UN ESERCIZIO DI ESPOSIZIONE E SVILUPPO
Romano Sansone, aprile 2002

Mentre tornavo a casa in auto ho notato in lontananza una interessante combinazione di luci: sopra le montagne si accumulavano nuvole a mezza altezza sovrastate da un altostrato attraverso il quale il sole, che appariva appena, creava un insieme di grigi molto luminosi ma con bassissimo contrasto interno.

Mi rendevo conto che, a causa della distanza, anche le colline coperte di conifere, che all'occhio sembravano nere, all'esposimetro sarebbero apparse molto più luminose. La scena invitava a sperimentare con lo sviluppo forzato per aumentare il contrasto, come beneficio secondario mi avrebbe consentito di verificare l'aumento di sensibilità connesso con questa pratica, nella quale la mia esperienza è pressoché nulla. C'è voluta una buona mezz'ora per arrivare a casa, prendere il necessario ed arrivare in un luogo con una veduta aperta per fare una foto con la pretesa di un minimo di decenza, e quando ci sono arrivato delle belle nuvole non era rimasto molto. Comunque le condizioni di luce erano essenzialmente invariate e si prestavano a condurre l'esperimento come mi ero proposto.
Fig 1
Esponendo/sviluppando l'HP5 a 1600, con la collina più avanzata 4 stop al di sotto della lettura dell' esposimetro, avrei dovuto ottenere un negativo con la lingua di terra in primo piano del tutto trasparente, una totale assenza di dettaglio nella collina, una certa separazione tra questa e le colline più arretrate, leggermente più luminose, un altostrato piuttosto denso ed una buona separazione tra l'altostrato e le nuvole basse.
Invece ho esposto a 400 ISO, che, combinato con lo sviluppo a 1600, avrebbe dovuto produrre un negativo molto denso, con ombre dettagliate e senza problemi nelle luci vista la tolleranza della pellicola alla sovraesposizione. (Nota 1)
Fig 2
La Fig 1 è una scansione da negativo eseguita di proposito in modalità automatica per rendere visibile l'effetto della sovraesposizione senza l'effetto aggiuntivo del contrasto. L'effetto è ancora più visibile in Fig 2, che non è altro che la Fig 1 invertita, e che ad occhio è molto simile al negativo. Si trattava ora di vedere se questo negativo poteva rendere in stampa la foto che avevo immaginato e che avevo elaborato modificando la scansione con Photoshop (Fig 3)

 

Fig 3

La fig 4 è una scansione da stampa su Ilford Multigrade 3.5, abbastanza fedele all'originale, per la quale non ho speso molto tempo in CO se non quanto bastava per accertarmi che lo sviluppo del negativo aveva permesso di avvicinarmi ai risultati desiderati. Se con il contrasto generale ci siamo quasi (una esposizione un po' più lunga con mascheratura del cielo potrebbe bastare ad ottenere una stampa accettabile) due cose sono immediatamente evidenti:


Fig 4


Fig 5

Completamente diverso è l'effetto del sovrasviluppo su altri fotogrammi che avevo in macchina, ugualmente esposti a 400 ISO, e che avevo pensato di sacrificare a questo esperimento perché non li ritenevo gran che. Si trattava di foto con un contrasto generale molto accentuato tra una pista di ghiaccio e le persone che vi pattinavano, perché nella luce estremamente diffusa la superficie ghiacciata non rivelava le tipiche rigature prodotte dai pattini, né alcuna ombra proiettata dai pattinatori. Le foto erano quindi condannate a presentare grosse superfici bianche senza il benché minimo dettaglio.


Fig 6

Lo sviluppo ha però messo in evidenza come il contrasto interno delle figure e degli oggetti circostanti fosse abbastanza alto per poter beneficiare del trattamento forzato, come mostra la Fig 6, che, stampata su gradazione 2, pur senza essere eccessivamente brillante è tutto sommato accettabile.

Da rilevare come la grana, difficile da osservare nella scansione, a parità di ingrandimento sia molto più evidente nell'originale della foto 4, sia per la presenza di grosse aree di mezzi toni qualsi totalmente privi di una struttura propria (cielo, boschi sulle colline, foschia nella parte bassa della foto), che per il contrasto ancora insufficiente del negativo che obbliga ad usare una gradazione di carta abbstanza dura (3.5 verso 2 per la foto 6), e questo non fa che accentuare il problema.

Non si possono trarre molte conseguenze da un solo esperimento, ma si può dire che se sovrasviluppare una pellicola ha una sua utilità, è comunque una tecnica che, come qualunque altra, va impiegata con buona conoscenza dei suoi effetti. Tirare una pellicola per il semplice gusto delle alte prestazioni può facilmente comportare sorprese e delusioni.

Romano Sansone © 04/2002
Riproduzione Riservata

Nota 1 - Se il discorso non è chiaro, la combinazione esposizione/sviluppo può essere letta in due modi senza cambiare i termini del problema: un negativo esposto a 400 e sviluppato a 1600 è sovrasviluppato, un negativo sviluppato a 1600 ed esposto a 400 è sovraesposto.