CONTAX 167 MT
Test di Rino Giardiello, 1998

Una ormai vecchia reflex piena di caratteristiche interessanti che la rendono ancora attualissima ed un acquisto conveniente visto che si trova usata a buon prezzo.

Nadir Magazine ©Comprai la mia prima 167 appena disponibile, nel 1987. Mi sembrava la degna erede della 137 che possedevo ed usavo con felicità da tempo. Nello stesso periodo possedevo anche una RTS II ed una 159 MM (che posseggo tuttora), quindi bisogna capirmi se rimasi scioccato nel passaggio dalle classiche rotelle ad una serie di pulsanti.

L'antipatia fu immediata, incentivata dalla fregatura di avere una fotocamera finalmente con la priorità dei tempi (i Program mi interessavano e mi interessano poco) e non poterla adoperare con tutte le ottiche in mio possesso (erano tutte non MM). L'unica cosa che mi convinceva era la nuova gomma per il rivestimento, morbida, dalla presa sicura e soprattutto resistente, la stessa inaugurata con la 159 (chi ha posseduto una Contax con i primi rivestimenti capisce cosa intendo).

Troppo poco per una fotocamera da 1 milione, all'epoca una bella cifretta mentre oggi la 167, sostituita dalla Aria, è giudicabile quasi una fotocamera economica. Eppure, da quel giorno, la 167 è stata la Contax che ho usato di più. Veloce, affidabile, compatta e leggera, precisa nell'esposizione ed estremamente pratica. Continuo a detestare i pulsantini e la Kyocera deve esserlo venuto a sapere perché, dopo averci riprovato con la G1, li ha abbandonati per tornare alle vecchie care rotelle.

A quanto pare la voce è arrivata anche ad altre Case Costruttrici perché c'è stata una improvvisa inversione di tendenza ed una reflex "seria", oggi, non deve avere minuscoli pulsanti multifunzione che costringono gli utenti ad andare in giro con manuali da 150 pagine solo per ritrovare come si aziona l'autoscatto. Pulsantini a parte (che dopo aver visto le Canon e Nikon degli ultimi anni, trovo pochi, semplici e, soprattutto, intuitivi), la 167 è una buona fotocamera, pratica e dai consumi limitati. Le pilette mininistilo durano un bel po' prima di esaurirsi e la fotocamera vi dà un discreto preavviso di quando è ora di cambiarle (comincia a diventare lento il motore incorporato). Si può sempre aggiungere il portabatterie supplementare, ma personalmente non lo trovo indispensabile (appesantisce la fotocamera e la rende più ingombrante). In fondo pesa di meno portarsi dietro 4 ministilo in più che un intero portabatterie (oltre al risparmio di tante belle lirette!).

IL MIRINO

Il mirino è luminoso anche secondo i parametri attuali e fornisce tutte le informazioni necessarie riguardo tempi, diaframmi, esposizione con il flash e numero di pose ancora disponibili. Inoltre è sostituibile con facilità con altri tipi per fare fronte alle più svariate situazioni di ripresa. Personalmente ho sempre trovato comodo il mirino reticolato: mi aiuta a comporre meglio l'immagine e ad evitare le linee cadenti nella fotografia di architettura. In più, con obiettivi poco luminosi, non ha il difetto di oscurare una metà dello stigmometro. L'ho adottato in tutte le mie fotocamere (anche non Contax).

CERCHIAMOLE UN PO' DI DIFETTI

1 - La 167 ha tutto quello che deve avere una fotocamera per definirsi "completa". Unica mancanza, la possibilità di effettuare le esposizioni multiple.

2 - L'esposimetro è il solito delle Contax, a lettura media con prevalenza centrale molto preciso, ma con in più (novità) la misurazione spot. È proprio questa ad essere criticabile dato che l'area dello spot è troppo abbondante e non precisamente definita all'interno del mirino.

3 - I dati in memoria quando la fotocamera è spenta non vengono custoditi dalle pile ministilo ma da una piletta al litio nascosta all'interno del corpo e sostituibile solo dall'assistenza. Anche se dura svariati anni, la Contax poteva evitarsela anche perché non era l'unica soluzione possibile. Quando la piletta è scarica, comunque, funziona tutto perfettamente.

4 - Non c'è la possibilità di lasciare fuori la coda della pellicola alla fine del riavvolgimento. Non è grave ma a volte è utile.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Esposizione: manuale, automatica a priorità di diaframmi, a priorità dei tempi e 3 programmi - Misurazione della luce: TTL a misurazione media con prevalenza centrale e spot con blocco della memoria - Gamma Esposizione: da EV 0 a EV20 con pellicola 100 ISO ed obiettivo 1,4 - Sensibilità: da 6 a 6400 ISO - Mirino: copertura 95% - Otturatore: a tendina verticale controllata elettronicamente, sincroX 1/125 - Tempi di otturazione: da 1/4000 a 16 secondi e posa B - Alimentazione: 4 ministilo da 1,5 volts - Innesto obiettivi: Contax/Yashica - Dorso: intercambiabile - Dimensioni: mm 149x91,5x51,5 - Peso: gr 620 (solo corpo). Varie: Motore incorp. da 3 fot/sec. per l'avanzamento ed il riavvolgimento del film. Possibilità di inserire un normale scatto flessibile nella presa di quello elettromagnetico. Pulsante di profondità di campo. Schermi di messa a fuoco intercambiabili. Non è autofocus.

SUL CAMPO

Non è dolce da usare come la RTS, ma a tenerla in mano si sente ugualmente "la sostanza". La maggior parte delle fotocamere di oggi, anche con un prezzo più che doppio, ha il dorso di plastica che, appena stretto un po' , emette un "cric" straziante. La fotocamera si comporta sempre bene ed è una ottima compagna di lavoro. A me non ha mai dato problemi e vi garantisco che lavora moltissimo! In qualche occasione è utile il bracketing automatico anche se, nel caso di dubbi sull'esposizione, continuo a fare le misurazioni alternative "a mano". Le 167 si trovano facilmente usate e sono un buon biglietto di ingresso per il sistema Contax con una fotocamera tuttora in produzione e perfettamente integrata con tutti gli accessori. Quotazione: dalle 650.000 alle 800.000 L. (solo corpo) a seconda delle condizioni e dello stato d'uso.

Per la scheda tecnica completa cliccare qui.

Rino Giardiello © 1998
Riproduzione Riservata

OBIETTIVI NON-MM IN PROGRAM?
La soluzione c'è: una semplice "zeppa" (la parte centrale di uno stuzzicadenti della giusta sezione o qualsiasi altro oggetto idoneo che non vada a finire all'interno della fotocamera) nella scanalatura a destra del bocchettone portaottiche. Impostate il diaframma del vecchio Zeiss non MM sul valore più chiuso ed il gioco è fatto (e funziona con qualsiasi altro obiettivo anche universale). In questi anni molte decine di 167, RX e 159 con la "zeppa" non hanno mai dato problemi né sbagliato l'esposizione ma, ovviamente, il trucco lo mettete in pratica sotto la vostra totale responsabilità.