
"Fox Talbot: chi era costui?"
      "Gelatina al bromuro: per caso è roba che si mangia?"
     
      Se vi fosse capitato di uscirvene in queste o altre sconvenienti (quanto 
      più che umane) esclamazioni, o più semplicemente le vostre conoscenze in 
      materia necessitano di una rispolverata, questo agile libretto può fare al caso 
      vostro.
      Sappiamo bene quanto pesanti possano risultare - fisicamente e 
      metaforicamente - la gran parte dei manuali di storia della fotografia. Non 
      sempre si può avere la voglia o il tempo (o la forza fisica!) di sostenere 
      tali letture, ma resta pur sempre il fatto che può nascere la curiosità di 
      saperne di più; la domanda in certi casi sorge timida, ma spontanea: "non 
      è che per caso esiste un 'bignamino' che tratti dell'argomento?". 
      Questo libro, in un certo senso, lo è (senza niente togliere alla sua 
      autorevolezza di classico: Keim è professore all'Institut d'Art et d'Archéologie dell'Università di Parigi, nonché all'École Nationale de Photographie).
      
      Piccolo, leggero, niente vieta di portarselo dietro per trasformare l'attesa 
      del tram o la coda alla Posta in momenti un po' meno noiosi (bè, certo, 
      dipende dai punti di vista! Qualcuno potrà obiettare: se mi porto dietro 
      il libro, allora sì che diventeranno noiosi!).
      Divagazioni sulla varietà del mondo a parte, siamo di fronte ad un saggio di 'pronto intervento' 
      che, per l'esiguo numero di pagine (124: poco più di un Topolino!) 
      e per la vastità della materia trattata, può a buon diritto dirsi una 
      lettura 'ad alta densità'. Se siete tra coloro dediti all'abile arte 
      della sottolineatura, vi renderete subito conto che il testo sarebbe da 
      evidenziare da cima a fondo: la sintesi è così estrema che ogni parola, 
      ogni nome risulta fondamentale. Frasi e nozioni si avvicendano con ritmo 
      incalzante.
      L'aspetto positivo è che, volendo, si può iniziare e finire nell'arco di 
      una domenica piovosa passata in casa; ma d'altra parte è proprio questa 
      concentrazione che fa arrivare in fondo ad ogni capitolo con il fiatone: è 
      una piccola ma intensissima maratona intellettuale.
      
      Sul contenuto non serve dilungarsi: il sommario parla già abbastanza 
      chiaro. La trattazione si arresta al 1970 (data della prima pubblicazione) 
      ed è arricchita da una nota finale - a cura di Wladimiro Settimelli e 
      datata 1976 - che integra quanto detto in ambito internazionale con una 
      riflessione sulla situazione italiana. Nessun approccio metodologico o 
      interpretazione critica particolari turbano lo svolgersi di questa serrata 
      rassegna dell'essenziale (punteggiata qua e là da interessanti ragguagli: 
      per esempio, lo sapevate che il collodio deriva dal fulmicotone - il 
      potentissimo esplosivo - sciolto nell'etere alcolico? Fotografare non era 
      certo, a quei tempi, un'occupazione rilassante!). Particolarmente utili risultano i 'box' di testo 
      in cui si descrivono sinteticamente, passo per passo, le varie tecniche e 
      procedimenti chimici necessari alla creazione dell'immagine, per rendersi 
      meglio conto di cosa significasse, praticamente, dar vita ad una 
      fotografia in passato (e quanto ci si dovesse, fuor di metafora, 'sporcare 
      le mani'): riscoprire quanta abilità e fatica fossero in certi casi 
      necessarie non guasterà, considerati i tempi che corrono.
      
      Avrete forse già intuito come non ci si trovi di fronte ad una lettura delle più appassionanti, ma in 
      questo caso non si deve considerarlo un difetto: semplicemente, non 
      rientra nei suoi compiti. E' un libro che non nasce per ammaliare o 
      stimolare particolari interrogativi, bensì per informare in maniera 
      mirata, immediata ed efficace; e il fatto che ci riesca ne fa un libro 
      riuscito e senz'altro valido per un ripasso veloce o per un primo passo 
      verso la conoscenza della storia della fotografia.
      Ben venga anche il suo lasciare insoddisfatta qualche inevitabile 
      curiosità: sarà la scusa buona per tornare in libreria e provare a 
      misurarsi - forti di questa prima base acquisita - con letture via via più 
      approfondite.
      
      Serena Effe © 12/2006
      Riproduzione Riservata
      Titolo: Breve storia della fotografia
      Autore: Jean-A. Keim
      Pagine: 124 (nessuna illustrazione)
      Editore: Einaudi, 2001
      Prezzo: 14,50 euro
  
  Sommario:
      I. L'invenzione della fotografia
      - La preistoria
      - Gli inventori
      II. I primi anni
      - I dagherrotipi
      - La fotografia su negativo di carta
      III. La rivoluzione del collodio umido
      - La moda del ritratto
      - Le tendenze artistiche
      - Il testimone fedele
      - Le nuove conquiste
      IV. La fotografia moderna: la gelatina al bromuro
      - La fotografia del movimento
      - Il documento
      - La fotografia "artistica"
      V. La fotografia su nuove strade
      - La fotografia "pura"
      - La scoperta di realtà nuove
      - La fotografia per la pagina stampata
      VI. La fotografia dopo la seconda guerra mondiale
      - Il reportage
      - Le ricerche
      VII. La fotografia a colori
      VIII. La fotografia in rilievo
      Appendice: La fotografia italiana (di Wladimiro Settimelli)