TECNICHE DI ESPOSIZIONE NELLA FOTOGRAFIA DI ANIMALI
Michele Vacchiano, dicembre 2001

Quanto riflette la criniera di un leone? E il piumaggio nero di una folaga? E che fare per non ingrigire il bianco piumaggio di un cigno? In questo articolo Michele Vacchiano ci spiega alcuni trucchi...

Nidiaceo di gufo reale, Parco nazionale del Gran Paradiso. Fotografia effettuata da appostamento utilizzando un obiettivo da 400 mm. Esposizione attraverso l'obiettivo mediante esposimetro TTL a lettura integrata con prevalenza della zona centrale. Luce naturale più lampo di schiarita (Metz 45 con aggiuntivo tele).

Stambecco maschio adulto, Parco Nazionale del Gran Paradiso. Fotocamera di medio formato con obiettivo da 500 mm. Esposizione effettuata direttamente sul pelo del soggetto mediante esposimetro separato (Sekonic) con lettura spot di 5 gradi. Luce naturale.

Volpe nella sua tana, Austria. Fotografia effettuata in condizioni controllate (area protetta sorvegliata). L'esposizione è stata determinata esclusivamente dal calcolo del numero-guida del lampeggiatore, un Metz 45 CT-1 privo di parabola tele a causa della vicinanza del soggetto. Fotocamera di medio formato con obiettivo da 180 mm.

Giovani femmine di stambecco. Parco Nazionale del Gran Paradiso. Esposizione in luce disponibile effettuata sul grigio della roccia.

Adulto e giovane di Gipaëtus barbatus. Fotografia effettuata in condizione di cattività. Il flash ha permesso di rendere più lucente il piumaggio e di ravvivare i colori. Obiettivo da 300 mm su fotocamera di medio formato (dimensioni del fotogramma originale: 6x6 cm).

Lo svasso è lì, proprio davanti a noi. L'abbiamo atteso a lungo e adesso si è avvicinato, a portata di obiettivo. Il 500 millimetri lo inquadra quasi a fotogramma pieno. Nuota in un'acqua resa luminosa, quasi scintillante dal controluce...

E' una situazione tipica, nella quale ci siamo trovati tutti. E il più delle volte l'entusiasmo, la fretta, ma anche la preoccupazione di scattare prima che il soggetto scompaia generano un'immagine tecnicamente sbagliata. Sulla diapositiva finale l'animale apparirà come una silhouette praticamente nera contro uno sfondo confusamente brillante. Che cosa è mai successo?

E' successo, semplicemente, che ci siamo fidati del nostro esposimetro TTL il quale, come abbiamo ripetuto più volte, è una stupida macchina senza cervello, che sa fare solo una cosa: restituire un insieme la cui media tonale corrisponda al grigio al 18%, che è la riflettenza media della superficie terrestre. Punto e basta.

Ovviamente i comportamenti sono diversi a seconda dell'area coperta e del tipo di esposimetro.
  • Un esposimetro a lettura integrata effettuerà una media di tutta l'inquadratura. Poiché lo sfondo è molto luminoso e il soggetto è molto scuro otterremo un'immagine caratterizzata da una macchia nera in mezzo a una zona luminosa, tanto più brillante quanto meno spazio occuperà sul fotogramma in relazione alle dimensioni del soggetto;
  • Un esposimetro a lettura integrata con prevalenza della zona centrale attribuirà maggiore importanza al soggetto ma non sarà ancora sufficiente ad attenuare il forte contrasto. Questo, ovviamente, a patto che il soggetto occupi il centro esatto dell'inquadratura, il che non solo non avviene quasi mai, ma sarebbe anche contrario alle regole di una corretta composizione;
  • Un esposimetro spot garantirebbe la buona leggibilità del soggetto ma causerebbe una forte sovraesposizione dello sfondo, generando un'immagine eccessivamente giocata sui toni alti. Vedere un uccello acquatico che nuota in un nulla trasparente non invoglia certo lo spettatore a intessere le lodi del fotografo;
  • Si potrebbe credere che un esposimetro multizona possa rappresentare la soluzione al problema: i sistemi matrix sono sempre più sofisticati e precisi. Tuttavia anche in questo caso si tratta di un insieme di circuiti tarati per dare, alla fine, una risposta univoca. Offrono, è vero, buoni risultati, ma spesso - messi di fronte a situazioni davvero critiche - non offrono il risultato che il fotografo intendeva ottenere.

