SNAPHEAL PRO: RIMOZIONE IN POCHI CLIC
Prova approfondita

Agostino Maiello, settembre 2013

SnapHeal è un programma per l'editing fotografico piuttosto diffuso in ambiente Macintosh (le licenze attive sono centinaia di migliaia in tutto il mondo). E' prodotto dalla MacPhun, una software house californiana nata nel 2008 ed inizialmente dedita allo sviluppo di app fotografiche per iPhone (tra cui la popolare FX Photo Studio); successivamente sono state rilasciate anche applicazioni per desktop, tra cui SnapHeal nel 2011, cui fa seguito, oggi, SnapHeal Pro.

I punti di forza di SnapHeal Pro (d'ora in poi SHP) sono la semplicità e flessibilità d'uso e la sua notevole capacità di rimuovere elementi indesiderati dalle immagini. Con "flessibilità" ci riferiamo al fatto che SHP può operare sia come applicazione standalone che come plug-in di Adobe Photoshop (almeno la CS5), Photoshop Elements (10 o superiore), Lightroom 4, ed Apple Aperture 3.3. Il costo è decisamente accessibile (poco più di 30 Euro, acquistandola dal sito www.macphun.com) e, come detto, gira solo su Mac (almeno OS X 10.7). Il software è interamente in Italiano e dal sito è possibile scaricare una demo gratuita, funzionante per 15 giorni.

Snap Heal si potrebbe tradurre con "Cura rapida" ed in effetti il software nasce con l'intento di offrire uno strumento agile e veloce per la rimozione di elementi indesiderati dalle immagini digitali e, più in generale, per le più comuni operazioni di fotoritocco. Lanciando l'applicazione si è accolti da un'interfaccia utente molto sobria nella quale sono presenti i comandi essenziali, senza troppi fronzoli né palette varie in giro: da sinistra vediamo due pulsanti per Aprire e Salvare (o Condividere per eMail, su Facebook, Twitter, ecc.) le foto, due frecce per scorrere in avanti e indietro le varie operazioni effettuate, pulsanti per ingrandire o rimpicciolire l'immagine, uno per confrontare l'immagine prima e dopo l'intervento di ritocco, ed uno per ritagliarla (il classico crop). Infine, all'estrema destra, tre pannelli (Cancella, Ritocca, Regola) che determinano cosa mostrare nella colonna verticale sottostante e che, in sostanza, definiscono per che cosa usare l'applicazione: Cancella per rimuovere elementi dalle immagini o "pulire" la pelle nei ritratti, Ritocca per effettuare (mediante il pennello) interventi locali, e Regola per effettuare i tipici interventi di regolazione (colori, saturazione, riduzione rumore, esposizione, contrasto, ecc.) su tutta l'immagine. Nell'angolo in basso a destra c'è comunque un'icona col punto interrogativo per richiamare dei messaggi che illustrano la funzione dei comandi presenti sull'interfaccia utente. Esiste anche la classica barra dei menu, ma quasi mai si rende necessaria, salvo quando, una volta creata una maschera per un intervento (dunque lavorando in modo Ritocca), si desideri invertirla; non esiste infatti un pulsante per farlo. Cliccando col tasto destro del mouse sullo sfondo si può sceglierne il colore, tra quattro tonalità di grigio; per il resto, il click destro del mouse non serve mai.


La schermata di SnapHeal Pro, con un'immagine che abbiamo usato per le prime prove. Il risultato del primo intervento di eliminazione, rimuovendo due elementi dal muro di mattoni. Il software ha fatto un ottimo lavoro ma, se si guarda il dettaglio con attenzione, si nota che i mattoni ricostruiti non rispettano l'omogeneità del reticolo.

