UN'OCCHIATA AD APPLE APERTURE
Rino Giardiello, dicembre 2006

Il flusso di lavoro di un fotografo non può, ormai, non tener conto del sempre più massiccio utilizzo del digitale. E' assai frequente ritrovarsi, alla fine di una sessione fotografica (per lavoro o per diletto che sia), con centinaia - se non migliaia - di scatti da archiviare, catalogare, modificare, ottimizzare, pubblicare e quant'altro.

Esistono numerosi programmi che semplificano la visualizzazione e la catalogazione di librerie di immagini (da Adobe Bridge a iPhoto, su Mac), così come ve ne sono di numerosi per il fotoritocco (Adobe Photoshop è lo standard di mercato, ma a noi piace citare anche l'ottimo GIMP). Ebbene, Apple Aperture non è (solo) un visualizzatore di immagini, e non è un programma per il fotoritocco. Di sicuro offre diversi strumenti per le operazioni di postproduzione più comuni - esposizione, colori, bilanciamento del bianco, livelli, occhi rossi, maschere di contrasto, ecc. - ma non è per questo che lo si dovrebbe acquistare. Aperture invece nasce per assistere il fotografo in tutte le fasi del suo workflow di produzione, iniziando dall'importazione delle immagini dalla fotocamera fino all'esportazione delle stesse per la stampa o la pubblicazione su Web o quant'altro.

Che si tratti di file RAW, TIF o JPEG, Aperture è un potente strumento per gestire corpose librerie di immagini e guidare il fotografo nella loro catalogazione, nelle operazioni di scelta e comparazione, nel fotoritocco, e nell'ottenere dei file adatti a soddisfare le varie esigenze. La logica di Aperture non è "apro la foto X e ci lavoro su" - perché, appunto, non è un programma di fotoritocco, e sbaglia chi lo confronta con Photoshop -, ma quella di chi lavora su un progetto. Intendiamoci: esiste in ogni caso la Library che contiene tutte le immagini (come in iTunes, ad esempio, esiste quella di tutte le canzoni), ma il grosso del lavoro lo si svolge sui singoli progetti/album/cartelle. Per esempio, supponiamo di essere stati a fotografare una partita di basket; una volta importate le duecento foto scattate, in un album che potremmo chiamare "Partita di basket Novembre 2006" (fermo restando che le foto sono comunque presenti nel calderone della Library: gli album sono solo dei riferimenti ai file), possiamo decidere di voler preparare un DVD che documenti l'ignominiosa sconfitta patita; quindi creeremo un progetto che chiameremo, sarcasticamente, "Il canestro è quello con la retina", ed è su questo progetto che effettivamente lavoreremo.

Una volta scaricate le foto sul computer, di solito il primo passo è la catalogazione, secondo i criteri che più ci aggradano, magari impostando dei filtri in base ai quali il software crea delle "sottoraccolte" (ad esempio: "tutte le immagini scattate tra le 22:20 e le 22:23"). Catalogare significa stabilire un sistema di relazioni in base al quale ogni immagine afferisce ad uno o più gruppi, ed il perno di questa operazione (nella quale talvolta si desidererebbe avere il supporto di uno specialista di database) è costituito dai metadati, che Aperture gestisce appieno: si possono gestire per ogni singola foto i dati EXIF e quelli IPTC, nonché delle parole chiave, creando una vera e propria struttura gerarchica di categorie e sottocategorie (per esempio potremmo creare la categoria di foto Sport, ed al suo interno la sottocategoria Basket), si può dare un voto ad ogni immagine (da "rifiutata" a cinque stelle), e così via. Una funzione molto utile è quella degli stack (pile) di immagini, tipica soluzione per quando si hanno molti scatti dello stesso soggetto. Un tempo si era soliti creare una piccola pila di diapositive dello stesso soggetto, con la migliore in cima e tutte le altre sotto. Oggi che, diciamo così, uno scatto è gratis, questa abitudine è ancora più diffusa, dunque anche se le dia si usano sempre meno, ed i visori luminosi idem, almeno ce li ritroviamo su Aperture (si chiamano "light box": il programma, del resto, è solo in inglese): con un banale drag'n'drop, possiamo disporci su le foto come vogliamo, ad esempio per ipotizzare la sequenza giusta per un fotoracconto, magari da mandare in PDF a chi ci pubblicherà le foto nella speranza che rispetti il layout da noi ritenuto migliore…

