e dominante presenza nei settori dove l'AF è più importante, fotografia sportiva in primis (la prossima volta che guardate una partita in televisione, fate caso a quanti "cannoni bianchi" sono ai margini del campo… ebbene, quelli sono i supertele Canon).

Il contraltare di questa scelta radicale è che gli utenti del vecchio sistema si sono trovati in possesso di ottiche "ferme" a vent'anni fa, il cui valore si è decisamente ridotto, e senza nessuna speranza che il corredo cresca: per questi fotografi non resta che affidarsi al mercato dell'usato. E lo stesso, ovviamente, vale per le fotocamere.

Dal punto di vista ottico, per il fotoamatore medio il danno non è enorme, visto che le ottiche FD sono molto buone; senza contare che nel bianconero quasi sempre le ottiche più anzianotte se la cavano meglio delle moderne, che sono ottimizzate per il colore. E' però indubbio che non appena le esigenze mutano, oppure non appena sorge qualche problema, ci si trova in una situazione senza via d'uscita.

Prima o poi, in effetti, anche il più incallito dei bianconeristi vorrà (o dovrà) fare uso anche di pellicole a colori; prima o poi si sentirà la necessità di un particolare obiettivo non presente nel corredo (oppure presente ma difficile a trovarsi nel mercato dell'usato); prima o poi si vorrà avere, una volta tanto, un qualche automatismo di esposizione che semplifichi la vita quando non è necessario scattare del meditatissimo bianconero da stampare in fine-art; e prima o poi, concludiamo, la tentazione dell'autofocus viene, a chi non ha più "la vista di una volta".

Insomma, se è vero che il radicale cambiamento di innesto ha liberato i progettisti Canon da un gran numero di vincoli, ed ha permesso di sviluppare quella tecnologia che nel corso degli anni ha segnato il prevalere di Canon nell'autofocus, dall'altra i costi di questa operazione non sono certo stati bassi.

I vecchi utenti Canon FD sono una minoranza e col tempo non potranno che diminuire, visto che la produzione di fotocamere ed obiettivi per tale sistema è ferma da diversi anni, mentre il consumo prosegue, e quindi le attrezzature si usurano e si rompono, talvolta irrimediabilmente. E' vero che le fotocamere meccaniche sono più facilmente riparabili di quelle elettroniche, ma questo principio non può valere in eterno. La realtà dei fatti è che questa minoranza di utenti "ha gli anni contati" (fotograficamente, s'intende!), anche perché è ragionevole presumere che si tratti in gran parte di persone non più giovanissime, essendo il sistema FD uscito di scena da molti anni.

Sì, è vero che la leggenda vuole che le fotocamere dei padri ricadano sui figli, ma quanti ventenni vedete andare in giro con una FT-b piuttosto che con la classica Nikon F70?

Prima o poi questi utenti FD dovranno fare quello che gli altri utenti FD hanno fatto a partire da quando è nato il sistema EOS: hanno cambiato corredo. Probabilmente molti sono rimasti su Canon, mentre chi voleva a tutti i costi un sistema manual focus che fosse anche "vivo" probabilmente avrà optato per un'altra marca.

E Nikon? Nikon invece ha voluto mantenere la compatibilità a tutti i costi; il sistema AI ha avuto le sue evoluzioni, poi è nato il sistema AF ed anche lì ci sono state le varie generazioni, dai primi AF, agli AF-D con il rilevamento della distanza del soggetto, poi quelli con il motore di messa a fuoco interno, per arrivare infine all'ultimo annuncio (Photokina 2000): i Nikkor G, privi di elicoide del diaframma, visto che sulle reflex più recenti (le economiche F60/F65/F80, ma anche le prestigiose F100 ed F5) il diaframma si comanda dal corpo macchina. Una gamma di ottiche economiche del tutto inutilizzabili sulle fotocamere che abbiano grossomodo più di cinque anni sulle spalle.

Il risultato di questa scelta è che tutt'oggi potete prendere l'85/1.4 AI di vostro zio e montarlo sulla fiammante F80 appena comprata. Dopodiché avrete un eccellente fermaporte, visto che le ottiche AI sugli ultimi corpi Nikon non vanno in autofocus (ma questo è scontato ed accettabile), e non dialogano con l'esposimetro (e questo è alquanto seccante, perché bisogna impostare a mano tempi e diaframmi). A conti fatti, toltosi lo sfizio di usare un'ottica di vent'anni fa, probabilmente il ventenne di turno deciderà che giochicchiare con le attrezzature è una cosa, e fotografare è un'altra, e quindi riprenderà a fare fotografie con il suo AF, magari zoom.

