FOTOGRAFARE DI NOTTE LE LUCI DELLA CITTA’
Le luci d'artista di Natale a Torino
Michele Vacchiano, dicembre 2018

Le splendide luci d'artista che illuminano molte città italiane durante le festività natalizie, possono essere documentate con rigore seguendo le classiche regole della fotografia notturna.

Luci magiche del Natale a Torino

È inverno, stagione di giornate corte e di scarsa luce.
Una stagione in cui la maggior parte dei fotoamatori ripone macchina e obiettivi nell’armadio, in attesa della primavera.
Ma le macchine fotografiche non sono vegetali e non hanno bisogno del riposo invernale.
E neppure i fotografi, del resto.
Perciò lasciate che sia il gatto a sonnecchiare sul termosifone, indossate una giacca a vento adeguata e uscite.
Perché proprio questa stagione di freddo e buio rappresenta l’occasione ideale per sperimentare la fotografia notturna.

A parte la suggestione delle strade illuminate, dei palazzi e dei monumenti rischiarati dalle luci artificiali, dei riflessi magici sull’asfalto bagnato di pioggia, dei mercatini natalizi, resta il fatto che di notte è possibile isolare i soggetti escludendo quei brutti sfondi che durante il giorno ne disturbano la lettura.

Un altro vantaggio è rappresentato dalla possibilità di fotografare la gente senza che nessuno, o quasi, appaia chiaramente riconoscibile.
I tempi di otturazione sono talmente lunghi che tutti coloro che si spostano, anche di poco, all’interno dell’inquadratura saranno resi come figure indistinte (in gergo, “fantasmi”).

Luci magiche del Natale a Torino

Precauzioni?
Una sola: cavalletto obbligatorio.
È vero, i sensori moderni sopportano bene gli alti valori ISO e pertanto, almeno in teoria, è possibile fotografare a mano libera anche con scarse condizioni di illuminazione.
Tutto dipende da quanto vorremo ingrandire l’immagine: se la fotografia è destinata al web, o a una stampa di 20x30 centimetri, è molto probabile che appaia nitida anche se scattata a un sessantesimo o a un trentesimo di secondo.
Ma se intendiamo sottoporre la fotografia al giudizio di un’agenzia internazionale, o ai redattori di una rivista di qualità, allora è molto improbabile che essa venga accettata: i clienti esigenti (e quelli appena citati lo sono) visualizzano l’immagine al cento per cento sui sofisticati monitor dei loro computer, e se visualizzano un minimo di micromosso (e se lavorate a mano libera il micromosso c’è, fidatevi) scartano la fotografia.

Luci magiche del Natale a Torino

E se il cavalletto non c’è? Se siamo in viaggio con la famiglia e – si sa – quando si gira per Venezia o Firenze con moglie e pargoli al seguito non si ha il tempo di montare tutto il marchingegno, ma ancora grazie che ci lascino scattare al volo senza protestare?
Bene, in questo caso si cerca un appoggio qualunque: un davanzale, un pilastro, una colonna…
Io uso senza problemi i bidoni della spazzatura, i dissuasori in cemento, le panchine, i banchi del mercato...
Se il sostegno è verticale, ad esempio un muro o lo stipite di un portone, vi si appoggia il fondello della fotocamera, tenuta in verticale, e si preme con forza sulla calotta del pentaprisma con la mano sinistra, in modo da evitare scivolamenti accidentali (il marmo che riveste le facciate dei palazzi è maledettamente scivoloso): in questo modo sono possibili pose di diversi secondi anche senza cavalletto.

Luci magiche del Natale a Torino

È il metodo che io adopero abitualmente quando fotografo all’interno delle chiese nelle città d’arte, dove l’uso del cavalletto è vietato.
Certo, un appoggio improvvisato non sarà sempre nel posto giusto, e difficilmente ci consentirà di ottenere l’inquadratura che avevamo in mente; ma allora non resta che scegliere un’inquadratura diversa (una qualunque fra tutte quelle che il nuovo punto di appoggio ci consente), e non è detto che non sia altrettanto interessante.
Proprio in questo consiste la creatività: nello sfruttare una situazione imprevista per ottenere egualmente un risultato efficace.

