Mentre scriviamo, le strade e le piazze del Brasile sono invase dai manifestanti. A migliaia, i brasiliani protestano contro la disoccupazione, la corruzione, la povertà, cercando un po' di speranza contro un sistema che schiaccia i poveri ed i deboli in una morsa di miseria che appare senza fine. Che negli ultimi anni siano stati fatti progressi è indubbio, visto che oggi il Brasile è la settima economia del mondo, l'alfabetizzazione ha fatto passi da gigante, e le condizioni di vita di larghe fasce della popolazione sono migliorate; è altrettanto indubbio, però, che c'è ancora moltissimo da fare per innalzare le condizioni di vita dei più poveri, combattere la diseguale distribuzione della ricchezza, e continuare a sostenere un modello economico che coniughi queste esigenze in maniera sostenibile per l'ambiente. E come spesso avviene, quello che accade oggi solletica ricordi e suggestioni del passato.
In ambito fotografico, difficile dunque non ripensare a "Terra", un progetto di Sebastiao Salgado risalente al 1996 sfociato in un libro (del 1997, con una splendida prefazione di José Saramago) ed in una serie di esposizioni in varie parti del mondo. Circa 110 immagini, ovviamente in bianconero, documentano e raccontano senza pietismi e con grande umanità e compostezza il dramma dei brasiliani costretti a sopravvivere in condizioni di indigenza nelle campagne o nelle favelas, spinti ad emigrazioni di massa verso le città nella speranza di trovare un tetto ed un lavoro (speranza quasi sempre disattesa), abituati a convivere dal primo all'ultimo giorno della propria esistenza con la carenza di cibo, acqua potabile, cure mediche, e sopratutto di lavoro, dignità, speranza.
La terra è, per milioni di contadini, la sola fonte di cibo e di reddito; ma la sua concentrazione nelle mani di pochi proprietari (l'1% possiede infatti il 40% del territorio coltivabile), l'uso dell'agricoltura estensiva, e lo sfruttamento da parte delle multinazionali, spezzano questo legame. Le immagini di Salgado raccontano la vita durissima e faticosa di chi la terra la lavora (sottopagato e sfruttato in Brasile come in tante altre parti del mondo, come sa bene chiunque abbia mai visto un documentario e non viva con gli occhi foderati di prosciutto), ma anche i dolori e le miserie di chi, senza lavoro e spesso senza casa, è costretto a sbarcare il lunario in qualsiasi altro modo: emigrando, rovistando tra i rifiuti, elemosinando, affidandosi all'assistenza delle varie chiese o associazioni di volontariato che qua e là alleviano le sofferenze dei più bisognosi.
Raccontare la miseria è sempre difficile e connotato da rischi, diciamo così, tipici del genere: patetismo, freddezza, spettacolarizzazione, ripetitività. "Terra" riesce a schivarli, combinando in maniera suggestiva l'elevato livello tecnico delle fotografie con un approccio umano e partecipato, fermandosi un istante prima della facile ricerca della compassione. L'auspicio, come sempre, non è che un libro cambi il mondo, ma che mantenga viva l'attenzione su un problema, e stimoli a comprenderne la complessità e gli effetti anche sulle nostre vite. Perché quelle famiglie senza terra e senza cibo costrette ad emigrare non sono una tragedia che inizia e finisce in quello specifico dramma, bensì solo uno dei tasselli di un problema che è insieme economico, sociale, ambientale, demografico, alimentare, che come tale travalica i confini di questo o quello Stato brasiliano, e coinvolge l'intero pianeta. Terra, appunto.
Agostino Maiello © 06/2013
Riproduzione Riservata
La scheda del libro.
Titolo:
Terra
Edizioni Phaidon
330x245 mm
Pagine: 144
109 immagini in bicromia
Codice ISBN-13: 9780714837000; codice ISBN-10: 0714837008
Prezzo di copertina: Euro 39,95