RIPRESE A DISTANZA IN NATURA
Luciano Vinco, ottobre 2000

Non sempre i lunghi, e spesso costosi teleobiettivi, risolvono tutti i problemi nelle riprese in natura; in alcune situazioni la nostra presenza è inopportuna, in altri casi è fisicamente impossibile sistemarsi a distanza utile.

Qualora il soggetto offra la possibilità di essere ripreso in un punto preciso (posatoi abituali, passaggi obbligati, siti di alimentazione ecc.), il fotografo naturalista può utilizzare vari congegni per comandare a distanza la fotocamera, sia per le motivazioni sopra elencate, oppure per ottenere inquadrature e/o effetti non usuali. Il sistema più economico di comandare a distanza la fotocamera è offerto da una prolunga del normale cavo di scatto; spesso la limitata distanza operativa, oltre a problemi di ambiente, ne riducono l'uso a favore di un comando radio. Tutte, o quasi, la case costruttrici di materiale fotografico producono comandi a distanza personalizzati per i propri apparecchi; una versione più economica e forse con maggiori possibilità, è rappresentata dall'adattamento di un comando radio per aeremodellini.

Nella foto: particolare macchina fotografica e micro telecamera assemblate tramite staffa.

Questa tecnica in genere può risolvere il problema, eccetto in quei casi dove la situazione ambientale impedisce, a distanza, una corretta visione dell'area inquadrata. Nelle situazioni dove possiamo lasciare incustodita l'attrezzatura fotografica, al normale telecomando possiamo affiancare una micro telecamera; la visione di quello che accade ci verrà trasmessa da un trasmettitore radio, oppure, per distanze non eccessive, tramite apposito cavo direttamente su un piccolo monitor a cristalli liquidi. L'operatore in questi casi può non trovarsi "a vista" del set fotografico: può starsene, ad esempio, tranquillamente e comodamente seduto in automobile ascoltando musica.

Presso negozi di materiale elettronico è possibile reperire vari modelli di micro telecamere: a colori, in bianco/nero, con ottica intercambiabile, di varie dimensioni ecc. L'uso di un modello in bianco/nero consente minori costi di acquisto ed un minor consumo di energia. Alla micro telecamera va affiancato un trasmettitore video, oppure un cavo video, e un piccolo televisore a cristalli liquidi.

I costi di questi accessori sono abbastanza abbordabili: micro telecamera b/n con ottica grandangolare da 150 a 200.000 lire; un piccolo televisore da 250 a 300.000 lire; un trasmettitore da 100 a 200.000 lire.

Ulteriori approfondimenti relativi a questi argomenti sono pubblicati sulla rivista Asferico; il comando a distanza è pubblicato sul numero 2, mentre la micro telecamera sul numero 3. Entrambi i servizi sono di Milko Marchetti; altri servizi, con contenuti diversi, di questo generoso autore, sono visibili nel suo sito personale.

La rivista Asferico, di contenuti fotografici naturalistici, tratta anche di un argomento che per certi versi assomiglia: riprese con un dispositivo all'infrarosso (Asferico N° 1). Questa tecnica è idonea in quelle situazioni dove l'attesa può protrarsi per un periodo relativamente lungo, oppure in riprese notturne; la presenza dell'operatore in questo caso è superflua, non altrettanto superflua è la raccomandazione di come e dove si pone l'attrezzatura fotografica, onde evitare inconvenienti. Il servizio tratta di riprese di animali selvatici notturni, per l'esattezza di una Faina, ma ipotizzo anche un'impiego diverso da quello descritto sulle pagine della citata rivista.

Questa tecnica potrebbe, ad esempio, essere impiegata per attivare un sistema di vigilanza. In questo caso, come per la Faina, l'attrezzatura fotografica andrà mimetizzata e collegata ad un congegno che rileva il calore (del tipo in uso per impianti di sicurezza); il sostare o lo spostarsi nell'area del rivelatore da parte di un animale a sangue caldo (avente dimensioni pari o superiori ad uno scoiattolo), produrrà il contatto elettrico necessario allo scatto della fotocamera. Sta nel fotografo realizzare un mimetismo valido (e sicuro), a seconda della situazione; un problema da risolvere, nel caso di riprese diverse da quelle animali, è la luce prodotta dal lampeggiatore. Non sarà del tutto eliminata, ma notevolmente ridotta, se anteponiamo al flash un filtro infrarosso e, di conseguenza, usiamo pellicola sensibile a questo tipo di luce. Con questo accorgimento la luce sarà parzialmente visibile solo se il soggetto, nel momento del lampo, dirige il proprio sguardo nella direzione della sorgente.

Luciano Vinco © 10/2000
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