L'esempio dello svasso scuro contro uno sfondo fortemente luminoso vale - ovviamente - anche se ribaltato. Il bianco piumaggio di una garzetta potrebbe apparire grigiastro e deprimente se sottoposto a misurazione esposimetrica diretta: l'esposimetro - che , lo ripeto, è tarato per restituire un grigio medio - "vede" tutto quel bianco e suggerisce un decremento dell'esposizione, esattamente come avviene quando si fotografa sulla neve. La soluzione tradizionalmente proposta, quella di sovraesporre quando ci si trava di fronte a soggetti molto chiari, è priva di senso: sovraesporre va bene, ma quanto?

E' vero, io vado a occhio e di solito ci azzecco, ma io il sistema matrix ce l'ho nel cervello perché confronto la situazione in cui mi trovo con le decine di migliaia di scatti che ormai fanno parte della mia vita. E poiché, ringraziando il cielo, ho anche un'ottima memoria, ecco che l'esposizione "a naso" per me non è mai un problema. Ma non si può chiedere altrettanto a un fotografo che - per quanto bravo sia - usa la macchina per diletto e non scatta più di qualche centinaio di fotografie all'anno. Del resto, io stesso cerco la massima precisione nella determinazione strumentale dell'esposizione, anche se poi integro il responso della macchina con i dati della mia esperienza.

Il segreto è quindi quello di determinare con precisione l'esposizione corretta, cioè quella che consente una buona lettura del soggetto. Facile? Forse non troppo, ma certo non impossibile, a patto che si tengano presenti alcuni punti fermi.

  • E' molto frequente che l'animale si stagli contro uno sfondo più luminoso, come l'acqua, il cielo o la neve. La prima necessità è pertanto quella di regolare i contrasti;
  • Il pelo degli ungulati che vivono ad alte quote (camosci, stambecchi) appare in fotografia più scuro di quanto non appaia all'ossservazione diretta: questo perché il pelo scuro dei mammiferi assorbe - insieme alla radiazione infrarossa - anche parte della luce visibile. Questo assorbimento facilita l'accumulo di calore. E' pertanto necessario tenere conto di tale fenomeno quando si effettua l'esposizione integrata;
  • Se si effettua una misurazione spot, si tenga conto del solito fatto: l'esposimetro è tarato per restituire un grigio medio, per cui il tono scuro del pelo può indurre lo strumento a suggerire un eccessivo incremento dell'esposizione. Il risultato - se non compensato - sarà un soggetto sovraesposto;
  • Ovviamente quanto appena detto vale anche al contrario, e cioè quando il soggetto è bianco, o comunque più chiaro dello sfondo.

Quali possono essere le soluzioni ai problemi sopra elencati? Incominciamo sottolineando quanto espresso al punto 1: la prima necessità è quella di regolare i contrasti. Si prospettano due soluzioni diverse, che ovviamente fanno fronte a esigenze diverse:

  • Se il contrasto fra soggetto e sfondo non è eccessivo e non rischia di restituire un'immagine sbilanciata dal punto di vista tonale, la soluzione più immediata è costituita da una misurazione della luce incidente, o - in alternativa - da una misurazione sul cartoncino grigio neutro al 18%, orientato in modo da ricevere la stessa luce che cade sul soggetto;
  • Se il contrasto è molto elevato l'unica soluzione compositivamente valida è rappresentata dall'uso del flash. La luce lampo ravviva i colori del soggetto e le sfumature tra le differenti aree della pelliccia o del piumaggio. Se sapientemente calibrata, illumina il soggetto senza andare ad influire sui parametri tonali dello sfondo e genera, in ultima analisi, un'immagine luminosa, leggibile e gradevolmente bilanciata. Nella fotografia di animali è raccomandabile l'uso di un flash di grande potenza (preferibilmente dotato di parabola tele) per riuscire ad illuminare anche i soggetti lontani, quali sono solitamente gli animali selvatici.

Michele Vacchiano © 12/2001
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Cigno selvatico. Esposizione per lo sfondo effettuata preventivamente su cartoncino grigio neutro al 18%. Flash per il fill-in sul soggetto. Obiettivo da 300 mm su fotocamera di medio formato.

Cicogne fotografate presso il Centro Cicogne Lipu di Racconigi (Cuneo). Esposizione effettuata sul fogliame degli alberi illuminato dal sole, approssimativamente coincidente con il grigio medio, e compensata con una lettura in luce incidente. Obiettivo da 500 mm su fotocamera di medio formato.