Il fatto è che, per quanto si voglia mantenere inalterato l'innesto, la tecnologia richiede comunque delle variazioni, e queste variazioni introducono dei limiti operativi inevitabili. Gli obiettivi ed i corpi devono dialogare in qualche modo; trascorsi i tempi della storica forcella, siamo nell'epoca dei contatti elettrici, contatti che, non essendoci né sui vecchi obiettivi né sulle vecchie fotocamere, non possono essere sostituiti da alcunché.

Dunque, in linea generale si rinuncia all'autofocus e all'esposimetro: mica roba da poco. E' vero, si può benissimo fotografare con una Nikkormat ed un 80-200 AF-S IF, magari senza pile così dovete anche esporre ad occhio. Fantastico, ma allora lo zoom AF da quattro milioni che ve lo siete comprato a fare?

Cerchiamo, in queste nostre riflessioni, di essere pragmatici: non abbiamo avuto esitazioni a considerare "in via di estinzione" gli utenti Canon FD (non ce ne vogliano), sulla base di fredde ma realistiche valutazioni di mercato; né, nei riguardi di Nikon, fingeremo di ignorare la realtà. E la realtà è che le ottiche AI nascono per essere usate sui corpi vecchi (diciamo fino alla FM2 o alla F90/F90X), e le AF su quelli nuovi; punto. Poi, il poter incrociare i due corredi è qualcosa di piuttosto interessante a livello episodico, ma un uso sistematico dei due sistemi in congiunzione è qualcosa a metà tra lo snobismo e l'isteria che non ci sentiamo di consigliare a nessuno.

D'altra parte la stessa Nikon ha notevolmente rallentato la produzione di ottiche AI: tutti i suoi sforzi tecnologici sono concentrati sulle AF, che sono in prevalenza ottiche zoom, e non a caso le AI mantengono prezzi notevolmente più alti (ma questo è in parte giustificato dalla superiore robustezza e, aggiungiamo noi, da una qualità ottica mediamente più elevata).

Per queste nostre riflessioni abbiamo utilizzato come modello la diatriba tra canonisti e nikonisti, ma ovviamente queste considerazioni, spostate su un piano più generale, possono estendersi a qualunque marca. Anche Minolta ha cambiato radicalmente innesto ottiche, diversi anni fa, lasciando morire il sistema MD, mentre Pentax ha seguito una filosofia alla Nikon, difendendo per quanto possibile la compatibilità introducendo alcune varianti sul suo storico innesto Pentax-K (anche se, globalmente, con meno compromessi rispetto a Nikon). Le Leica R pure hanno conservato lo stesso innesto nel corso degli anni, anche se si è passati dalle ottiche ad una camma a quelle a due, poi a tre, e poi a quelle ROM per la Leica R8, con conseguenti complicazioni e talvolta necessità di modifiche per chi ha un corredo composto sia di pezzi nuovi che di pezzi meno recenti.

Infine, all'ultima Photokina la Kyocera ha annunciato la nascita di un sistema Contax autofocus: c'è un nuovo innesto, di fatto compatibile con quello della Contax medioformato, e che sarà adottato anche dalle reflex digitali di là da venire; incompatibile, invece, con la precedente baionetta Contax/Yashica.

Molti, vista anche la nostra specializzazione in Contax, ci chiedono: come andrà a finire la storia?

Ovviamente non possiamo andare oltre delle semplici speculazioni, ma la nostra sensazione di fondo è che in ogni caso i sistemi manual focus siano destinati a scomparire. A questo fa eccezione la Leica M, la quale è però un prodotto dichiaratamente e volutamente obsoleto, che ha un target di mercato ben specifico.

Quanto alle Leica R, non sappiamo quanto potranno resistere a questa tendenza; del resto la stessa Leica ha fatto capire, all'ultima Photokina, come la gran parte dei suoi sforzi sarà dedicata al sistema M.

Stando così le cose, riteniamo che il corredo Contax-Zeiss non farà eccezione. Il fatto che la Kyocera abbia dichiarato che il sistema manual focus non verrà dismesso è solo in parte una consolazione: sicuramente i tempi saranno piuttosto lunghi, né il valore delle ottiche manuali crollerà visto che gli utenti Contax sono, e probabilmente continueranno ad essere, una nicchia. Ma prima o poi anche i corredi Contax/Yashica entreranno a far parte del passato.

Glorioso, importante, in gran parte ancora utilizzabile, ma pur sempre passato.

Agostino Maiello © 10/2000
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