Nadir Magazine ©

Aperture offre numerose e potenti funzionalità per confrontare due o più immagini - formidabile la lente per il controllo dei dettagli - sia all'interno di un progetto che di una stessa pila. Come già detto, esistono poi numerosi strumenti per la manipolazione delle immagini - ritaglio, maschera di contrasto, esposizione, tinte, livelli ed altro - adatti a coprire probabilmente una buona percentuale delle esigenze tipiche di un fotografo. Ma, lo ripetiamo, per fare del fotoritocco spinto esistono altri software, primo fra tutti Adobe Photoshop, con il quale peraltro Aperture si integra perfettamente: mentre si sta lavorando su un'immagine, si può dire ad Aperture di aprirla in Photoshop (o in qualunque altro editor esterno), effettuare i ritocchi desiderati e poi rientrare in Aperture.

In generale, in Aperture si trova tutto ciò che serve per aprire e manipolare i file RAW, fermo restando che i vari strumenti di ritocco sono applicabili anche ad altri tipi di file grafici. In effetti, il software indubbiamente incentiva a lavorare con i file RAW: tutte le modifiche effettuate vengono archiviate, ma il file RAW originale rimane intonso (quindi i nostri preziosi "negativi digitali" non si perdono). L'intento di Apple è proprio quello di mettere a disposizione dei fotografi uno strumento che renda il lavoro sui file RAW facile come se fossero dei comuni JPEG - ma, appunto, beneficiando dei vantaggi del formato RAW.

Chiudiamo questa veloce carrellata su Aperture con qualche cenno sull'ultima fase del workflow, la produzione di un output. Aperture consente di ottenere file ottimizzati in base alla destinazione (stampa su carta, pubblicazione su web, invio per email, e così via), provini a contatto, o dei veri e propri libri fotografici da ordinare via Internet, come già avviene con iPhoto.
E visto che abbiamo menzionato iPhoto, vale la pena citare la profonda integrazione di Aperture con tutte le iApps: la sua Library di immagini viene vista nativamente dai vari iDvd, iWeb, iMovie HD, agevolando il lavoro di chi debba creare un DVD o un sito web o quant'altro.

Da segnalare infine che Aperture incorpora potenti funzioni di backup e di archiviazione dei dati, per minimizzare gli… shock nervosi in caso di danneggiamento di un hard disk o di perdita di dati in generale.

Trattandosi di un'applicazione professionale, Apple Aperture è piena di funzionalità e caratteristiche; sarebbe impensabile descriverle tutte in questo articolo, che invece vuole fornire solo un'impressione generale. Per ulteriori approfondimenti si può consultare il sito web di Apple, che contiene anche diversi tutorial sull'applicazione ed offre anche la possibilità di scaricare una versione di prova del programma, gratuita, perfettamente funzionante per 30 giorni.
Considerato che il prezzo di Aperture non è certo inavvicinabile (319 Euro IVA inclusa), ci si deve davvero impegnare per trovargli dei difetti. A voler essere pignoli, Aperture è alquanto esigente di risorse hardware: a parte un gigabyte di RAM, quantità ormai alla portata di tutti, è caldamente consigliato disporre di una scheda grafica potente, con 256 MB di memoria; tanto per essere chiari, anche sugli ultimi iMac o MacBook le prestazioni non sono certo da urlo (sul Mac Mini invece sono da urlo, ma in senso letterale…). Non va dimenticato comunque che quando si lavora su un archivio di file RAW la quantità di dati elaborati dal sistema è tranquillamente nell'ordine delle molte centinaia di megabyte; in sostanza non è un programma lento, ma esigente.
Più in generale, trattandosi di un software giunto alla versione 1.5, siamo certi che ancor più in futuro Apple lo arricchirà di funzionalità (e magari rilascerà una versione nella nostra lingua); e se non abbiamo già deciso di inserire Aperture nel nostro workflow è solo perché i nostri Mac non sono abbastanza recenti da farlo girare.

Rino Giardiello © 12/2006
La foto di Ligabue è di Andrea Ranalli

Le impressioni su Aperture riportate in questo articolo sono state ricavate da una giornata di workshop sull'applicazione tenuta da uno specialista Apple, ed organizzata a Roma da Fotoforniture Guido Sabatini in collaborazione con Apple Italia.