COME TI INGANNO IL DX
Il codice DX delle pellicole. Molto comodo, ma è facile ingannarlo
Rino Giardiello, gennaio 1991

L'impostazione automatica della sensibilità della pellicola è un grande vantaggio. Ma se intenzionalmente volessimo "correggere" la decodifica DX? Ecco come fare (pubblicato su REFLEX di agosto 1991).

Il codice DX: comodo ed efficiente, ma in taluni casi può risultare limitativo soprattutto per chi vuole ottenere qualcosa di diverso. Cos'è e come funziona l'abbiamo visto in maniera più che approfondita nella rubrica "Sistema reflex" di Michele Buonanni pubblicata su REFLEX di giugno 1991 per cui eviterò di ripetere cose già dette. Il rovescio della medaglia è che su molte fotocamere reflex o compatte l'impostazione della sensibilità della pellicola avviene automaticamente e non è correggibile in alcun modo. Se il discorso può essere accettabile sulle compatte iper-economiche, non lo è senz'altro per le compatte di migliore qualità destinate ad una utenza più smaliziata, e lo è ancor meno per alcune reflex dalle caratteristiche interessanti, come per esempio la Yashica 108 MP, ottimo secondo corpo per chi già possiede una Contax. In tali casi il povero fotoamatore si accorge che:

1) la sua abitudine di sottoesporre le diapositive di 1/3 di stop per avere i colori più saturi non è più mantenibile;
2) in caso di necessità non può tirare la pellicola esponendola per una sensibilità maggiore di quella nominale;
3) non può più usare pellicole ricaricate salvo una caccia spietata ai caricatori vuoti della sensibilità giusta presso i vari fotolaboratori della città.

Se al punto 1 si rinuncia facilmente, è ben più difficile rinunciare all'abitudine di comprare pellicola a metraggio (anche perché questo corrisponde ad un notevole vantaggio economico), mentre la situazione del punto 2 impedisce ad una buona compatta di diventare un efficace secondo corpo, motorizzato, autofocus e con obiettivo di buona qualità e luminositài. lo, per esempio, trovo comodo portare con me, oltre la reflex caricata con diapositive, una buona compatta con pellicola bianconero.

Fin qui non ci sarebbe nulla di difficoltoso se non avessi l'abitudine di usare sempre una 400 iso ricaricata ed esposta ad 800 o 1600 ISO. In tal modo la compatta diventa lo strumento ideale per cogliere immagini senza peso ed ingombri eccessivi. L'ostacolo sarebbe facilmente aggirabile sostituendo le fascette del codice (se ne trovano in commercio di gia' pronte), ma ho trovato una soluzione ancora più semplice e immediata. Avendo notato che la maggior parte dei caricatori vuoti recuperabili presso i minilab sono da 100 o 400 ISO ho trovato il modo di modificare queste sensibilità con una grattatina alla vernice nera che copre le parti argentate. Certo, con questa soluzione non si riescono ad ottenere tutte le sensibilità, ma sono quelle che si usano di più con le relative sottoesposizioni di uno o due stop.

Se ne potrebbero ottenere altre aggiungendo dei pezzetti di nastro isolante nero oltre alle semplici grattatine, ma tutto sommato credo che il gioco non valga la candela (sta a voi deciderlo). Nelle foto ed i disegni che accompagnano l'articolo potete trovare le sensibilità più facilmente ottenibili partendo da caricatori da 100 e 400 ISO e grattando la vernice nera nelle parti opportune, ma potete senz'altro ottenere la sensibilita' preferita con ulteriori piccoli interventi.

Rino Giardiello © 01/1991
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