PHOTO & DIGITAL EXPO 2006
Nadir Magazine ©

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Solo pochi anni fa un evento come il Photoshow, anzi il Photo & Digital Expo come si chiama ora, era un’occasione per molti unica per toccare con mano le novità del mercato, di cui magari si erano lette con avidità solo poche anticipazioni sulle riviste specializzate. Oggi molte cose sono cambiate: con l’avvento del digitale il ciclo di vita dei prodotti si è abbreviato moltissimo, ed il risultato è che ne escono continuamente di nuovi; la diffusione dell’internet, inoltre, ha assestato duri colpi alle riviste di settore, costrette a combattere con un canale di informazione praticamente gratuito e di molto più veloce ed immediato. La conseguenza di tutto ciò è che oggi, ad una fiera, gran parte dei visitatori già conosce vita, morte e miracoli dei prodotti esposti; un tempo la bella brochure a colori in carta patinata dell’ultima fotocamera Nikon o Canon era un gadget apprezzatissimo, per non parlare dei mitici cataloghi completi di obiettivi e/o accessori delle varie Case. Ma oggigiorno tutte queste informazioni sono a nostra disposizione a costo zero, di solito sottoforma di file PDF da scaricare dal web, perciò gli entusiasmi di chi arriva in fiera tendono a smorzarsi dopo una prima occhiata, quando ci si accorge che in giro, in fondo, c’è ben poco di nuovo da scoprire.
Inoltre, se da un lato è vero che escono di continuo nuovi prodotti, è anche evidente che tra l’uno e l’altro non ci sono più quelle novità e quei progressi tali da stimolare interesse e dibattiti. Insomma, una cosa era scoprire la Nikon F5 rispetto alla F4, un’altra le N-mila microdifferenze, quando ci sono, tra le quindici compattine digitali l’anno che ogni grande marchio presenta.

Questo lungo preambolo serve a giustificare il nostro personalissimo parere sull’evento: ben organizzato, con spazi ampi e numerosi stand molto ben fatti, diremmo anche assai completo salvo poche clamorose defezioni (volute)… ma alla fine ne siamo usciti con un’impressione di incompiutezza, qualcosa di non detto che ci faceva pensare: “E dunque?” Già, e dunque: perché tolta la parata di compattine – soprattutto digitali – e le meno numerose digireflex che ben conosciamo, la sensazione più diffusa è quella di un mercato in attesa, un po’ come se la fiera servisse non tanto a noi fotografi per conoscere i prodotti, quanto a produttori e distributori per incontrarsi e capire un po’ che aria tira, come “si sta messi”, come si sta gestendo questo passaggio dalla pellicola al digitale.
E già, perché a costo di ripeterci dobbiamo dire che sempre più il solco pare segnato, ed a parte lo stand di Ornano e poco altro dubitiamo che un fotografo da camera oscura avrebbe trovato qualcosa di interessante nella fiera romana.

In generale, tra i vari produttori il più in salute appare Canon, che meglio di ogni altro ha saputo cavalcare l’onda del digitale – non a caso, fotocamere a parte, Canon è anche una grande azienda di informatica ed un colosso dell’elettronica di consumo. Nikon ci pare rincorrerla, e se è ancora lì a giocarsela, non ce ne vogliano i nikonisti, è anche perché è stato comunque per decenni il marchio di riferimento per generazioni di fotografi.
Per il resto i marchi presenti sembrano provenire più da un salone dell’informatica che da uno di fotografia: da HP a Sanyo, da Samsung ad Acer, ed anche Nokia, impegnata a promuovere il cellulare N90 con ottica Zeiss e 2 megapixel di risoluzione: abbiamo visto delle stampe 10x15 di buona fattura, e pensiamo che questa generazione di prodotti darà parecchio filo da torcere alle compattine di fascia bassa - anche perché uno il cellulare se lo porta di sicuro sempre dietro, mentre alla fotocamera bisogna pensarci. Tra l’altro questo N90 verrà commercialmente seguito da Fowa, a riprova di quanto Nokia lo voglia veicolare anche nel mercato più strettamente fotografico.

Sarebbe inutile dilungarsi più di tanto sull’elenco degli espositori: diversi padiglioni erano dedicati alle aziende che si rivolgono ai fotografi (servizi di stampa, produttori di album, eccetera), così come, immancabile, era a disposizione degli appassionati un interessante mercatino dell’usato, sia di attrezzature fotografiche che di libri. Una passeggiata val comunque la pena farla, dunque, ma è inutile aspettarsi mirabilie da una fiera del genere: a meno del caso specifico di qualche produttore che attenda proprio un evento del genere per presentare qualche prodotto realmente innovativo, l’appassionato medio ormai ha bisogno di stimoli ben maggiori per uscire dalla visita con la voglia di ritornarci l’anno successivo.

Agostino Maiello © 03/2006