Immagini colorate dai luoghi silenti

Un reportage diverso

Periferia, luogo lontano dal centro, lontano dagli sfarzi delle vie e dei viali traboccanti di negozi, di luci, di colori. Un centro chiassoso, affollato, dove la gente corre e raramente si ferma e spesso ti travolge, vorresti fermarti ad osservare, a "cercare" ma resti immancabilmente inglobato nel caos "pendolare" e quotidiano. La periferia dischiude le sue ali sul silenzio, su una desolazione che pare abbandono, su una mancanza apparente di vita, di eccitazioni mondane, di semplice distrazione. Un luogo solitario, un luogo che si dirama tra grandi palazzi e strade polverose, tra cortili freddi e grigi muri che delineano e separano la ferrovia dalle abitazioni, i miseri parchi dalle case di ringhiera.

Ponti immensi e tralicci di tensione, cavalcavia e vicoli di industriale memoria… di notte i semafori sono lampeggianti nel buio e di tanto in tanto qualche sirena. Grigia è la periferia di una Milano che corre verso l'Europa, che viaggia frenetica verso un progresso agognato, un progresso che sembra dovuto… un progresso che sembra distante anni luce dai selciati fatti di polveri e cartacce, dai luoghi silenti ai margini di una ricchezza centrale. Luoghi di ombre e luoghi di silenzi, di verdi cespugli che crescono tra i mattoni di case sgretolate dall'incuria.

Mi sono incamminato in questi luoghi, in questi spazi di realtà, di vite, di dimenticanza. È proprio in questi luoghi che ho trovato dei colori, che ho trovato il tentativo, da parte di pochi, di portare storie e colori nuovi, di combattere quel grigiore che sembra abissale, quella sensazione di vuoto e miseria. Ai miei occhi si sono aperti luoghi colmi di colori e disegni; murali giganti riempiono le strade di periferia, i ponti e gli anfratti. Giochi di una luce virtuale si contrappongono al cielo ovattato, alle polveri ferroviarie, ai bianchi muri scrostati. Ognuno di essi è un pezzo di arte, di fantasia, di immaginazione. Ognuno di essi è un quadro gigante, una storia narrata, un messaggio trasmesso alle genti di luoghi che sembrano stanchi, pervasi da una stanchezza profonda.

Un ottimismo di fondo, una voglia di cambiare e rendere accoglienti luoghi che sembrano dimenticati. Camminare lentamente in periferia è anche incontrarsi con questi "giganti" dai colori forti e luminosi, con queste scritte che sono promemoria ai cittadini, urlo di protesta o semplice modo per farsi notare. Un'immagine diversa della periferia, un'immagine non consona ai comuni modi di vedere le estremità cittadine. Non ho cercato le vie ed i vicoli, le piazze od i viali, ho ricercato i colori nella monotonia; ho fotografato questi immensi graffiti, queste opere che sembrano e forse hanno la pretesa di essere un'arte nuova… ho cercato di carpire un'immagine diversa della periferia urbana.

È anche questo il lato estremo della città, un lato estremo spesso combattuto ma il più delle volte inglobato nelle atmosfere e nelle menti, aiutato ed incentivato dagli abitanti di quei luoghi stessi. È normale vedere dei muri grigi imbiancati dai loro proprietari e lasciati lì per giorni fino a quando un'alba non apre gli occhi sui colori di un'opera finita e su di una piccola parola scritta di solito in basso a destra: grazie!


Testo e foto di Andrea Casiraghi © 02/2000