Immaginate di essere un fotografo e di voler raccontare per immagini "com'era la natura senza uomini e donne, e come l'umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale"; immaginate di voler chiamare il vostro progetto "Genesi", avendo come ambizione complessiva il "tornare alle origini del pianeta: all'aria, all'acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all'addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane".
Pianificare e mettere in piedi un progetto del genere richiederebbe una considerevole mole di tempo e di risorse; ed un talento di prim'ordine per poterlo poi portare a termine con risultati all'altezza delle ambiziose premesse. Ma se il fotografo è Sebastiao Salgado, ecco che il talento c'è, il tempo pure, e le risorse si possono trovare. Eccoci dunque a parlare di "Genesi" (inteso come progetto/libro/mostra), ultima fatica del grande fotografo brasiliano ma da quarant'anni residente a Parigi, progetto che lo ha visto viaggiare per circa otto anni su e giù per il pianeta e di cui oggi vediamo l'esito in una serie di mostre (qui c'è la notizia dell'inaugurazione a Roma) ed in un bellissimo libro edito da Taschen (520pp, dimensioni 234x355mm), fortunatamente venduto ad un prezzo accessibile, 50 Euro. Per i più facoltosi esiste anche un'edizione di due volumi in cofanetto, tirata in sole 2500 copie (costa 2500 Euro). Oppure c'è la Art Edition: tiratura di 100 copie, ed abbinata ad una stampa 50x70, a 7500 Euro. Decisioni, decisioni…
La curatrice Lélia Wanick Salgado, moglie di Salgado, così illustra Genesi: "...è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall'essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all'abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata; autentiche meraviglie nei Poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per qualsiasi cosa salvo per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull'isolamento. Fotografie, quelle di Genesi, che aspirano a rivelare tale incanto; un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere.".
Tutto ciò premesso, che libro è Genesi? Da un nome come Salgado non ci si aspetta meno che l'eccellenza, e questo volume si mantiene su ottimi livelli quasi in ogni pagina. Il lavoro è diviso in cinque sezioni: Pianeta Sud (Argentina e Antartide), I Santuari della Natura (Madagascar, Galapagos, Indonesia, Papua Nuova Guinea), Africa, Le Terre del Nord (Alaska, Canada, USA, Siberia), l'Amazzonia e il Pantanal. Qualche foto ci appare più ordinaria rispetto alle altre (pp. 29, 37, 47…), e qua e là avremmo interpretato alcune immagini con meno mascherature (qualche concessione di troppo al gusto imperante per l'HDR dei nostri tempi…?), ma sono gocce in uno splendido mare, e non sminuiscono la qualità e la portata del lavoro, che si rimira con piacere più e più volte. Salgado ha sempre fotografato una sola specie, l'uomo, per cui c'è da abituarsi un po' all'idea che, nella gran parte delle foto, ci saranno paesaggi ed animali. Difficile però negare che quasi tutte le immagini che ritraggano persone siano eccellenti, e che le poche che più sopra abbiamo definito "ordinarie" siano, guarda caso, tutte prive di presenza umana. Dovendo però valutare il lavoro nella sua interezza, questa distinzione sfuma, e c'è poco da disquisire sulla bellezza lirica ed intensa che affiora di continuo pagina dopo pagina. Ammiriamo particolarmente le foto alle pp. 41, 55, 138, 163, 230/231, 270/271, la serie sull'Etiopia settentrionale ("Viaggio nel Vecchio Testamento", una perla), gli scatti sul popolo siberiano dei Nenci (peccato, però, non aver dato dignità di piena pagina alla foto 403/7).
La scelta della luce, la capacità compositiva, il gioco di sfumature tra primi piani nitidi e sfondi sfocati o, più frequentemente, "fumosi", sono elementi che concorrono nel creare fotografie a metà tra descrizione e suggestione, che si tratti di vulcani, trichechi o persone. E, manco a dirlo, tutto in uno splendido bianco e nero.
"Genesi è il resoconto dei viaggi fatti in questi anni, è un'ode visiva alla bellezza e alla fragilità della Terra. Ma è anche un ammonimento - almeno lo spero - a considerare tutto ciò che rischiamo di perdere", scrive Salgado nella Premessa al volume. La speranza è che alla naturale ammirazione verso le tante splendide foto, faccia seguito una più profonda e quotidiana sensibilità ambientale. Tutti hanno il dovere di contribuire a preservare il pianeta, e ciascuno lo può fare a suo modo, con piccole e grandi cose ogni giorno.
Agostino Maiello © 06/2013
Riproduzione Riservata
Tutte le foto (salvo quella della copertina del volume) sono © Sebastião Salgado/Amazonas Images