FOTOGRAFIA DI STRADA - STREET PHOTOGRAPHY
Una riflessione per immagini circa l'inafferrabile concetto di "fotografia di strada", tra teoria e pratica
Romano Sansone, gennaio 2008

Per molti anni ho fotografato tutto ciò che mi capitava a tiro. Era come prendere "quello che passava il convento" e misurare il successo in funzione delle opportunità che si erano presentate: c'era sempre un panorama o un gioco di luce a compensare l‘assenza di un essere umano in una situazione interessante. Da poco tempo, e finché dura, cerco invece di concentrarmi sulle persone, riprese a loro insaputa, per scoprire che cosa riesco a fare quando l'immagine è l'oggetto di una ricerca e non un risultato del caso. Questa è la breve storia delle mie prime riflessioni ed esperienze.

Per ragioni di accessibilità la ricerca è ambientata negli spazi pubblici, ed il pensiero corre automaticamente alla fotografia di strada. Ma che cos'è la fotografia di strada? Dieci persone ne daranno dieci definizioni, e le foto addotte a sostegno andranno da quelle che avrebbero potuto essere fatte da un robot (Fig. 1, scattata da me a puro scopo dimostrativo) a quelle che un uso creativo del processo fotografico trasforma in immagini dal valore tutto proprio che trascende quello della scena originale. Di queste non ho esempi miei, le lascio fare a chi ne è capace. Esclusi questi due estremi rimangono ancora da tracciare i confini della ricerca: come si suol dire, se non sai dove vuoi andare non puoi sapere se ci sei arrivato. Non pretendo di essere originale se dico che per me un elemento irrinunciabile della fotografia di strada è cogliere un momento, non fosse che in forma di un gesto o di uno sguardo, unico ed irripetibile.

La foto in Fig. 2, quali che possano essere i suoi altri pregi o difetti, cade proprio su questo aspetto: un attimo prima i due ragazzi si stavano guardando, giusto il tempo di portare la macchina all'occhio e la ragazza si era girata. Foto da cestinare! Un aspetto che invece lascia maggior libertà di interpretazione è quanto il fotografo debba essere all'interno della scena. La scelta è influenzata da tre fattori interdipendenti:

Personalmente preferisco mantenere una certa distanza ed includere nella foto l'ambiente che circonda il soggetto, ma non ne faccio una questione di principio e posso anche avvicinarmi molto se il soggetto lo giustifica (Fig. 3).

Un pericolo nella fotografia di strada è costituito dagli stereotipi, come la gente che legge, telefona, fotografa, consulta cartine stradali, si bacia o stende una mano per ricevere un acquisto o per pagare. Il punto non è astenersi dallo sfruttare questi temi, quanto sforzarsi di scartare le immagini più banali. Le Figg. 4 e 5 dovrebbero rendere l'idea.

E chiudo con l'attrezzatura. Non c'è dubbio che una Leica o comunque una macchina a telemetro sia il mezzo ideale. Quella tra le mie macchine che più ci si avvicina come ingombro e visibilità è la Contax G1, mettendo però in conto una certa lentezza tra messa a fuoco e scatto. Approfittando di una settimana a Parigi, quasi interamente dedicata alla fotografia, ho voluto metterla a confronto con una reflex e, udite udite, con una Rollei biottica, uscendo per ovvie ragioni con una per volta. La famigerata visibilità delle reflex, nel caso una Contax RX, non si è fatta sentire per nulla; la macchina, tenuta lungo la gamba con il cinturino arrotolato al polso, appariva e spariva con la rapidità di qualunque macchina a telemetro. Se non ho ottenuto un numero soddisfacente di foto è perché avevo montato il 20mm, al quale non sono per nulla abituato per questo genere di fotografia.


La Fig. 6 è infatti il risultato di un notevole cropping. La Rollei ha fatto onore alla sua fama di macchina preferita da fotografi come Doisneau, oltre ad essere causa di notevole divertimento perché attirava gli sguardi di passanti incuriositi da quel mostro con due occhi sovrapposti. Un lungo scatto flessibile operato da una tasca della giacca ne ha reso l'uso ancora più discreto. Le Figg. 7, 8 e 9, insieme alla 5, sono le più rappresentative, con la 8 e la 9 che potrebbero essere lo spunto per foto di interni riprese dall'esterno.





In conclusione posso dire che: l'attrezzatura può essere più o meno comoda ed idonea per questo tipo di fotografia, ma non è determinante. Restringere il campo di ricerca è un buon mezzo per non partire in tutte le direzioni e per non arrivare da nessuna parte, o quanto meno per arrivarci solo dopo numerosi tentativi e frustrazioni.

Romano Sansone © 01/2008
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