LIBRODO SHARPENING
Una tecnica per migliorare le foto con Photoshop

Fabio Pregnolato, novembre 2012

IL "LIBRODO SHARPENING": COS’E’?
Lo sappiamo fin troppo bene: molto di ciò che vediamo e ammiriamo nelle foto di tutti i giorni, dal catalogo di vestiti ai prodotti di cosmesi, è indissolubilmente legato alla post-produzione ed al fotoritocco. E, senza voler fare i promoter per conto di Adobe, è Photoshop il programma più utilizzato in questo settore. Vediamo una tecnica molto diffusa in ambito professionale, descrivendo come applicarla proprio con Photoshop.

E’ necessaria una premessa: molto di ciò che vogliamo rappresenti il nostro scatto "finito" deve nascere, per forza di cose, ancora prima che nel clic della macchina, direttamente nella nostra testa. Capita però talvolta di scattare, guardare nel luminosissimo display della nostra macchina fotografica ed essere entusiasti della foto appena immortalata. Entusiasmo che spesso, purtroppo, svanisce quando quella stessa foto che ci sembrava bellissima la vediamo sul monitor del computer di casa. Ciò che sembrava perfettamente nitido e definito appare svilito, quasi opaco. Quindi? Come possiamo intervenire? Se abbiamo avuto la fortuna e l'accortezza di scattare in raw, sicuramente Camera Raw o Lightroom vengono in nostro aiuto. Ma se tra le mani abbiamo solo un "misero" jpeg? Non ci vuol molto a rendersi conto che più si mette mano ad un jpeg, maggiori sono i rischi di compromettere la qualità del file. Stando così le cose, possiamo affidarci ad una tecnica di postproduzione (neanche troppo complessa, una volta presa la mano) che permette di ridare "vita" alla nostra immagine. La tecnica è tra gli addetti ai lavori chiamata Librodo Sharpening, dal nome del suo ideatore (il fotografo Manuel Librodo).

Tutte le tecniche che implicano una variazione di contrasto (sharpen) o di geometrie (filtro fluidifica o liquify) causano una modellazione forzata e quindi una modificazione della texture dell'immagine. E non esiste passaggio più distruttivo che alterare la naturale disposizione dei pixel. Per cui è buon consiglio eseguire tutte le operazioni che implicano l'aumento del contrasto solo al termine della post-produzione di un'immagine. Ciò premesso, vediamo in cosa consiste esattamente e come si realizza l'effetto Librodo sharpening.

Dal vostro ultimo livello modificato visibile nella palette livelli di Photoshop, premendo CTRL+ALT+E (oppure COMMAND+OPTION+E per chi usa Mac), unite in un nuovo livello tutti quelli sottostanti. Andate su Filtro, selezionate Contrasto e quindi, dal menù a tendina che compare, la voce Maschera di contrasto. Dalla finestra che appare avrete un'anteprima dell'immagine e tre bande entro cui impostare specifici valori. Alla voce Fattore impostate 18%, come raggio utilizzate 40 pixel e come valore del livello di soglia lasciate 0. Date quindi ok.
Sullo stesso livello rifate la procedura (filtro, contrasto, maschera di contrasto) e impostate questi nuovi valori: fattore 150%, raggio 0,3-0,4 pixel, soglia 0 livelli. Date ok.
Qui però non vogliamo lavorare sull'immagine nel suo complesso: andiamo dunque ad applicare un metodo di fusione. Perciò ci spostiamo su Modifica, Dissolvi maschera di contrasto e mantenendo un 100% di opacità selezioniamo dal menu a tendina il metodo di fusione Scurisci. Diamo quindi ok. A questo punto dobbiamo applicare di nuovo il filtro (Contrasta, Maschera di contrasto, ed utilizzando gli stessi valori: 150% - 0,3 - 0). Andiamo nuovamente su Modifica, Dissolvi maschera di contrasto, e abbassando la % di opacità attorno ad un valore compreso tra 50 e 60 utilizziamo il metodo di fusione Schiarisci. Diamo ok, ed avremo finito.
In realtà, se non vogliamo ripetere tutti i passaggi abbiamo due scorciatoie. Photoshop mantiene in memoria, all'interno della palette filtri, l'ultimo filtro utilizzato (visibile sulla prima riga in alto): basta cliccarci sopra ed il gioco è fatto. Se vogliamo fare ancora prima, dopo aver dato l'ok al metodo di fusione scurisci, basta premere CTRL+F.

Selezionando e deselezionando dalla palette livelli (cliccando sull'occhiolino relativo) il livello appena realizzato, possiamo vedere quanto siano aumentati sia il contrasto che la nitidezza dell'immagine. Ovviamente maggiore sarà la qualità iniziale della nostra foto, maggiore sarà il risultato che otterremo, ed allo stesso tempo minore il rumore che si verrà a creare in virtù del maggior contrasto. Si può comunque ridurre questo effetto grana, visibile particolarmente nelle foto di soggetti a livello dell'incarnato, andando a ridurre l'opacità del livello fino ad un valore desiderato. Mediamente valori opportuni di opacità si attestano tra il 50 e il 75% per scatti eseguiti con luce continua o luce ambiente, e fino al 90% per scatti eseguiti in studio o comunque con luci flash.

Poiché potreste avere sia la versione italiana che quella inglese di Photoshop, faccio un riepilogo con l'ordine dei comandi in entrambe le lingue per maggiore chiarezza.

Sequenza comandi per il LIBRODO SHARPENING:

Filter_Sharpen_Unsharp mask: 18-40-0
Filter_Sharpen_Unsharp mask: 150-0,3-0
Edit>Fade USM 100% in Darken Mode
Filter_Sharpen_Unsharp mask: 150-0,3-0
Edit>Fade USM 50% in Lighten Mode

Filtro_Contrasta_Maschera di contrasto: 18-40-0
Filtro_Contrasta_Maschera di contrasto: 150-0,3-0
Modifica_Dissolvi Maschera di contrasto 100% in modo Scurisci
Filtro_Contrasta_Maschera di contrasto: 150-0,3-0
Modifica_Dissolvi Maschera di contrasto 50% in modo Schiarisci

Bibliografia: "My Workflow - Vol.2 disco 2" - Raffaello Di Lorenzo Photographer

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