IL LUOGO DELLE MIE VACANZE
Betty Canevarolo, settembre 2003

Vi ricordate quando si ritornava a scuola dopo le vacanze?
Il compito d'italiano prediletto dalla maestra era "Descrivi il luogo delle tue vacanze" ed in questi giorni sarà senz'altro l'argomento di conversazione più gettonato.

Nadir Magazine ©

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Il primo a tornare è stato il nostro direttore Rino Giardiello e alla nostra domanda sul luogo delle sue vacanze, ha buttato sul tavolo della redazione una decina di foto in bianco e nero e si è allontanato silenziosamente.
Caspita che vacanza insofferente!
Almeno era all'ombra di enormi protettivi alberi, sicuramente avranno mantenuto fresche le sue geniali idee.
Non sembrano foto scattate in compagnia, sembrano scatti di volontaria solitudine.

(Uè, Giardiello, ma con chi te ne stavi? Mano nella mano con Belfagor?)

I tronchi così contorti e presi dal basso incutono soggezione, la paura che possano scoppiare o animarsi da un momento all'altro stritolando qualcuno.
La sua passeggiata boscaiola, boschiera, boschifera, burrascosa sembra rasserenarsi davanti alla delicatezza di un fiore-foglia-frutto? Non ha importanza identificare la specie. Delle foto di Weston c'interessa forse sapere se i peperoni sono peperoni e il cavolo è un cavolo? No, c'interessa tutto quello che sembra e non è. In montagna ogni cosa ci appare palese, scontata, e allo stesso tempo ogni sasso, ogni filo d'erba incuriosisce all'infinito gli animi minimalisti di fotografi e poeti.

E cammina, cammina, il nostro direttore, sciupatore di fantasmi francesi, s'improvvisa attore e s'immedesima nell'uomo che sussurrava ai cavalli. Il destino gliene fa incontrare addirittura due! Con le dovute pretese del giorno, li immortala, ma non riesce a comunicare con loro, non riesce a farli comunicare tra di loro, a testa bassa i cavalli fanno che cosa? Gli affari loro.
Non contento, ad un animale come il cavallo, simbolo d'intelligenza e di libertà, gli amputa pure le zampe, fotograficamente parlando s'intende. Non sappiamo se è un metaforico autoritratto.

Agostino, capored-ATTORE "vero", azzarda che trattasi della libertà conquistata a caro prezzo.

Sssssssh!

Il sussurratore ha sentito i nostri commenti e sta ritornando, raccatta dal tavolo la sua vacanza e fa il gesto d'andarsene.
Uno di noi lo ferma e gli dice: "Dai capo andiamo nell'altra stanza a farci un caffè... nero, nero come Belfagor!".

Betty Canevarolo © 09/2003
Foto di Rino Giardiello © 08/2003
Riproduzione Riservata