AGFA APX 100
Romano Sansone, giugno 2004

Con questo articolo non intendiamo presentare una valutazione sistematica di questa pellicola, ma illustrare cosa ha indotto l'autore a sceglierla per risolvere un problema fondamentale della sua tecnica fotografica. Al di là di questo suo carattere personale, questa esperienza potrebbe essere utile per far conoscere meglio questa pellicola.

L'interesse per la APX 100 è nato dai commenti di amici fotografi, che lasciavano sospettare un comportamento abbastanza diverso da molte altre pellicole di uso corrente. Al tempo stesso chi scrive si trascinava dietro da tempo un problema che può essere esposto in questi termini:

Di qui la rinuncia ai soggetti a basso contrasto, ed un magazzino Hasselblad destinato allo sviluppo N+1 ma permanentemente inutilizzato.

Entra in scena la APX 100. Allo scopo di correlare dati obiettivi alle esperienze degli amici abbiamo esaminato la curva caratteristica (Fig. 1) e constatato come questa lasciasse effettivamente anticipare un comportamento interessante. (Per un articolo più generale sulle curve caratteristiche vedi qui)



Fig. 1

  • L'indice di contrasto (pendenza della curva) tra la zona III e la zona VIII è di circa 0.73, contro quello di 0.62 tra la zona I e la zona VIII. A confronto, la HP5+ ha lo stesso indice di 0.62 tra la zona I e la zona VIII, ma questo valore è costante lungo tutta l'estensione della curva.
  • Per soggetti con una gamma di luminosità quale si può incontrare in esterni con il sole ed ombre aperte, la APX gestirebbe il contrasto totale come la HP5+, ma in casi limite tenderebbe a chiudere gli estremi scuri delle ombre a causa del basso indice di contrasto del piede della curva; in compenso i mezzi toni sarebbero resi in maniera più brillante.
  • Poiché la "spalla" della curva si incurva solo molto gradualmente dopo la zona VIII, una buona separazione delle luci più alte sarebbe ancora assicurata, anche se non così nettamente come con la HP5+, la cui curva si presenta rettilinea ben oltre la zona VIII.
  • La parte della curva tra la zona III e la zona VIII sembrerebbe ideale per soggetti a basso contrasto senza bisogno di sovrasviluppare. Chiaramente questo presupporrebbe una sovraesposizione di due stop, equivalente ad esporre ad ISO 25, per collocarsi sulla parte di maggior pendenza della curva, ed a sua volta questo comporterebbe l'uso obbligatorio del cavalletto ed un negativo piuttosto denso. Niente di drammatico per l'uso che chi scrive vuole farne.
Tutto questo al condizionale, però alcune prove fatte scattando di tutto un po' confermano queste impressioni.



Fig. 2

La Fig. 2 presenta una scena che, nonostante il fatto che sia un controluce, ha un contrasto piuttosto basso: i bianchi ed i neri sono presenti in piccole aree, come nei semafori e nei lampioni in lontananza, per il resto dominano i grigi. Con la APX l'immagine è tutto sommato vivace, e certamente molto più accettabile di quella che avremmo ottenuto con i nostri metodi abituali.

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Fig. 3

La Fig. 3 presenta un soggetto già un po' più esigente, con grosse aree in ombra ed altre molto luminose. La APX 100 ne viene a capo molto bene, anche grazie al fatto che quel poco che si intravede attraverso le porte e gli archi laterali non è significativo ai fini dell'immagine e quindi è del tutto accettabile che se ne veda appena un accenno. Per contro l'aspetto generale dell'interno è molto brillante, con il riflesso nel pavimento luminoso ed al tempo stesso ricco di sfumature, e con i mezzi toni molto ben separati.

In situazioni come quella della Fig. 4 non c'è pellicola che tenga, se si vuole cogliere sia l'interno che l'esterno in un rapporto di tonalità più equilibrato non resta che ricorrere ad una riduzione dello sviluppo, cosa che avremmo fatto se fossimo stati a caccia di immagini con una HP5+. Ma qui si trattava di mettere alla prova la APX 100 con un soggetto che, pur se generosamente illuminato, non presentava forti contrasti perché, fatta eccezione per l'angolino in basso a sinistra, l'illuminazione dell'interno era indiretta, senza ombre profonde o riflessi violenti. La scansione dà solo una pallida idea della brillantezza dell'immagine, ottenuta esponendo a 50 ISO per assicurare la massima leggibilità dei dettagli più scuri.



Fig. 4

In sintesi, ed in base a queste semplici prove, ci sentiamo di poter dire che la APX 100 ha quel pizzico di pepe in più che, senza nulla detrarre dalle sue caratteristiche generali, le rende particolarmente interessante quando l'obbiettivo è di esaltare la brillantezza di un soggetto dal contrasto non proprio elevato. Il corollario di questo pregio è che, in condizioni limite di contrasto del soggetto, avrebbe più tendenza a scappare di mano. Certo, anche con questa pellicola si può ricorrere allo sviluppo ridotto, ma sarebbero necessarie prove ben più sistematiche per essere sicuri di non snaturarla, facendole perdere proprio quel carattere che la rende così interessante.

Romano Sansone © 06/2004
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