ADOBE PHOTOSHOP ELEMENTS 8

E' il fratellino minore di Photoshop, secondo alcuni. Non lo è secondo altri.
Di sicuro fa molte cose e costa quanto una cena per due in un ristorante (non di lusso)…

Che Adobe Photoshop sia il programma di riferimento per l'editing digitale ed il fotoritocco è fuor di dubbio. Che sia potente e ricco di funzioni lo è altrettanto, e versione dopo versione (la CS5 è stata appena annunciata) aumentano le possibilità offerte ai suoi utilizzatori. E' altrettanto fuor di dubbio che Photoshop non viene certo regalato (costa oltre mille Euro, come indicato dal negozio online di Adobe), e sarebbe ipocrita fingere di ignorare la circostanza che molti se lo procurano senza pagare. Qualcuno ammette onestamente di farlo solo per convenienza economica, altri parlano di battaglie filosofiche in nome del software libero - causa, sia chiaro, che sposiamo appieno, ma alle parole dovrebbero seguire i fatti; e poiché esistono valide alternative (una su tutte, GIMP), la risposta coerente dovrebbe essere "non compro Phototoshop, ed uso GIMP" (come molti lodevolmente fanno), anziché "non uso GIMP e mi procuro Photoshop pirata", come purtroppo talvolta riscontriamo in alcuni "sostenitori" del software libero (le virgolette sono d'obbligo).
Considerazioni etiche a parte, esiste una terza via per chi sia abituato ai comandi ed ai menu di Photoshop ma non voglia spendere tanto: Photoshop Elements, di cui l'anno scorso è uscita la versione 8, sia per Windows (XP, Vista, Seven) che per Mac (quest'ultima solo in Inglese. Gira anche su Snow Leopard). Il programma costa un centinaio di Euro, ma non sono rare delle promozioni con cui viene offerto a qualche decina di Euro in meno, ed è possibile provarlo per 30 giorni scaricandolo dal sito Adobe. Per sbloccarlo dopo 30 giorni è sufficiente inserire il numero di serie, che si può comprare stesso online.
Se Photoshop Elements (PSE d'ora in avanti) costa un decimo di Photoshop è per un motivo alquanto ovvio: fa meno cose. Se quello che manca non serve, o può essere ottenuto seguendo altre vie, perché spendere dieci volte tanto? Osserviamo dunque più da vicino questo PSE versione 8, soffermandoci su quello che manca rispetto a Photoshop.



Fig. 2

L'interfaccia utente è molto simile, con la barra dei menu in alto, i vari tool a sinistra lungo una barra verticale, e varie palette e finestre sul lato destro; si vedano le figg. 2 e 3 (qui a sinistra). Selezionando un tool, appare sotto la barra dei menu una ulteriore barra orizzontale con i parametri e le opzioni ad esso relative.

Di primo acchito, dunque, sembrerebbe che le due interfacce utente siano identiche. In realtà non è così, perché PSE nasce come strumento per migliorare, organizzare e condividere le immagini, e poco più; il tutto cercando di offrire all'utente delle procedure semplici, molti automatismi, ed anche un supporto passo-passo su come compiere determinate operazioni. Photoshop, invece, oltre a fare tutto questo (spesso con meno semplicità e di sicuro con meno automatismi), offre più controllo ed opzioni su molte funzioni pure presenti in PSE, ed aggiunge funzionalità ulteriori per i designer ed i fotografi professionisti.

Se parliamo di editing dell'immagine in senso stretto, dunque, PSE ha meno funzioni, le quali a loro volta hanno spesso meno parametri su cui poter intervenire. Si vedano le due immagini 4 e 5 per avere un'idea degli strumenti di editing di PSE. D'altro canto, se pure ci sono meno comandi rispetto a Photoshop (la fig. 6 è presa dalla CS3), è vero anche che c'è l'essenziale per lavorare sulle fotografie: curve e livelli, colori, ombre e luci, luminosità e contrasto (in PSE c'è solo la classica Unsharp Mask), dominanti colore, saturazione… Ci riesce difficile pensare che le esigenze generiche di editing delle immagini di un fotografo non possano essere soddisfatte dai comandi presenti.

Passando ad un livello superiore di gestione dell'immagine, si incontrano altre mancanze di PSE: ad esempio tutto il sistema di color management è assai più semplice rispetto a Photoshop, sia in termini di spazi di lavoro (PSE può lavorare solo in sRGB o AdobeRGB) che di modelli (niente CMYK, per intenderci). Inoltre PSE lavora solo con immagini a 8 bit per canale. Se queste funzionalità servono, PSE non è la soluzione adatta. (Se però ci si sta chiedendo a cosa serva la prova colore CMYK, forse PSE è la soluzione adatta.)

In PSE esistono i "layer" (cioè gli "strati" che pure sono stati tradotti come "livelli"), ma non esiste la maschera di livello (mancanza rimediabile usando il seguente tool). Inoltre PSE non offre funzionalità HDR e, a differenza di Photoshop, non ha le Azioni. Però esistono molte altre funzionalità automatiche (per la creazione di gallerie web; per i provini a contatto; per rinominare, convertire e ridimensionare lotti di immagini) che sono assai semplici da usare e che, ancora, coprono gran parte delle esigenze più comuni. Peraltro, anche PSE supporta i plug-in, per cui come in Photoshop è possibile aggiungere funzionalità al programma.



Fig. 4




Fig. 5

Altri limiti di PSE riguardano la possibilità di inserire testo all'interno delle immagini. Si può fare, ma anche in quest'ambito Photoshop offre capacità di formattazione più avanzate. In PSE ci sono, d'altro canto, funzionalità quali il Photomerge (per fondere insieme più immagini, tipicamente adoperato per ottenere scatti "panoramici"), il Recompose (una modalità di ridimensionamento delle immagini in cui il software cerca di capire quali sono i soggetti rilevanti e cerca di preservarne l'importanza ridimensionando gli altri componenti della foto), e la Face Detection, che come in alcune fotocamere digitali cerca di individuare i volti all'interno delle immagini consentendo di "taggare" le persone, utile per classificare le proprie immagini e/o per alimentare ulteriormente i propri account sui vari social network.
Sempre nell'ottica di proporsi come strumento completo per la gestione di un archivio digitale, PSE offre anche la possibilità di esportare le immagini per creare cartoline, biglietti, collage, ed etichette per CD e DVD, oltre che naturalmente salvare nei formati più diffusi (non ci sono grosse differenze rispetto alla CS3, come mostra la fig. 7).

In conclusione, è evidente che Adobe ha tutto l'interesse a vendere quante più copie possibile dei due prodotti, evitando che il più economico vada a cannibalizzare le vendite di Photoshop. In quest'ottica, PSE non è soltanto un Photoshop ridimensionato, ma offre alcune funzioni "amatorial-domestiche" in più, con una filosofia d'uso più orientata alla semplicità ed alle procedure guidate. Ma, beninteso, se non si vuole lasciar fare al programma e si desidera mettere mano personalmente alle immagini, PSE consente di farlo. Ci sembra che nel complesso Adobe sia ben riuscita a ripartire le funzionalità tra i due prodotti in modo da rivolgersi a due mercati diversi. PSE fa quel che deve fare, e lo fa bene. Ciò detto, una analisi onesta delle proprie necessità in materia di editing digitale potrebbe far scoprire che, in effetti, PSE basta ed avanza per le proprie esigenze. E considerato anche il prezzo decisamente contenuto, riesce difficile non giudicare PSE quantomeno meritevole del mese di prova.

Agostino Maiello © 05/2010



Fig. 7