IL DIFETTO DI RECIPROCITA' DELLE PELLICOLE
Rino Giardiello, gennaio 1998

Si sente parlare spesso del difetto di reciprocità come qualcosa di terribilmente complicato, lo è davvero?

Non tutti i Fabbricanti di pellicole rendono disponibili per i fotoamatori queste comode ed esaurienti schede tecniche dove vengono forniti i dati relativi alle loro emulsioni. Le correzioni consigliate dalla 3M per la pellicola Scotch Color Slide 100 sono estremamente veritiere e corrispondono con quelle da noi ottenute durante il test.

Usando un moderno lampeggiatore elettronico si raggiungono tempi brevissimi che sono i principali responsabili delle dominanti azzurrine tipiche delle foto coi flash. La foto a sinistra è stata scattata senza alcun filtro di correzione cromatica.

Il difetto di reciprocità si manifesta con qualsiasi emulsione fotografica quando si esce dal campo di normale utilizzo della pellicola, cioè per tutti i tempi compresi tra 1/1000 ed 1/4 di secondo. Quindi il problema non riguarda solo i tempi lenti o lentissimi, ma anche quelli molto veloci, pure se per questi l'uso è poco frequente.

Cosa succede quando si esce da quell'intervallo?

Il minimo che può capitare è di sottoesporre, ma poi subentrano anche cambiamenti del colore e del contrasto. Questo perché la rapidità effettiva di una emulsione fotografica varia in funzione del livello di illuminazione e del tempo di esposizione. Ogni emulsione ha la maggiore risposta ad un particolare livello di illuminazione e ad entrambi gli estremi di questo livello la risposta decresce ed è necessaria una esposizione addizionale per ottenere quella giusta.

La legge di reciprocità - Dato che stiamo parlando di un "difetto" dobbiamo tenere presente la legge che non viene rispettata. Esiste, quindi, una legge di reciprocità che mette in relazione tutte le coppie tempo/diaframma in grado di fornire la stessa esposizione. Per esempio, una esposizione di 1/125 ed F/8 è equivalente ad una esposizione di 1/30 ed F/16, salvo una diversa profondità di campo ed un eventuale rischio del mosso. Continuando a formare tutte le coppie tempo/diaframma equivalenti, si arriverà ad avere un diaframma molto chiuso ed un tempo molto lento. Quest'ultima coppia non sarà più valida per avere una giusta esposizione ed occorrerà apportare le dovute correzioni, quindi MANCA LA RECIPROCITA'.

La legge di reciprocità è valida per la maggior parte delle pellicole in bianconero con tempi di esposizione compresi tra 1/4 ed 1/1000 di secondo, mentre per le pellicole a colori il campo è più ristretto (tra 1/10 ed 1/750).

Il difetto con le pellicole bianconero

Il difetto di reciprocità che si manifesta con le pellicole bianconero utilizzate in scarsa luce è la classica situazione delle foto notturne, dove si lavora con tempi di esposizione lunghi e bassi livelli di illuminazione. Con una esposizione normale si ottengono negativi leggeri che mancano di dettagli nelle ombre e, se si corregge la foto aumentando il tempo di esposizione, la densità nelle zone delle alte luci diventa eccessiva rispetto a quella delle ombre, provocando un aumento del contrasto effettivo oltre al rischio di bruciare le zone più illuminate. L'unico vero rimedio è quello di effettuare una compensazione riducendo poi lo sviluppo. In parole povere, sovraesporre e sottosviluppare. Per compensare tempi di esposizione molto brevi, invece, basta un leggero aumento di esposizione ma, per ottenere un risultato perfetto, si deve anche aumentare di poco il tempo di sviluppo.

Correzioni possibili - La maggior parte delle pellicole in BN risponde in modo similare alle condizioni di esposizione molto lunga o molto breve, per cui attenendosi alla tabella sottostante, si otterrà una buona compensazione del difetyto di reciprocità. Quando si effettuano correzioni di reciprocità occorre innanzitutto determinare accuratamente l' esposizione "normale", quindi effettuare tutte le compensazioni necessarie per gli altri fattori che influenzano l'esposizione (fattori filtro, luci puntiformi tipo lampioni) e solo a questo punto si potranno apportare le dovute correzioni. Occhio ai tempi rapidi che sono dovuti più che altro alla durata del lampo coi lampeggiatori elettronici.

TABELLA PER IL BIANCONERO

Tempo di esposizione normale (in sec.) Compens. tempi esposiz. in ripresa Compensazione tempi di sviluppo
 1/100'000  + 1 diaframma  + 20 %
 1/10'000  + 1/2 diaframma  + 15 %
 1/1'000  nessuna + 10 %
 1/100  nessuna  nessuna
 1/10  nessuna  nessuna
 1  + 1 diaframma  - 10 %
 10  + 2 diaframmi  - 20 %
 100  + 3 diaframmi  - 30 %

A COLORI, INVECE...

Decisamente più complessa la situazione usando pellicole a colori, soprattutto invertibili.

Se le pellicole in bianconero hanno una elevata latitudine di posa che compensa molti errori, quelle a colori sono sensibili alla minima differenza di esposizione ed è più difficile intervenire sullo sviluppo. Poichè le pellicole a colori hanno strati multipli con differenti caratteristiche di sensibilità spettrale e di contrasto, in esse l'effetto di reciprocità è molto più evidente.

I cambiamenti di sensibilità possono essere diversi per ogni strato e provocare variazioni sia nella resa cromatica che nel contrasto. La compensazione può essere fatta aumentando l'esposizione e usando filtri di compensazione per il colore. Mentre per il BN è stato possibile fare una tabella generica abbastanza affidabile, per le pellicole a colori si dovrebbe fare una tabella per ogni pellicola di ogni marca e sensibilità. Ho voluto verificare fino a che punto queste diversità sono evidenti mettendo alla prova alcune delle pellicole invertibili più diffuse.

I risultati sono stati davvero inprevisti dato che ogni pellicola ha reagito con delle dominanti cromatiche molto personali. Più costante, invece, la variazione dell'esposizione. In linea di massima le dominanti cromatiche tendono al verde o al ciano, per cui si può compensare con un filtro moderatamente rosso come il Kodak Color Compensating Filter CC-05 R. Da tener presente, come difetto per i tempi brevissimi, quello provocato dai moderni lampeggiatori elettronici il cui lampo ha una durata molto breve. Di solito coi pochi filtri riportati in tabella si riescono a fronteggiare la maggior parte delle situazioni ma, a mio parere, le dominanti in gioco in una foto notturna sono cosi' tante che, quasi quasi, una in più non ci stona, anzi, contribuirà a "creare atmosfera".

Quindi, poche paure coi filtri, ma... occhio all'esposizione! 

Rino Giardiello © 01/1998
Riproduzione Riservata

Nota importante: l'articolo risale al 1989 e fu pubblicato su Fotografia REFLEX. Le pellicole provate non sono più in produzione. Leggetelo solo per capire cos'è il difetto di reciprocità e non per trarre conclusioni sulla resa delle attuali emulsioni degli stessi Fabbricanti.

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