ILFORD 200 SFX INFRARED
Lo slogan per questa pellicola potrebbe essere "la pellicola per l'infrarosso facile" nel senso che, rispetto alle concorrenti, ha un bel po' di problemi in meno.

Tanto per cominciare non c'è bisogno di caricarla al buio o in luce scarsissima: basta comportarsi come per le solite pellicole pancromatiche ed anche a queste il sole diretto, a voler essere pignoli, non fa troppo bene.
Poi, finalmente, una sensibilità nota.
Basta andare a tentativi, basta tempi lunghissimi dovuti a sensibilità ridottissime, finalmente una pellicola da ben 200 ISO, la sensibilità giusta per la maggior parte delle occasioni!
Dulcis in fundo, lo sviluppo: la SFX si sviluppa bene con i soliti rivelatori, quelli che usate già con le altre pellicole (bel risparmio, vero?).

La pellicola del miracolo?
Gli altri fabbricanti sono tutti degli incapaci?

Niente di tutto questo, ma sicuramente una idea geniale: una pellicola sensibile ai raggi infrarossi, ma non troppo. La Ilford ha voluto soddisfare la "voglia di infrarosso" di tanti fotoamatori che, ben lontani dalle esigenze scientifiche, si accontentano di un buon "effetto infrarosso", vale a dire cielo scuro e vegetazione chiara.
La pellicola ha colto nel segno: è facile da usare, di buona qualità generale, all'occorrenza può comportarsi come una normale pancromatica da ben 200 ISO e se non è proprio "infrarossa" come le concorrenti, che c'è di male?

Nadir Magazine ©LA MIA PROVA SU STRADA

Ho caricato la SFX in pieno sole (giusto per fare il cattivo), ho impostato la sensibilità di 200 ISO, montato un normalissimo filtro rosso davanti all'obiettivo, e via a scattare foto in totale automatismo senza curarmi dell'esposizione o della correzione della messa a fuoco (il piano di messa a fuoco dei raggi infrarossi è spostato rispetto a quello della luce visibile), anzi, usando sempre l'autofocus: ho corretto l'esposizione e la messa a fuoco solo dove e quando l'avrei corretta con qualsiasi altra pellicola.
L'assorbimento dovuto al filtro rosso era calcolato senza problemi dall'esposimetro TTL della fotocamera, quindi nessuna correzione né con l'apposita compensazione dell'esposizione né variando la sensibilità.
Tornato a casa l'ho sviluppata subito con il rivelatore che uso di solito, vale a dire il Microphen della stessa Ilford, non diluito.

In meno di un quarto d'ora la pellicola è davanti a me, perfetta, dalla densità uniforme e la resa così come doveva essere: cieli trasparenti e fogliame scuro (sul negativo).
Le prime stampe le ho fatte su carta Multigrade formato 30x40 cm. L'effetto infrarosso c'è ed è molto bello, ottenuto con una facilità incredibile, la grana è più visibile rispetto all'HP5, ma è "secca" e gradevole. Nell'insieme posso ritenermi soddisfatto anche se ho voglia di giocare un po' coi filtri e coi tempi di sviluppo...

VARIANTI PERSONALI

Esco nuovamente a fare le foto, ma questa volta porto con me alcuni filtri diversi ed ho intenzione di esporre la pellicola a 400 ISO.

La pellicola, esposta a 400 ISO e sviluppata in Microphen per 9 minuti e mezzo, è più aggressiva. Il contrasto aumenta di quel tantinello in più che mi piace particolarmente ed il tempo di sviluppo coincide con quello della HP5 esposta a 1000 ISO: poter sviluppare più pellicole insieme è una indubbia comodità e 400 ISO sono ancora più versatili di 200 (non dimentichiamo che il filtro rosso assorbe un paio di diaframmi, quindi ci troviamo a lavorare come se avessimo in macchina una pellicola da 100 ISO). L'effetto con il normale filtro rosso è evidente e le foto sono brillanti e piacevoli. Stranamente ho ottenuto dei pessimi risultati con il vero filtro per l'infrarosso, quello rosso molto scuro, quasi nero: le foto sono venute grigie e piatte, non salvabili nemmeno usando carta molto contrastata.

La foto in alto è stata scattata con la SFX esposta a 400 ISO e sviluppata in Microphen, e sulla stampa 24x30 cm sono evidenti la grana, secca e ben delineata, e gli aloni intorno alle alte luci. L'atmosfera generale è davvero gradevole e d'effetto. Purtroppo nella jpeg ridotta ed ottimizzata per il web si nota ben poco, anzi, forse l'effetto è negativo, ed a poco serve il dettaglio pubblicato dopo queste righe: ho dovuto ridurre anche questo perché, se lasciato al 100%, era di dimensioni davvero eccessive.

Nadir Magazine ©CONCLUSIONI

Una pellicola davvero simpatica e facile da usare. Anche se non arriva alla stessa sensibilità nella zona del rosso delle concorrenti si fa ampiamente perdonare per le immagini che permette di creare senza acrobazie o eccessive precauzioni. In caso di necessità, senza filtro, è pur sempre una ottima pellicola bianconero da 200 ISO (anche se io propendo, come spiegato nell'articolo, per esporla a 400 ISO).

Rino Giardiello ©
Prima pubblicazione: 12/1999
Ampliato ed aggiornato: 07/2003


A sinistra
Il dettaglio della foto precedente. Purtroppo anche il particolare non è al 100% delle dimensioni originali, ma si nota l'atmosfera particolare (non parliamo di infrarosso) che è possibile ottenere grazie alla SFX.