FOTOGRAFARE GLI ALBERI
Trucchi e consigli
Romano Sansone, luglio 2001

Gli alberi sono un soggetto fotografico molto amato, ma sono anche fonte di cocenti delusioni. I fattori in gioco sono molti, e cercheremo di elencarne alcuni, indicando a che cosa occorre fare attenzione per evitare gli errori più comuni, aiutandoci dove è possibile con le foto che accompagnano il testo.

Poiché gli alberi si sviluppano in altezza essi finiscono molto spesso con il tagliare la linea di confine tra il cielo ed il terreno circostante e con lo stagliarsi contro due, se non più sfondi, creando con essi rapporti tonali diversi spesso molto sgradevoli: un albero sul bordo di una radura, illuminato da un sole velato, apparirà luminoso contro lo sfondo scuro del bosco, ma la sua cima apparirà scura contro il cielo lattiginoso; una bellissima betulla, vista da casa mia, attraversa del terreno scuro, la superficie e la sponda opposta di un lago, per terminare contro il cielo, e mi sono rassegnato a non poterla fotografare anche se il Sole continua a provocarmi illuminandola con effetti di luce straordinari.

La stagione ha un effetto determinante sul problema della fotografia degli alberi. Esaminiamo due casi estremi:

  • Se l'albero è ricoperto da tutte le sue foglie lo si può considerare come un oggetto dalla superficie irregolare continua o moderatamente frazionata. A parte alcuni problemi tipici dell'esposizione del fogliame, che discuteremo più tardi, non esistono particolari difficoltà di ordine estetico. La prima foto in alto, con le conifere praticamente in silhouette e le altre piante delle quali si distinguono solo le forme delle chiome illustra questo caso.
  • Se invece ha perso tutte le foglie possiamo trovarci di fronte ad una infinità di casi, che vanno da pochi rametti a bellissime strutture che rivelano la complessità della chioma, passando per strutture caotiche o per fortunate combinazioni di più alberi che, rimanendo ben distinti tra loro, si integrano in un piccolo ordine locale nel quale ognuno occupa il giusto posto. L'errore più comune consiste nel riprendere strutture sovrapposte, che l'occhio riesce a distinguere mettendo a fuoco su più piani, ma che diventano appunto caotiche una volta convertite in immagini bidimensionali. La seconda foto è un fortunato esempio di "ordine" che sarebbe risultato inesistente senza la provvidenziale distanza tra il primo piano e gli alberi sullo sfondo e la separazione quasi totale delle chiome fiorite in primo piano.

Se il contrasto di colore può fare miracoli nel separare elementi a basso contrasto di luminosità, in BN l'esposizione ed il contrasto sono fondamentali per fare di una foto documentaria una foto che sia come minimo gradevole. In particolare il fotografo deve tener conto che:

  • Le pellicole BN non sono ugualmente sensibili a tutti i colori, ed in particolare tendono ad essere meno sensibili nella regione del verde. In una foto esposta secondo una lettura media dell'esposimetro i verdi appariranno fino ad uno stop più scuri di quanto non appaiano all'occhio, che al verde è particolarmente sensibile.
  • La luce riflessa dalle foglie comprende riflessioni speculari, cioè di intensità luminosa praticamente pari a quella del sole; se questa è tollerabile per riprese da grande distanza, nelle quali i riflessi sono molto piccoli, può diventare catastrofica a distanza ravvicinata quando il dettaglio esigerebbe una lettura anche di queste zone a forte luminosità.
  • I rami a corteccia liscia possono anch'essi produrre riflessi speculari, infatti essendo rotondi ci sarà sempre un angolo sotto il quale la luce incidente verrà riflessa specularmente verso la fotocamera; d'altro canto il potere riflettente della corteccia per la luce diffusa è piuttosto basso, per cui i rami tendono presentare un contrasto violento, con ombre vuote e luci bruciate, difficile da stimare ad occhio e da misurare anche con un spot da 1°. La terza foto mostra alcuni esempi di questo problema nell'albero in primo piano, abbastanza accettabili dato il loro scarso numero, ma che destinerebbero la foto al cestino se il primo piano ne fosse pieno. Chi vuole mettersi al sicuro contro questi inconvenienti farebbe bene ad applicare la vecchia regola del sovraesporre e sottosviluppare.

I fattori ricordati finora valgono per qualsiasi formato, ma ogni formato ha i suoi limiti. Nonostante la più alta risolvenza degli obiettivi per il 24x36 i finissimi dettagli di un albero ripreso a distanza non vengono riprodotti con la stessa nitidezza di un 4x5", con il medio formato che si piazza ovviamente tra i due. È quindi necessario scegliere bene il proprio soggetto. In linea di principio con il 24x36 mm è preferibile fotografare soggetti finemente dettagliati a distanza ravvicinata, riservando le grandi distanze a soggetti per i quali è sufficiente che il dettaglio rimanga solamente intuibile. È il caso degli alberi sullo sfondo della terza foto, ed in particolare di quello in basso a sinistra, che pur essendo a fuoco non sarebbero accettabili quanto a nitidezza se i dettagli venissero ingranditi. È comunque consigliabile di lavorare sempre nelle condizioni ottimali di nitidezza, utilizzando combinazioni di pellicola e sviluppo con buona acutanza, un cavalletto, se è possibile il presollevamento dello specchio nel caso di macchine reflex, ed il diaframma al quale il proprio obiettivo dà il massimo rendimento.

Infine vorrei ricordare che se nel linguaggio comune "fotografare" è inteso come creare immagini CON la luce, in realtà si tratta di creare immagini DELLA luce. L'evoluzione ci ha condizionato, per ragioni di sopravvivenza, a vedere oggetti. Quelle rare volte in cui ne siamo coscienti percepiamo la luce come un mezzo al servizio dell'oggetto. Il risultato è che troppo spesso ci avviciniamo alla fotografia cercando la forma, ma dimenticando la luce, che è quella che fa la differenza tra un'immagine piatta ed un'immagine ricca di emozioni. E va da se che questo non vale solo per gli alberi. Le foto 1 e 2, ed un po' meno la 3, sono state scattate prestando attenzione alla luce, ma la quarta foto è emblematica, perché quel giorno, con nuvole basse ed una pioggia sottile, sembrava il meno ideale per andare in cerca di immagini in un bosco. Ed invece l'albero abbattuto aveva lasciato una apertura attraverso la quale la luce pioveva dall'alto, creando gli effetti che sono l'essenza di questa immagine, impensabile in un giorno di sole.

Romano Sansone © 07/2001
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