Ci vuole davvero poco per prendere confidenza con SHP, che è il classico programma "razionale", dove per razionale intendiamo un'applicazione che dice di fare determinare cose, e le fa, con efficacia e semplicità. Per cancellare elementi indesiderati basta selezionarli (scegliendo l'ampiezza del pennello e poi spennellandoli), decidere il livello di precisione e la modalità di rimozione più adatta (esistono 3 livelli e 3 modalità), cliccare su Cancella, ed il gioco è fatto (magari nella vita fosse così facile…). Conviene, riteniamo, lavorare sulla foto visualizzata al 100%, in modo da poter agire con più precisione sugli elementi da rimuovere. I tempi di attesa variano in base alla complessità dell'intervento, alle prestazioni del Mac, ed al livello di precisione impostato. Tanto per dare un'idea, sulla stessa foto un intervento ha richiesto 5 secondi con precisione Normale, 15 con precisione Alta, e quasi due minuti e mezzo impostando la precisione Massima.

Un veloce intervento con lo strumento "Clona" ha reso il tutto più credibile. E' banale osservare che "quanto precisamente" si debba lavorare dipende dalla destinazione finale dell'immagine e, in particolare, da quanto grande sarà visualizzata e/o stampata. Dovendo stampare un 20x30cm bisogna assicurarsi che gli artefatti non siano visibili, laddove è inutile perdere ore a ritoccare di fino una foto che poi finirà pubblicata a 600x400 pixel su Facebook.

In alcuni casi - a seconda dell'elemento rimosso e, sopratutto, di cosa c'è intorno e dietro - il lavoro può terminare qui; in altri invece è opportuno sistemare un po' meglio le cose lavorando di fino per ripristinare le texture, come nell'esempio mostrato relativo al muro di mattoni. In siffatte situazioni soccorre lo strumento Clona, grazie al quale, come con il Timbro Clone di Photoshop, si possono duplicare elementi presi da altre parti dell'immagine per ricostruire correttamente i pixel mancanti là dove è intervenuto il software. Il grosso della ricostruzione lo fa ovviamente SHP ma, come detto, in alcuni casi serve un po' di… intelligenza umana per affinare il lavoro fatto dall'applicazione - lavoro quasi sempre molto valido, comunque.
La funzione Cancella può essere usata anche per ritoccare la pelle dei soggetti ritratti. Con un pennello molto piccolo, e lavorando in modo Dinamico, si possono rapidamente rimuovere brufoletti, punti neri, e macchie varie (non per ripeterci, ma magari fosse così facile anche nella realtà…!).

Le funzioni degli altri due pannelli (Ritocca e Regola) sono quelle di più comune utilizzo nei programmi di fotoritocco. Come detto, nel pannello Regola si agisce su tutta l'immagine, mentre in Ritocca bisogna prima selezionare l'area su cui si vuole intervenire, e poi applicare le regolazioni. La selezione avviene con delle pennellate, come nella modalità Cancella; dunque non con una logica del tipo "lazo".

A lato: I comandi disponibili nei tre pannelli di SHP. Come si vede sono presenti le regolazioni più comuni per il fotoritocco.

La presenza di questi due pannelli porta a riflettere sul fatto che SHP possa essere, in fondo, più che sufficiente per le esigenze di base di un utente che, senza dover acquistare (ed imparare ad usare) software di prezzo e complessità ben superiori, desideri avere uno strumento semplice da usare, ma potente, che consenta di "sistemare" le foto (e, perché no, rimuovere i soliti cavi elettrici dalla scena) in pochi clic.

SHP, dunque, oltre ad assolvere molto bene alla funzione principale di "rimozione oggetti e pulizia pelli", appare molto valido anche come programma di fotoritocco di base. Naturalmente ogni Mac ha in dotazione l'applicazione Anteprima (inclusa in OS X) che già consente diverse regolazioni, e con 14 Euro si può acquistare Apple iPhoto; ma questi software non offrono alcuna funzionalità legata alla correzione dei difetti della pelle ed alla rimozione di elementi indesiderati. Questa è l'essenza di SnapHeal Pro, e da questo punto di vista il programma è molto ben fatto ed il suo funzionamento risulta fluido ed efficace, sia come applicazione stand-alone che come plug-in.

Agostino Maiello © 09/2013
Riproduzione Riservata
Si ringrazia per la collaborazione il portale Italiamac

Un altro intervento fatto al volo, che ha richiesto circa un minuto: dieci secondi per la cancellazione automatica del software, ed il resto con Clona per sistemare i gradoni.

SHP offre una rapida visione di confronto tra la foto prima e dopo l'intervento.