Luci magiche del Natale a Torino

Consigli?
Impostate il valore ISO più basso possibile, meglio quello nativo del sensore, allo scopo di evitare il rumore elettronico, sempre in agguato nelle zone d’ombra uniforme.
Ma anche per mettere nitidamente in risalto i particolari, che spesso rappresentano l’elemento più interessante di una fotografia.
Il lungo tempo di otturazione non costituirà un problema, dato che la macchina sarà montata sul cavalletto, o comunque appoggiata.
A proposito, se usate un obiettivo stabilizzato, escludete lo stabilizzatore: quando la macchina è sul cavalletto, o comunque ferma, lo stabilizzatore rischia di impazzire, causando paradossalmente immagini mosse.
Le pose lunghe e il conseguente surriscaldamento del sensore possono provocare un aumento del rumore elettronico: in quasi tutte le reflex è possibile impostare via menu la riduzione del rumore con le pose lunghe.

Luci magiche del Natale a Torino

Problemi di esposizione?
Quasi nessuno: gli esposimetri moderni sono perfettamente in grado di bilanciare alte luci e ombre profonde, a patto di scegliere con oculatezza il punto in cui effettuare la misurazione.
Il consiglio – per i più esperti – è quello di disattivare la misurazione a matrice, selezionare la modalità spot e individuare un elemento che si vuole perfettamente leggibile: lì si farà la lettura esposimetrica, ben sapendo che su quel punto cadrà il grigio medio.
Poi si misurano separatamente le alte luci e le ombre profonde, per vedere quanto si discostano dal grigio medio: se la differenza rimane entro un range di sei (più raramente sette) stop, vuol dire che tutti i particolari risulteranno leggibili.

Luci magiche del Natale a Torino

In caso contrario, dovremo essere consapevoli che alcuni particolari potranno apparire troppo scuri o troppo chiari (ma della gestione delle alte luci parliamo tra poco).
In ogni caso è sempre possibile correggere l’esposizione in postproduzione, almeno entro certi limiti.
Comunque è meglio sovraesporre che sottoporre: moderare le alte luci non sarà un problema, mentre “tirare su” le ombre ci costringe a “tirare su” anche un bel po’ di rumore elettronico.
Anche in questo caso vale la regola dell’ETTR (Expose To The Right), perché è nella zona delle alte luci che il sensore registra la maggior parte delle informazioni.
In questo modo non avremo neri in zona 0 e i particolari in ombra appariranno leggibili.
Poi, in fase di trattamento, si potrà decrementare l’esposizione delle alte luci, ottenendo così una buona gamma dinamica unita a una drastica riduzione del rumore elettronico.

Luci magiche del Natale a Torino

E le alte luci bruciate?
Beh, dipende: se a essere bruciata è la facciata di un palazzo allora non va bene, l’esposizione deve essere corretta; ma se a essere bruciate sono le luci dei lampioni, e chissenefrega?
Chi guarda la fotografia è abituato a pensare che la luce di un lampione sia bianca, anzi abbagliante, perché così la percepisce occhio nudo e di sicuro non si aspetta di distinguere il filamento della lampadina.
Quindi non facciamoci paranoie se vediamo sull’istogramma la temuta righetta verticale all’estrema destra: se nell’inquadratura ci sono luci artificiali, è a quelle che si riferisce l’avvertimento, che quindi possiamo tranquillamente ignorare.

Abbiamo voluto mettere in pratica questi suggerimenti approfittando della manifestazione “Luci d’Artista”.
Si tratta di una manifestazione culturale avviata dal comune di Torino nel 1998, per iniziativa dell’ex assessore Fiorenzo Alfieri.
Nei mesi invernali, le principali vie e piazze del centro storico ospitano installazioni luminose realizzate da artisti contemporanei, con lo scopo dichiarato di portare l’arte a diretto contatto con la gente, illuminando al contempo la città con realizzazioni di elevato valore scenografico.
Luci d’artista si inserisce nel progetto – avviato ormai da molti anni – di dotare la città di opere d’arte a cielo aperto, attraendo da tutto il mondo artisti di fama internazionale e trasformando Torino in un punto di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea.
Le luci d’artista si possono ammirare, oltre che a piedi, approfittando del “Luci d’Artista Special Tour”, organizzato da City Sightseeing in autobus scoperto; oppure in tram, con aperitivo e cena a bordo, a cura di GTT (Gruppo Torinese Trasporti).

Michele Vacchiano © 12/2018
Riproduzione Riservata
"Luci d'artista" è stato pubblicato anche su ArchiReview n° 01/2019 anno 5